domenica 29 maggio 2016

UN PIZZAIOLO NON RIESCE A PAGARE IL MANTENIMENTO ALL'EX MOGLIE E LE OFFRE IN CAMBIO PIZZE E CALZONI

Un pizzaiolo non riesce a pagare il mantenimento alla ex moglie e le offre pizze e clazoni: lei rifiuta. Vuole i soldi, ma il giudice dà ragione al fantasioso ex marito. Alla ex ha offerto pizze, ma lei ha rifiutato.  Un  padre divorziato non può pagare gli alimenti della figlia all'ex moglie previsti nella sentenza di divorzio, ovvero 400 euro,  fa il pizzaiolo, può fare fronte solo in natura alla mancanza di denaro, offrendo capricciose, calzoni, prosciutto e funghi, diavole e quattro stagioni. La coppia divorziata nel 2002 per molti anni hanno osservato tutte le clausole dell'accordo della separazione. Ma nel 2008, a causa della profonda crisi economica che ha colpito l'Italia il padre, che nel frattempo si era risposato e ha avuto altri tre figli con la sua nuova compagna, non è riuscito a far fronte al versamento di 300 euro al mese (poi maggiorati a 400) e si è trovato sul banco degli imputati. L'ex moglie, infatti, non ha accettato le pizze dell’ex marito e lo ha denunciato. Così il cinquantenne padovano di Villafranca, si è trovato a giudizio con l’accusa di aver omesso di corrispondere l'assegno di mantenimento a favore della figlia. Ebbene, il giudice monocratico del tribunale penale di Padova  ha assolto il pizzaiolo,  ritenendo che “l’affermazione di responsabilità penale per la condotta omissiva non può prescindere dalla valutazione anche dell’effettiva possibilità dell’obbligato a provvedere alla corresponsione dei mezzi di sussistenza, giacché l’inadempimento incolpevole comporta l’insussistenza del reato”. 
domenica 29 maggio  2016
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venerdì 20 maggio 2016

UE ALL'ATTACCO: SIGARETTE ELETTRONICHE CON CHIUSURA A PROVA DI BAMBINO E SCOMPAIONO BIONDE AROMATIZZATE E PACCHI DA 10

A due anni dalla sua approvazione entra in vigore in tutta l'Unione europea la direttiva sui prodotti del tabacco che porterà a drastici cambiamenti. Immagini espliciti e messaggi sui rischi legati al fumo sul 65% della superficie esterna dei pacchetti, oltre alla scomparsa delle confezioni da dieci e delle sigarette aromatizzate. Sono infatti scaduti i termini concessi agli Stati membri per trasporre la direttiva Ue nel diritto nazionale, ma non tutti sono in linea con i tempi. Solo cinque Paesi hanno implementato la direttiva (Germania, Italia, Malta, Portogallo e Slovenia), mentre altri quattro l'hanno fatto in maniera parziale (Belgio, Estonia, Lituania e Regno Unito).
Ecco cosa cambia con la nuova direttiva europea:
AROMATIZZANTI - La direttiva sancisce la graduale scomparsa dal mercato di sigarette e tabacco aromatizzati. Passato un periodo di transizione di 4 anni, sugli scaffali non si troveranno più, ad esempio, le sigarette al mentolo.
CONFEZIONI - Il 65% della parte anteriore e posteriore dei pacchetti di sigarette dovrà essere coperto da immagini e scritte con avvertimenti sanitari sulla pericolosità del fumo. Anche il 50% dei lati sarà occupato da scritte come "il fumo uccide", che sostituiranno le attuali indicazioni su catrame, nicotina e monossido di carbonio. Regole analoghe saranno valide anche per i pacchetti di tabacco da arrotolare.
PACCHETTI - Saranno vietate confezioni considerate accattivanti per i consumatori, e in particolare per i giovani. Ogni pacchetto dovrà essere di forma parallelepipeda e dovrà contenere minimo 20 sigarette. Scompariranno quindi le confezioni da 10.
SIGARETTE ELETTRONICHE - La direttiva stabilisce un tenore massimo di concentrazione di nicotina, un volume massimo delle cartucce, dei serbatoi e dei contenitori di liquidi, che dovranno anche avere una chiusura a prova di bambino. Sarà obbligatorio l'inserimento di avvertimenti sanitari sulle confezioni, e non saranno ammessi elementi promozionali. I produttori dovranno invece notificare i nuovi prodotti agli Stati membri prima di immetterli sul mercato. Diverse decisioni sulle sigarette elettroniche verranno comunque lasciate nelle mani dei singoli Paesi. 
venerdi 20  maggio  2016
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giovedì 19 maggio 2016

