sabato 8 luglio 2017

ENZO CAMPLONE RICORDA GLI ANNI D'ORO DI GUERINO: DA TOTO' CHE ARRIVO' IN CADILLAC A WALTER CHIARI IN CARROZZA, ALL'IRONIA DEL CARDELLINO DEL PRESIDENTE PERTINI

Enzo Camplone, quando e come nacque Guerino?
Nel 1967 il locale si chiamava Il Gabbiano. Era di proprietà dell'ingegner Pazienza, con mio fratello Dino( scomparso nel 1994), lo rilevammo,  lo ristrutturammo e lo intitolammo a nostro padre Guerino, deceduto il 29 giugno 1960. Venivamo dall'esperienza dello Spizzico, la trattoria di papà in corso Manthonè attiva dal 1941, la mia famiglia era originaria di via di Portanuova, abitavamo vicino alla cattedrale di San Cetteo.  Non avrei mai venduto, ma dopo la morte di Dino è stata dura. Mi aiutava mia moglie Isa Cafarelli, le mie figlie Simona e Sabrina, hanno scelto altre strade, avvocato la prima, psicoterapeuta la seconda, non si poteva andare avanti.  Sono addoloratissimo, è stata una creatura tirata su con tanti sforzi  che ha ottenuto tantissimi riconoscimenti. Ora vederla in quello stato mi procura un dolore enorme. Ho persino creduto alle parole di chi acquistava, che mi prometteva che sarebbe diventato il locale più bello dell'Adriatico, invece guardate come è ridotto". 

Nel suo locale sono passati i nomi più importanti del jet set  che lei documenta nel suo Albo d'oro, il librone degli autografi collezionati dal 1951 al 2004. Ci racconta qualche aneddoto?
Tornavano e ritornavano, prima allo Spizzico e poi da Guerino.  Papà ci insegno a scegliere il pesce migliore, purtroppo costosi, storioni, dentici, orate, aragoste. Mia madre, Anna, deliziava i loro palati. Tra i fornelli, in cucina, lavorava sempre con un filo di perle al collo.  Gli Anni Cinquanta e Sessanta è stata l'epoca d'oro. Totò arrivò in Cadillac nera con l'autista che indossava i guanti bianchi. Una folla di gente si radunò intorno a lui. Quando, dopo molto tempo, riuscì ad entrare al ristorante disse a mio padre: fatemi lavare le mani che le ho date a mezza Pescara. Walter Chiari era un giocherellone, allo Spizzico arrivò in carrozza trainata da cavalli. Una volta si infuriò con la soubrette Maresca, con la quale aveva una relazione, perchè lei osò spalmare la maionese sugli scamponi. Alberto Lupo era molto fascinoso, un gran signore. Vittorio Gassman ci colpì perchè era altissimo, un viso bellissimo, quel giorno indossava una camicia di lino bianco. Si commosse quando rilesse il suo autografo scritto insieme alla compagna Annamaria Ferrero.Elegantissimo era anche il principe Alberto di Monaco che venne accompagnato da Renato Pozzetto e Adriano Panatta dopo la gara di off shore organizzata da Gilberto Ferri.  Il presidente Sandro Pertini fece sbellicare la sala quando, dopo aver degustato risotto e scamponi, si alzò e disse:"Ora vado a cambiare l'acqua al cardellino". Un giorno si incontrarono lui e l'attore Lando Buzzanca. "Che ci fai qui? gli chiese il Presidente. E l'attore:"Sto recitando a Lanciano, ma Guerino è una tappa obbligata".  E poi ancora, nostri clienti sono stati l'avvocato Umberto Agnelli, i Barilla, i De Cecco a cui acquistavamo la pasta, i Monti, Dante Marramiero, i Pozzolini.

Com'era Pescara all'epoca?
Era una Pescara elegante, non come oggi così eterogenea. Eravamo tutti una grande famiglia, ci conoscevamo e ci stimavamo. Gli altri ristoranti in voga erano il Leon d'Oro e Cetrullo.

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