giovedì 30 giugno 2016

A 60 ANNI DA' ALLA LUCE IL FIGLIO DELLA FIGLIA MORTA PER UN CANCRO

A 60 anni una donna inglese è riuscita a realizzare l'ultimo desiderio di sua figlia morta per un cancro all'intestino: dare alla luce il suo stesso nipote, facendosi impiantare gli ovuli congelati della ragazza fecondati da un donatore. Lo ha stabilito la Corte d'appello britannica, consentendo così alla donna di superare i problemi dei permessi necessari per l'esportazione degli ovuli negli Stati Uniti. La Human Fertility and Embryology Authority (Hfea), infatti, aveva negato il permesso di esportazione poichè mancava una volontà scritta da parte della ragazza. La figlia della donna era da tempo malata di cancro all’intestino e aveva congelato i suoi ovuli nella speranza di poter guarire ed avere un bambino suo. Ma la ragazza cinque anni fa, all’età di vent’anni, è deceduta lasciando a sua madre il suo ultimo desiderio: ha chiesto alla donna di fecondare con il seme di un donatore gli ovuli e di dare alla luce questo bambino che lei avrebbe così tanto voluto. Così la donna, una volta elaborato il lutto, ha cercato dappertutto una clinica che potesse aiutarla con la fecondazione assistita, ma non ha trovato neppure una clinica disposta ad aiutarla in tutto il paese. Infine, dopo anni di ricerche, ha trovato una clinica a New York dove questo tipo di interventi vengono effettuati che è disposta ad aiutarla, al prezzo di 80 mila dollari. L’unica “prova” a sostegno della tesi dei genitori era un dialogo a cui avrebbe partecipato anche uno dei dottori dell’ospedale in cui la ragazza era ricoverata. 
giovedi 30  giugno 2016
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it

venerdì 24 giugno 2016

CASSAZIONE: COMMETTE REATO DI RAPINA CHI SI IMPOSSESSA DEL TELEFONINO ALTRUI PER LEGGERE I MESSAGGI

Da oggi occorre stare ben attenti ad impossessarsi del cellulare del proprio partner per cercare di prendere cognizione dei messaggi. Chi si impossessa

di uno smartphone altrui, sottraendolo al legittimo proprietario, per spiare gli sms, commette il delitto di rapina. Lo ha sancito la Cassazione con la

sentenza la n. 24297 del 10 giugno 2016, che ha condannato a un anno ed 8 mesi di reclusione un uomo, stabilendo che commette il reato di rapina e

lesioni chi sottrae con forza il cellulare al proprio compagno, contro la sua volontà, al fine di perquisire la messaggeria di Whatsapp. Anche perchè

sottraendo il cellulare al suo proprietario per leggere i suoi messaggi, si viola "il diritto alla riservatezza" e si incide "sul bene primario

dell'autodeterminazione della persona nella sfera delle relazioni umane". La finalità di prendere il telefono per leggerne il "contenuto", scrivono i giudici,

"integra pienamente il requisito dell'ingiustizia del profitto morale". Essa presuppone sempre l’uso della minaccia o della violenza per impossessarsi

della cosa mobile altrui. Infatti, nel caso di specie, il fine di esaminare i messaggi conservati nel cellulare, perquisendo lo stesso ha integrato

perfettamente il requisito dell'ingiustizia del profitto. L’uomo con tale gesto ha non solo violato il diritto alla riservatezza della sua fidanzata, ma altresì

ha compresso la sua libertà di autodeterminazione. L’uomo dopo esser stato condannato dalla Corte d’appello aveva proposto ricorso per Cassazione. A

nulla sono valse le difese dell'imputato che ha sottolineato come per la configurazione del reato di rapina mancasse l'elemento soggettivo del reato

ovvero il dolo, l’intenzione di conseguire un ingiusto profitto, non avendo egli agito alla ricerca di un profitto. A pensarla diversamente sono stati i giudici

di legittimità che hanno sottolineato come il profitto può non consistere esclusivamente in un vantaggio patrimoniale. Esso può coincidere anche con

un'utilità, solo morale o consistere in una soddisfazione, o godimento che il soggetto agente appunto immagina di conseguire dalla propria condotta.

