lunedì 30 ottobre 2017

BITCOIN: LA TRUFFA ONLINE E' SERVITA L'ALLARME DELLO SPORTELLO DEI DIRITTI

Che c’è di meglio per un haacker o un truffatore per destare la curiosità dei navigatori della rete interessati al fenomeno delle criptovalute ed in particolare ai Bitcoin? Comunicare con un (apparentemente) innocuo messaggio che nel proprio account Osi è ricevuto un bitcoin del valore di mercato corrente di 3895,83 euro. È questa l’ultima frontiera delle frodi online per cercare di carpire i dati bancari o sensibili dello sfortunato utente che dovesse cliccare sul messaggio ricevuto sulla posta elettronica o sul proprio dispositivo iperconnesso tramite le app di messaggistica istantanea. A segnalare ancora una volta l’ennesimo modo per tentare di frodare i cittadini è lo “Sportello dei Diritti” che nella sua costante, tra le tante attività a tutela della cittadinanza, ritiene utile portare a conoscenza del pubblico un’altra allerta lanciata dalla Polizia Postale con l’ennesimo post sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con il quale ha pubblicato una foto del messaggio utilizzato dagli hacker. Questo il testo dell’allerta della Polizia Postale: “Bitcoin. La truffa con criptovalute”. Il modo migliore per difendersi, ricorda ancora una volta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è quello di non rispondere mai a questi messaggi truffaldini e quindi di non cliccare sui link cui solitamente conducono o rispondere alle richieste di dati personali o bancari. È bene continuare a ripetere che nessuno regala nulla, tantomeno sulla rete e tantomeno criptovalute. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione, cestinare il messaggio, e, come ripetuto, evitare di cliccarci sopra o seguire le istruzione riportate. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
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lunedi 30 ottobre 2017

sabato 28 ottobre 2017

ORA SOLARE: LANCETTE INDIETRO DI UN'ORA. SI DORME DI PIU' MA ATTENZIONE ALLA STRADA. IL CAMBIO DI ORARIO INFLUISCE SULL'AUMENTO DI INCIDENTI

Tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2017 si torna all'ora solare: alle ore 3.00 le lancette degli orologi saranno spostate sulle 2.00. Farà buio prima ma al mattino ci sarà più luce. La giornata di domenica durerà 25 ore e si potrà dormire un'ora in più. La stagione invernale finirà il 25 marzo dell'anno prossimo, quando si tornerà all'ora legale. Non si tratta solo di un’ora di sonno in più e la necessità di risparmiare globalmente energia ma il cambio d’orario provoca una serie di conseguenze sui normali bioritmi che sono stati anche di oggetto di studio per alcune conseguenze negative non difficilmente percepibili: tra tutte, un aumento del rischio d’incidenti stradali. Alcune ricerche hanno stabilito che ad aumentare la frequenza dei sinistri sarebbero la maggiore possibilità di colpi di sonno cui sono soggette molte persone stressate o cronicamente stanche. Basti pensare che secondo l’Inselspital di Berna (l’Università ufficiale di medicina della capitale elevetica) che si rifà ad uno studio canadese, il giorno dopo il cambiamento di orario gli incidenti sulle strade aumentano di ben l'8%. A tali dati sono giunte anche analoghe statistiche americane ed un’indagine condotta dall'Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (UPI), che ha analizzato tutti i sinistri stradali fra il 1981 e il 2005 avvenuti la settimana dopo il passaggio all'ora estiva o invernale, arrivando a concludere che aumentano del 7% sia i sinistri, sia il numero dei feriti.La ricerca più completa in relazione agli effetti dell’ora legale sulla frequenza dei sinistri è stata però pubblicata il maggio dello scorso anno in Gran Bretagna. Secondo lo studio britannico, nelle quattro settimane dopo il cambio dell’ora i feriti aumentano del 19% fra gli automobilisti e del 43% fra i motociclisti. Sulla scorta di quanto sostengono tali ricerche, le cause di queste preoccupanti statistiche, rileva lo Sportello dei Diritti, stanno nel fatto che nella nostra società si tende a dormire troppo poco rispetto al necessario ed in tal senso anche un’ora in meno può comportare effetti evidenti sui nostri comportamenti. Peraltro, v’è da sottolineare che il nostro organismo ha bisogno di almeno un giorno per regolare l'orologio interno biologico. In tal senso i medici che si sono occupati della questione consigliano di andare a dormire un'ora prima del solito il sabato o, ancora meglio, di cominciare ad anticipare i tempi già una settimana prima.
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28 ottobre 2017