PARACETAMOLO: L'ANTIDOLORIFICO CHE SMORZA LA COMPASSIONE

ll paracetamolo (Tachipirina), l'antidolorifico più venduto in Italia, diminuisce il dolore, la febbre, ma anche l'empatia! A dirlo uno studio condotto dai ricercatori dell'Università dell'Ohio (USA) e pubblicato sulla rivista " Social Cognitive Affective Neuroscience". Per arrivare a  queste conclusioni, hanno studiato 820 studenti volontari che sono stati divisi in due gruppi: uno che assumeva il paracetamolo mentre il secondo gruppo è stato trattato con un placebo. Un'ora più tardi, ogni studente doveva leggere otto storie in cui i personaggi hanno sofferto fisicamente o sopportato un calvario come la morte di una persona cara. Poi ad ogni studente è stato chiesto di valutare il dolore dei protagonisti delle storie, dando un punteggio da 1 (assenza di dolore) a 5 (massimo dolore). I ricercatori hanno poi scoperto che le persone che avevano preso il paracetamolo sentivano meno intensamente la sofferenza degli altri. In secondo luogo, i ricercatori hanno rivolto a 114 altre persone, equamente suddivisi in due gruppi (uno aveva ricevuto paracetamolo o placebo). I pazienti sono stati poi invitati ad ascoltare suoni diversi, che vanno da 75 e 105 decibel. A ogni partecipante è stato poi chiesto di trascrivere questi suoni su una scala da 1 (pessimo) a 10 (estremamente spiacevole). Poi, hanno dovuto immaginare che cosa potrebbe sentire un estraneo all'ascolto di 
questi suoni. Il primo gruppo che ha ingerito il paracetamolo, ha scoperto che questi suoni erano meno inquietanti per gli altri che per se stessi. Dominik Mischkowski, uno degli autori dello studio, ha spiegato che "Il paracetamolo è un antidolorifico, ma può anche diminuire l'empatia che proviamo per gli altri nel momento in cui sperimentano le stesse situazioni dolorose". Baldwin Way, uno dei ricercatori che poi continuerà la ricerca ha inoltre dichiarato: "Non sappiamo perché il paracetamolo causa questo effetto collaterale, ma è preoccupante.
giovedi 19 maggio  2016
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mercoledì 18 maggio 2016

ESTATE: ATTENTI ALL'ABBRONZATURA DA AUTOMOBILE

Anche se siamo in primavera, l’estate si avvicina ed aumentano i rischi per la salute derivanti dall'esposizione al sole. Uno studio pubblicato da Jama Opthalmology ha dimostrato che la prolungata esposizione ai raggi UVA non riguardano solo le classiche spiagge, che tra poco saranno di nuovo prese d'assalto, o i lettini abbronzanti. Serie precauzioni vanno prese anche in auto, visto che i finestrini, al contrario di diversi tipi di parabrezza, non sono generalmente in grado di fermarli, esponendo il guidatore a una serie di rischi per la salute. Nello studio, condotto da Brian Boxer Wachler del Boxer Wachler Vision Institute di Beverly Hills sono state testate 29 auto di 15 diverse case, prodotte tra il 1990 e il 2014. Il parabrezza in tutti i casi si è mostrato in grado di fermare circa il 96% dei raggi UVA, mentre i finestrini laterali si sono mostrati molto meno efficienti, con percentuali tra il 44 e il 96%, e con solo quattro modelli sopra il 90%. "E non c'è nessuna correlazione, con il costo dell'auto, se è di lusso o economica".Il fenomeno, scrive in un articolo di commento Jayne Weiss della Louisiana State University, potrebbe essere direttamente legato a conseguenze per la salute. "Gli effetti avversi dei raggi UV mentre si guida sono stati già documentati. Pubblicazioni precedenti hanno documentato una aumentata prevalenza di cataratte e tumori della pelle sul lato sinistro causati dall'esposizione asimmetrica dovuta al fatto che il guidatore è sul lato sinistro dell'automobile". 