Inoltre secondo gli ermellini la sottrazione, con violenza o minaccia, di un oggetto ad un’altra persona, quando questa lo tenga ben stretto, fa scattare la

rapina propria. Le motivazioni sottese alla statuizione sono legate innanzitutto all’individuazione delle differenze fra la rapina e il furto con strappo. Tale

ultimo reato si configura infatti quando la violenza avviene immediatamente solo sulla cosa e quindi in via del tutto indiretta verso la persona che la

detiene. La rapina invece presuppone l’appropriazione da parte del reo di una cosa particolarmente aderente al corpo di chi la detiene in quel momento.

Il soggetto attivo deve infatti vincere la resistenza del proprietario della cosa e la violenza quindi si estende alla persona. Nel caso specifico, l'imputato

aveva infatti diretto la propria azione violenta verso la sua ragazza per arrivare ad impossessarsi del telefonino. Ecco perché non si è potuto configurare

il furto con strappo. Insindacabile quindi la condanna dell'uomo che dovrà pagare anche le spese di giudizio.
venerdi 24 giugno 2016
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it

domenica 12 giugno 2016

NELLE FARMACIE SCARSEGGIANO LE MEDICINE

In questi giorni è impossibile trovare sul mercato diversi preparati farmaceutici. Mancano varie specialità tra cui alcuni antitumorali che neanche gli ospedali riescono a trovare. Ma a preoccupare le autorità è soprattutto l’esaurimento dello stock del vaccino combinato più diffuso che protegge i bambini contemporaneamente contro sei malattie, tra cui difterite, tetano, pertosse e poliomielite. Toccati dalla penuria di farmaci non sono però solo i genitori e i pazienti più piccoli. La lista dei preparati esauriti per settimane o mesi, attualizzata lunedì, contempla una ventina di farmaci tra cui l' IPNOVEL,VALIUM,VIAGRA,NIMENRIX,CAVERJECT,REVATIO,TAVOR,ZIMOX,,DALACIN,METHOTREXATE, LEVODOPA,CARBIDOPA,ENTACAPONE,TECNIGEN, HALCION,FELDENE,TESTIM, FLUDARA, VECLAM, RANIBEN ULCEX, GLITISOL,RANIDIL,PLANUM. L'allarme viene lanciato dallo Sportello dei Diritti:"La carenza di farmaci comincia a preoccupare seriamente, anche se la situazione è critica in tutta l'Europa. In alcuni ospedali i pazienti sono costretti a portarsi da casa i medicinali (in particolare un farmaco per l’ipertensione molto utilizzato ed un altro per l’epatite B) perchè nel prontuario ospedaliero non compaiono. Le conseguenze per i malati che davvero è diventato un grande problema assicurare la continuità delle cure.
domenica 12 giugno 2016
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it