venerdì 27 ottobre 2017

WHATSAPP: SI POTRANNO CANCELLARE I MESSAGGI INVIATI PER ERRORE

Gli sviluppatori di Whatsapp, la celebre e diffusissima applicazione di messaggeria istantanea, si preparano a lanciare una grossa novità, dopo circa un anno di indiscrezioni. Sta finalmente arrivando infatti la possibilità di cancellare i messaggi inviati per errore, o di cui ci si è pentiti appena premuto il tasto d'invio. Oggi il sito WABetaInfo, dedicato all'applicazione, precisa che la novità è in distribuzione su iPhone, Android e Windows Phone. Il sito di Whatsapp segnala che la nuova opzione è chiamata “Eliminare i messaggi per tutti” e precisa che “permette d’eliminare specifici messaggi” inviati “a un gruppo o a una chat individuale” ed è “utile” se si invia “un messaggio alla chat sbagliata o se il messaggio inviato contiene un errore”. Per eliminare un messaggio, frase, foto o video, basterà selezionarlo e toccare il simbolo del cestino, quindi toccare “elimina per tutti”. La novità ha tuttavia alcuni paletti: per avere ripensamenti si avranno a disposizione 7 minuti, dopo i quali il messaggio sarà definitivo e la funzione richiede che mittenti e destinatari abbiano la versione più aggiornata dell'app.
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27 ottobre 2017

giovedì 26 ottobre 2017

NO AUTOSTIMA? SI AD ANSIA E DEPRESSIONE

Ricercatori dell'University College di Londra sarebbero riusciti ad elaborare un'equazione matematica che descrive come il cervello fa fluttuare la nostra autostima in base al giudizio degli altri.

Il coordinatore dello studio Geert-Jan Will, ha evidenziato che "la bassa autostima è un fattore di vulnerabilità per molti problemi di natura psichiatrica, come l'ansia, la depressione e i disordini alimentari. In questo studio abbiamo identificato esattamente cosa accade nel cervello quando l'autostima va su e giù. Speriamo che questa scoperta possa aiutarci a capire come si sviluppano i problemi mentali, migliorandone la diagnosi e il trattamento". La formula in questione è stata realizzata a seguito di un esperimento che ha coinvolto 40 volontari, a cui è stato chiesto di caricare il proprio profilo su un database online dove avrebbero ricevuto i 'mi piace' di 184 estranei (in realtà giudizi elaborati da un algoritmo).

Mentre veniva effettuato il test, il loro cervello è stato monitorato con la risonanza magnetica, mentre il livello di autostima è stato valutato attraverso un questionario. "Abbiamo scoperto che l'autostima oscilla non solo in base al giudizio altrui, ma soprattutto in base alle nostre aspettative circa le valutazioni degli altri", ha sottolineato Will. I livelli più bassi, infatti, si raggiungono quando riceviamo un giudizio negativo da persone a cui credevamo di poter piacere. Questo effetto è stato riprodotto in un modello computazionale e confrontato con le immagini del cervello ripreso con la risonanza magnetica. Si è così osservato che le persone con i livelli di autostima più bassi manifestano più facilmente sintomi depressivi e stati ansiosi. Il loro cervello reagisce ai giudizi inaspettati in maniera particolarmente vivace in due regioni coinvolte nell'apprendimento e nella valutazione: l'insula e la corteccia prefrontale.
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26 ottobre 2017

martedì 24 ottobre 2017

L'ABRUZZO SEMPRE IN RITARDO: SOPRATTUTTO NEI PAGAMENTI


La pubblica amministrazione, in Abruzzo, impiega in media 54 giorni ad effettuare i pagamenti, dato superiore ai limiti di legge, che prevede 30 giorni ad eccezione della sanità (60 giorni). Ad abbassare la media abruzzese è proprio la sanità, 48 giorni, cioè meno delle tempistiche massime previste dalla normativa, mentre la situazione è peggiore per quanto riguarda i Comuni, 62 giorni, e gli altri enti, 72 giorni. Tre Comuni su quattro, cioè il 24,5% del totale, pagano oltre il limite dei 30 giorni. Nel complesso 7 enti su 10 non rispettano la legge e pagano in ritardo. Emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un'elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale.

Il dato medio dei 54 giorni è migliore di quello nazionale (58 giorni) e colloca l'Abruzzo al 12esimo posto della classifica nazionale, guidata in negativo dal Molise, con una media di 107 giorni. E' solo la sanità a far registrare all'Abruzzo risultati migliori del resto del Paese: senza quel dato la regione si posizionerebbe al decimo posto per quanto riguarda i Comuni (62 giorni contro i 60 nazionali) e al terzo posto per quanto riguarda gli altri enti (72 giorni contro i 47 nazionali).

A livello territoriale, la maglia nera spetta alla provincia dell'Aquila, dove i tempi medi raggiungono i 63 giorni (53 giorni per i Comuni, 62 per la sanità e 78 per gli altri enti). Segue la provincia di Chieti, con 60 giorni (64 Comuni, 59 sanità, 26 altri enti). Situazione migliore, anche rispetto alla media nazionale, nelle province di Teramo, 46 giorni (69 Comuni, 33 sanità, 58 altri enti) e in quella di Pescara, 44 giorni (71 Comuni, 37 sanità, 75 altri enti).