martedì 10 maggio 2016

UNA DONNA INDIANA PARTORISCE ALL'ETA' DI 70 ANNI

Una donna indiana è passata alle cronache per essere diventata la mamma più “vecchia” del mondo, dando alla luce il primo figlio a 70 anni di età. Per realizzare il loro sogno hanno dovuto ricorrere alla fecondazione in vitro in una clinica dello stato di Haryana (Nord). La coppia sposata da 46 anni, aveva abbandonato praticamente ogni speranza di avere un figlio e disprezzata dal suo entourage, in un paese dove la sterilità è spesso considerata una maledizione di Dio. Il bambino è "in buona salute e pieno di energia", dopo essere nato il 19 aprile con un peso alla nascita di due chilogrammi. Il marito di Kaur, Mohinder Singh Gill, proprietario di una fattoria fuori Amritsar, pur essendo perfettamente consapevole che il tempo rema contro la coppia, non curandosi delle critiche ha dichiarato di essere al settimo cielo per la felicità, ritenendo il figlio che hanno chiamato Alessandro un dono di Dio. Non è la prima volta che in India una coppia avanti nell'età ha dei figli: nel 2008 una donna di 72 anni dello stato dell'Uttar Pradesh (Nord) dopo la fecondazione in vitro, ha dato alla luce due gemelli. Se questa puo' essere vista come una buona notizia per molte donne ancora desiderose di maternita', a volte la scienza puo' portare a scelte irresponsabili e risultati preoccupanti. In una societa' come quella indiana che considera disdicevole non avere figli, Kaur e il marito ora possono ritenersi soddisfatti, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma non hanno di certo messo al primo posto il benessere del figlio che crescera' senza di loro. Certamente hanno alimentato il dibattito aperto dall'introduzione di tecniche di riproduzione assistite sempre piu' sofisticate, sui limiti sociali e biologici legati al rinvio della prima gravidanza. E' inutile negare che una maternita' in eta' avanzata, addirittura dopo i 60 anni, comporti molte problematiche in piu'. Il rischio di avere un bambino con disturbi cromosomici aumenta con l'aumentare dell'eta' della donna. Il piu' comune di questi e' la sindrome di Down, una combinazione di ritardo mentale e di anomalie fisiche provocata, come e' noto, dalla presenza di un cromosoma aggiuntivo. Con il passare degli anni aumentano anche i rischi di difetti di natura non cromosomica e di complicazioni della gravidanza come diabete gestazionale, ritardo della crescita intrauterina, placenta previa con rischio di emorragie, maggiore probabilita' di parto prematuro e necessita' di taglio cesareo. Per il bimbo, invece, crescono le possibilita' di basso peso alla nascita, presentazioni anomale e di una maggiore mortalita' perinatale. Una volta cominciata la gravidanza bisogna, poi, fare i conti con una probabilita' di aborto spontaneo tre volte piu' alta che per le ventenni. Superati i problemi fisici, rimangono altre domande. Altra preoccupazione riguarda il divario generazionale sproporzionato, che potrebbe portare a incomprensioni e addirittura incomunicabilita' tra due mondi differenti, soprattutto se il delicato periodo dell'adolescenza coincide con il periodo non proprio sereno della menopausa. Per non parlare dello smarrimento, se non d'imbarazzo di fronte ai coetanei, di questi bambini che si troveranno a chiamare ''mamma'' una donna che avrebbe l'eta' per essere la loro bisnonna.
martedi 10 maggio  2016
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LA FRANCIA DARA' SOLDI ALLE DONNE IN GRAVIDANZA PER SMETTERE DI FUMARE

