domenica 27 agosto 2017

DOCENTI ESILIATI AL NORD (CON LE FAMIGLIE AL CENTRO SUD) CHIEDONO IL POSTO FISSO A PESCARA E IN ABRUZZO

Ricomincia l'anno scolastico e riprende la lotta dei docenti esiliati al Nord per chiedere l'assegnazione del posto fisso a Pescara e in Abruzzo. La novità è che mentre lo scorso anno, dopo l'assegnazione delle cattedre in tante città del nord, da Perugia a Treviso, in molti sono riusciti a tornare, quest'anno 
non accadrà come deciso dal Miur. Chi parte non torna, almeno fino a nuovo ordine ministeriale. Ieri mattina una delegazione di cinquanta Nastrini Liberi Abruzzo ( parte di un esercito di 20 mila persone del centro Italia che periodicamente organizza manifestazioni di protesta a Roma tra Miur e sedi governative), coordinati da Francesca Carusi, (insegnante di storia dell'arte di Montesilvano che ha appena vinto la sua battaglia per il rientro nelle scuole superiori pescaresi)hanno manifestato pacificamente con striscioni e slogan sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale di via Passolanciano. L'obiettivo è ricordare che nella nostra regione ci sono 400 docenti ( 146 a Pescara e provincia e solo una quindicina sono riusciti a rimanere nei luoghi di residenza) prevalentemente di sostegno, penalizzati dall'algoritmo della legge 107 sulla Buona Scuola che li costringe ad avere una cattedra nel settentrione e le famiglie al centro sud. In tarda mattinata gli ex nastrini rossi sono stati ricevuti dal dirigente Carlo Pisu, il quale "ci ha espresso piena solidarietà ma purtroppo non possono opporsi alle decisioni ministeriali" racconta Carusi dopo il summit tra docenti e amministrativi. Solidarietà alla causa dei Nastrini esodati "è stata espressa anche dai sindacati di tutte le sigle della scuola". Ma l'eco dell'algoritmo renziano non si è ancora spento. Carusi:"Si, il problema dei docenti esiliati al nord dalla 107 è ancora vivo e vegeto. A fine agosto 2017 la situazione è pressocchè immutata. Pochissimi, una quindicina, hanno ottenuto il trasferimento definitivo (tra cui io, perchè una collega di ruolo ha chiesto il passaggio ad un'altra materia e così quest'anno insegnerò a Pescara, all'Acerbo e al Manthonè), la maggior parte si trova ancora in attesa si sapere se potrà rientrare in regione almeno momentaneamente, per un anno grazie ad una assegnazione provvisoria". Questo è un passaggio cruciale, che fa la differenza tra l'anno scorso e quest'anno che registra una situazione peggiorativa. Ancora Carusi:"Nella sola provincia di Pescara ben 56 docenti su posto comune e 40 su sostegno appartenenti alla scuola secondaria di secondo grado hanno chiesto di rientrare perchè titolari fuori regione. E i numeri delle altre province abruzzesi non si discostano di molto. A questi si aggiungono altri 50 docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado". "In questo momento- prosegue la coordinatrice dei Nastrini abruzzesi- la situazione più critica è quella di chi è titolare fuori su psoto comune e che, rispetto allo scorso anno, si è visto ridotti i posti su cui poter rientrare in assegnazione provvisoria a causa dei tagli". Quindi Carusi spiega nel dettaglio perchè quest'anno i rientri non sono possibili:"A settembre scorso fu stabilito che anche i docenti di ruolo senza titolo di specializzazione su sostegno potessero rientrare in
assegnazione provvisoria su un posto di sostegno, dopo aver accantonato i posti utili per i colleghi precari specializzati presenti nelle graduatorie
provinciali. Si realizzò così uno scenario positivo che, oltre ad attutire il disagio di molti docenti, ha garantito personale di ruolo e abilitato ad una
parte di alunni disabili. Quest'anno tale situazione non potrà ripetersi perchè il Miur (Ministero Istruzione, Università e Ricerca) ha posto un veto
all'assegnazione di posti di sostegno a docenti di ruolo non specializzati. Non considerando però che in molte regioni del Sud i posti di sostegno in deroga
(cioè necessari, ma non stabili e per questo autorizzati di anno in anno) sono talmente tanti che è sempre necessario ricorrere a docenti non specializzati, fino a giungere alla stipula di contratti a insegnanti che non hanno neppure l'abilitazione". Quest'anno in Abruzzo sono 1747 le cattedre di sostegno in deroga di cui 200 docenti specializzati titolari fuori regione, altri 300 specializzati ancora nelle graduatorie, il resto dei posti andrà a personale non specializzato". Quindi la domanda che i docenti esodati pongono è la seguente:"Perchè non permettere ai docenti di ruolo abruzzesi, senza titolo certo, ma con anni di esperienza di poter continuare a lavorare nelle scuole in cui lavorano da anni e in più ricongiungersi ai propri cari? Questa scelta è davvero incomprensibile" conclude Carusi.
www.ilcentro.it
http://cinziacordesco.blogspot.it
domenica 27 agosto 2017

Nessun commento:

Posta un commento