“I dati parlano chiaro e bisogna porre rimedio a questa situazione – commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco – La soluzione al problema, Confartigianato lo dice da tempo, è quella di adottare la compensazione diretta dei debiti e dei crediti verso la PA. In questo modo si darebbero liquidità ed ossigeno alle imprese”.

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martedi 24 ottobre  2017

mercoledì 4 ottobre 2017

A PESCARA UNO DEI MIGLIORI CENTRI ITALIANI NELLA CURA DELL'ICTUS

Una delle migliori strutture  italiane nella cura dell'ictus è la Stroke Unit dell'ospedale  civile Santo Spirito,  diretta da Gabriele Lombardozzi, pescarese,  61 anni, reumatologo fisiatra con specializzazione in medicina osteopatica e agopuntura e  specialista nella trombolisi sistemica, una terapia salvavita altamente all'avanguardia che si somministra per endovenosa. Una terapia  sperimentata con successo su almeno cento pazienti l'anno dal 2008 quando è stata fondata, dall'attuale manager Asl  Armando Mancini, l'Unità di Terapia Neurovascolare che conta oltre 500 ricoveri l'anno. La certificazione, che sarà consegnata a Lombardozzi nei prossimi mesi nel corso di una cerimonia ufficiale, è frutto di una indagine della ThatMorning, un network milanese fondato  due anni fa da Danilo Minelli e composto da 300 medici italiani che hanno il compito di monitorare 1400 ospedali .  Sotto osservazione per un anno sono state tutte le strutture sanitarie  italiane e regionali e sulla base di alcuni parametri ( volumi di attività, outcome clinici, curriculum dei medici e pubblicazioni scientifiche) e secondo dati resi noti all'agenzia dal Ministero della Salute, è emerso che la Stroke unit pescarese (settimo piano, ala sud, tra via Fonte Romana e via Paolini) è uno dei migliori reparti italiani per la cura della patologia che si manifesta, generalmente, attraverso una  serie di sintomi prodromici: cefalee, vertigini, capogiri, disturbi motori, visivi, sensori e del linguaggio, semincoscienza.  Sorpreso dall'inatteso riconoscimento, il  dottor Lombardozzi  ha espresso soddisfazione e ricordato meriti:"Questo riconoscimento ci inorgoglisce e ci spinge a lavorare ancora di più e meglio  con l'obiettivo di salvare quante più vite possibili".
Lombardozzi ringrazia la sua squadra composta da 3 medici (Francesco Di Blasio, Daniela Monaco e Antonio La Torre)e 2 infermieri per turno, in un reparto che conta 15 posti letto e che dall'inizio dell'anno ha svolto 80 interventi di trombolisi sistemica con un probabile trend di un
centinaio a fine anno. I pazienti operati hanno età variabili dai 40 ai 70 anni e provengono da tutta la regione oltre che dal Molise e dalla Lombardia.
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4 ottobre 2017
 

martedì 3 ottobre 2017

TUO MARITO/ MOGLIE TI MALTRATTA? PER LA CASSAZIONE SCATTA LA SEPARAZIONE

Gli atti di violenza da parte di un coniuge sull'altro o sulla prole sono comportamenti così gravi che sono ritenuti sufficienti a far scattare l'addebito della separazione nei confronti di chi li perpetra. E per la Cassazione, anche un solo episodio di percosse può far scattare l’addebito della separazione a carico di chi ha aggredito l’altro coniuge in quanto la violazione è dotata di una gravità tale che il giudice del merito è esonerato perfino dal comparare i comportamenti della vittima contrari ai doveri coniugali. Sono questi i principi ribaditi nella sentenza 22689/17 pubblicata dalla Suprema Corte civile nel rigettare il ricorso di un marito che aveva sottoposto la moglie e i figli a reiterate violenze e umiliazioni, tanto da aver subito anche una condanna penale per il reato di cui all'articolo 572 del codice penale per "maltrattamenti contro familiari" uniti sotto il vincolo della continuazione. Nei due gradi di merito era stato ritenuto responsabile della crisi familiare con conseguente addebito della separazione. Sentenze confermate poi anche innanzi ai giudici di legittimità che hanno ricordato il principio già espresso secondo cui è sufficiente anche un solo episodio di violenza a far scattare l'addebito. Gli ermellini hanno sottolineato che «le violenze fisiche e morali costituiscono violazioni talmente gravi e inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole, quand'anche concretantisi in un unico episodio di percosse, non solo la pronuncia di separazione personale, in quanto cause determinanti l'intollerabilità della convivenza, ma anche la dichiarazione della sua addebitabilità all'autore, e da esonerare il giudice del merito dal dovere di comparare con esse, ai fini dell'adozione delle relative pronunce, il comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze trattandosi di atti che, in ragione della loro estrema gravità, sono comparabili solo con comportamenti omogenei».
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3 ottobre 2017