Dopo che uno studio internazionale ha dimostrato che fumare durante la gravidanza altera chimicamente il dna del feto con effetti nocivi sul bambino, duraturi per diversi anni nel nascituro, in Francia, insieme all'Istituto nazionale dei tumori francese, 70 ospedali pubblici tenteranno di convincere le donne incinte a smettere di fumare in cambio di un incentivo economico. Le gestanti che si impegnano a smettere di fumare riceveranno voucher da 20 euro, fino ad arrivare a poter guadagnare 300 euro. Le donne incontreranno un esperto specializzato sul come smettere di fumare in occasione dei controlli previsti per la gravidanza, al termine dei quali riceveranno un voucher di 20 euro a sessione. Soldi che potranno spendere in qualsiasi negozio. Complessivamente potranno arrivare a guadagnare fino a 300 euro, oltre ai soldi che risparmieranno non comprando sigarette. La ricerca vuole verificare se l'offerta di soldi convincerà le donne incinte a rimanere lontane dal tabacco durante la gravidanza. Le gestanti dovranno essere maggiorenni, incinta da 4 mesi al massimo, fumare più di 5 cinque sigarette al giorno e devono davvero voler smettere di fumare. Oltre alle sigarette, sarà proibito l'uso di e-cig e altri prodotti a base di tabacco e le partecipanti allo studio dovranno sottoporsi a test frequenti per verificare se seguono in modo costante queste regole. L'anno scorso ci hanno provato dei ricercatori di Glasgow, che hanno pubblicato i loro risultati sul British Journal of Medicine, rilevandone l'efficacia. Di 612 donne che hanno partecipato, il 22,5% cui era stato offerto un incentivo finanziario ha smesso effettivamente di fumare.
martedi 10 maggio  2016
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sabato 7 maggio 2016

OLANDESI DORMIGLIONI: GLI ITALIANI NELLA MEDIA. LE DONNE DORMONO PIU' DEI MASCHI

Il comportamento umano mostra grande variabilità interindividuale nella organizzazione temporale. Nel mondo a dormire più di tutti sono gli olandesi, i meno dormiglioni gli abitanti di Singapore e Giappone: 8 ore e 12 minuti a notte i primi, appena 7 ore e 24 minuti gli altri. Con 7 ore e 40 minuti per notte gli italiani si situano leggermente sopra la media. Sono alcuni dei dati emersi usando una app dal team di Daniel Forger e Olivia Walch dell'Università del Michigan. Gli scienziati hanno studiato come 'dorme il mondo', analizzando dati raccolti con l'applicazione relativi a migliaia di individui in 100 nazioni. Per meglio comprendere le basi genetiche di organizzazione temporale negli esseri umani, gli autori hanno sviluppato un questionario per documentare i tempi individuali di sonno, l'esposizione alla luce auto-riferito e la chronotype auto-valutata, considerando il lavoro nei giorni liberi a parte. Le differenze tra le ore di sonno di giapponesi, olandesi, italiani sembrano minime, spiega Forger, ma sono in realtà significative se si pensa che ogni mezz'ora di sonno in più ha un impatto fortissimo su funzioni cognitive e salute a lungo termine. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advances, mostra ad esempio che le donne di 30-60 anni dormono in media più dei coetanei maschi. A dormire poco sono soprattutto i maschi adulti di mezza età, sovente 
meno di 7-8 ore a notte. Inoltre, va a letto prima la sera chi trascorre gran parte del giorno all'aperto, alla luce solare; la sera non si assecondano i ritmi naturali dell'organismo nella scelta di quando indossare il pigiama, ma gli impegni sociali e di lavoro, mentre la mattina è soprattutto il nostro corpo a governare la sveglia.
sabato 7 maggio  2016
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giovedì 5 maggio 2016

