Furto dei farmaci in ospedale. Per la criminalita' organizzata un giro d'affari di 22 milioni di euro. Con un centinaio di casi totali: nel 2013 sono stati almeno 53 i furti nelle farmacie ospedaliere e ben 37 quelli registrati nei primi 5 mesi del 2014. Un aumento legato alla facilità con cui possono essere commessi questi reati e l'alta remunerazione della vendita di antitumorali sul mercato parallelo. Un mercato che, molto probabilmente, fa gola alla camorra e alla mafia. A fotografare il fenomeno per l'Adnkronos Salute è Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell'Università Cattolica di Milano e dell'Università degli studi di Trento, che ha aggiornato i dati disponibili.Lo scorso anno in Campania e Puglia è avvenuto il 45% dei casi totali, come già nel 2013. Al centro e al Nord le Regioni più colpite sono Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. E' solo di alcuni giorni fa la notizia del mega-furto di antitumorali in due depositi a Nola e Ottaviano in Campania, appunto, e la rapina alla Coopfarma di Lecce, società che si occupa della distribuzione di medicinali e prodotti parafarmaceutici sul territorio salentino.
Il fenomeno, spiega lo studio, può essere determinato da una varietà di fattori: la necessità di acquistare medicinali a prezzi più bassi di quelli del mercato legale (se non rimborsati dal Ssn) o di reperire farmaci per qualche motivo carenti, oppure la volontà di ricorrere a farmaci e sostanze attive legali per finalità illegali (ad esempio l'uso di Epo nel doping). "È presumibile che i prodotti rubati - osservano i ricercatori - vengano reimmessi sul mercato illegale, a livello nazionale ma anche all'estero, in Paesi caratterizzati da un sistema sanitario più debole o da difficoltà di accesso ai canali legali (Est Europa e Grecia)".
mercoledi 21 gennaio 2015
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