giovedì 9 giugno 2016

AD AMSTERDAM "SCATOLE NERE" NELLE SALE OPERATORIE DEGLI OSPEDALI

Tutti i medici possono sbagliare, anche nel nostro Paese. Quanto sbaglino e quanto sia diffuso questo problema, è ancora poco chiaro, soprattutto in Italia. Rompere, però, questi “eventi avversi” è possibile. Basta adottare una politica di gestione del rischio che consenta di intervenire a monte delle cause di errore in ambito sanitario. A questo ci ha pensato l'Ospedale Universitario di Amsterdam che dal 7 giugno ha attrezzato, una tra le venti delle sue sale operatorie con un computer la cui missione è quella di registrare i fatti e le azioni della squadra chirurgica, una vera e propria "scatola nera". Come per l'aviazione, raccoglie e analizza tutti i dati elettronici durante l'operazione, come la pressione sanguigna, temperatura, frequenza cardiaca, ecc. La sicurezza può significare la differenza tra la vita e la morte: secondo gli studi condotti nel Paese, questo dispositivo ha lo scopo di ridurre il numero di incidenti medici in quanto è in grado di rilevare le fasi critiche di un intervento dopo aver esaminato ogni pezzo di informazione. Teodor Grantcharov, il chirurgo canadese a cui si deve l'iniziativa ha sfruttato la sua esperienza per portare a termine il processo. Il medico ha esaminato la propria performance al computer. "Dopo l'intervento chirurgico, ho spesso pensato di avere fatto un ottimo lavoro, ha dichiarato. Ma quando ho guardato le foto, pochi giorni dopo, la mia sensazione era diversa: ho notato cose che potrei migliorare. Tuttavia, la chirurgia, la sicurezza può significare la differenza tra la vita e la morte. " I dati registrati verranno salvati ed i pazienti vittime d'incidente come le loro famiglie hanno la possibilità di consultare i record qualora ne facciano richiesta. I volti e le voci dei medici sarebbero poi offuscate e distorte per salvaguardare l'anonimato. "L'idea non è quella di creare una cultura in cui scoprire il colpevole, ma di immaginare un ambiente favorevole per l'apprendimento", ha dichiarato il Prof. Marlies Schijven, il chirurgo responsabile del progetto di Amsterdam. Su 8 milioni di persone che ogni anno vengono ricoverate negli ospedali italiani, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, 320 mila (il 4% circa) subiscono danni o conseguenze più o meno gravi che potrebbero essere evitati. Di queste, una cifra variabile tra le 14 mila (secondo le stime più ottimiste) e le 50 mila (secondo quelle più pessimiste) muoiono a causa di errori compiuti dai medici o causati da una non adeguata organizzazione delle strutture sanitarie. In fredde cifre sono questi i numeri principali dell’errore medico in Italia. Inoltre questi “eventi avversi” (come asetticamente vengono definiti) spingono gli utenti a ricorrerre sempre più frequentemente al tribunale: sono circa 12 mila le cause pendenti, per una richiesta di risarcimento danni pari a circa 2,5 miliardi di euro. Le cause principali degli errori in ambito sanitario sono gli eccessivi carichi di lavoro, la supervisione inadeguata, la struttura edilizia dell’ambiente di lavoro, la comunicazione inadeguata fra gli operatori, la scarsa competenza o esperienza, l’ambiente di lavoro stressante, una recente modificazione dell’organizzazione del lavoro e la presenza di obiettivi in conflitto (ad esempio tra limiti economici dell’assistenza ed esigenze cliniche). Tra le cause immediate, invece, si annoverano: l’omissione di un intervento necessario, gli errori per scarsa attenzione, le violazioni di un procedimento diagnostico o terapeutico, l’inesperienza in una procedura diagnostica, il difetto di conoscenza (di un nuovo trattamento di documentata efficacia o dei rischi di effetti avversi o della manifestazione clinica di una malattia), l’insufficiente competenza clinica, l’insufficiente capacità di collegare i dati del paziente clinico, la prescrizione illeggibile di una ricetta, le spiegazioni insufficienti, la mancanza di coordinamento da parte del medico di medicina generale rispetto alle varie prescrizioni degli specialisti. Per insufficienza dei meccanismi di controllo, invece, si intende il fallimento di quei meccanismi o procedure che avrebbero dovuto impedire le conseguenze negative dell’errore, come ad esempio la mancanza di un esperto che avrebbe dovuto supervisionare una procedura tecnica eseguita da un medico meno esperto, oppure il mancato controllo di una prescrizione. Pertanto ben venga la "scatola nera" anche nelle nostre sale operatorie.
giovedi 9 giugno 2016
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it