ATTENZIONE A FRUTTA E VERDURA CONGELATA MADE IN USA: POTREBBE ESSERE CONTAMINATA CON LISTERIA

Attenzione alla tradizionale "frutta e verdura surgelata" importata dagli USA:  potrebbe essere contaminata con Listeria monocytogenes. L’allarme arriva dalla Food and Drug Administration (FDA) che ha appena avviato un’inchiesta al riguardo in collaborazione con la Centers for Disease Control statunitense oltre che i funzionari sanitari locali. Dopo un richiamo iniziale di 15 marche di verdure surgelate, CFR Surgelati di Pasco, sta espandendo il richiamo includendo tutti i "frutti biologici tradizionali surgelati anche alla verdura surgelata" etichettati sotto 42 marchi diversi, tra cui il grande marchio Walmart’s Great Value. I prodotti refrigerati sono stati venduti a livello nazionale e in Canada. Il richiamo che una volta era limitato a 15 articoli, ora include tutti i prodotti realizzati o trasformati nella struttura CRF Surgelati di Pasco dal 1 ° maggio 2014 con scadenza minima 2018. Il richiamo include 358 prodotti di consumo venduti con 42 marchi distinti. Fra i prodotti ritirati, broccoli biologici e non biologici, zucca, carote, cavolfiori, mais, edamame, fagiolini, fagioli italiani, cavoli, porri, fagioli, cipolle, piselli, strisce di peperone, patate, medley di patate, medley radice, spinaci, patate dolci, varie verdure miste, miscele, mirtilli, ciliegie, pesche, lamponi e fragole. Inoltre sono state colpite dalla malattia 7 persone in 3 Stati, alcune delle quali aveva consumato prodotti della CFR. Secondo il comunicato, due sono morte. Listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nell’UE sono stati segnalati circa 1470 casi nell’uomo nel 2011, con un tasso di mortalità del 12,7 %. La Listeria si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio. Il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione per l’uomo e gli animali. Le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti. La cottura a temperature superiori a 65 °C uccide i batteri. Tuttavia il batterio Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti e, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C). Non e' chiaro se i prodotti surgelati contaminati siano stati importati anche in Italia, dove per altro sono diverse le societa' che vendono frutta e verdura biologica surgelata, importata dagli USA. In attesa di una risposta del ministero del Welfare, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, invitiamo ad evitare il consumo di prodotti surgelati importati dagli Stati Uniti con brand CFR Surgelati. Sul sito del nostro ministero della Salute non c’è ancora alcuna informazione.
giovedi 5  maggio  2016
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lunedì 2 maggio 2016

RUBARE PER NECESSITA' NON E' REATO

Rubare per fame non è reato. A sancirlo è la quinta sezione penale della Suprema corte della Cassazione oggi lunedì 2 maggio con la sentenza 18248/16 che ha accolto il ricorso del procuratore generale della Repubblica, annullando completamente la condanna per furto inflitta dalla Corte di Appello di Genova a un giovane straniero senza fissa dimora, affermando che non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba al supermercato piccole quantità di cibo per “far fronte” alla “imprescindibile esigenza di alimentarsi”. Un furto di sicuro modesto valore se si considera che era rivolto a generi alimentari per il valore di 4 euro. La contestata recidiva non sarebbe inoltre, nel caso in esame, secondo il procuratore, un buon motivo per negare l’applicazione dell’articolo 131 bis Cp, vale a dire la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Entrando nel dettaglio della vicenda si può dire che il cittadino straniero si era presentato alla cassa di un supermercato presentando solo un pacco di grissini, ma nella giacca aveva nascosto due porzioni di formaggio e una confezione di wurstel, notati da un altro cliente. Un furto scaturito, secondo la Suprema corte «per far fronte ad un’immediata ed imprescindibile esigenza di alimentarsi agendo quindi in stato di necessità». Con questo verdetto la Suprema Corte ha quindi giudicato legittimo non punire un furto per fame del valore di 4 euro per wurstel e formaggio. La sentenza, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non solo ha tenuto in seria considerazione lo stato di bisogno che a volte induce le persone a rubare per sopravvivere ma anche caratterizza per la linearità dal punto di vista giuridico. Il furto, infatti, è stato commesso su cose di tenue valore per provvedere all’urgente bisogno di mangiare. Non è invece dato sapere, per il momento, quanto sia costato allo Stato italiano il procedimento giudiziario arrivato fino al terzo, e ultimo, grado di giudizio.
lunedi 2 maggio  2016
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ITALIA QUARTO PAESE AL MONDO DOVE SI VIVE DI PIU'. GIAPPONE IN TESTA, POI SPAGNA E SVIZZERA

La popolazione italiana è al quarto posto tra i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni. Davanti al Bel Paese vi sono il Giappone (83,4), la Spagna (83,2), e la Svizzera (82,9) anni. È quanto emerge dall'ultimo rapporto Health at a Glance dell'Ocse, basato sui dati del 2013. In tutto il mondo occidentale, spiega il documento, rimane più alta la speranza di vita delle donne, anche se la forbice si sta richiudendo. I più longevi sono i maschi svizzeri, con 80,7 anni, seguiti dagli italiani con 80,3 e dai giapponesi e spagnoli con 80,2. Tra le donne in testa vi sono sono le giapponesi con 86,6 anni, seguite da spagnole e italiane. La media Ocse,è di 80,5 anni, con un guadagno di oltre 10 anni dal 1970 a oggi. Circa il 50% degli over 65, che rappresenta la media Ocse, riporta di essere in buona salute. Nuova Zelanda e Canada registrano rispettivamente il 90 e l'80%.
lunedi 2 maggio  2016
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