martedì 30 maggio 2017

POSTE ITALIANE: DA OGGI IL RITIRO AGLI SPORTELLI DELLE RACCOMANDATE E I PACCHI NON CONSEGNATI PER ASSENZA DEL DESTINATARIO

Ritiro delle raccomandate: si cambia. A partire da oggi sarà infatti possibile ritirare direttamente nell’ufficio postale più vicino alla propria residenza le raccomandate e i pacchi non consegnati per assenza del destinatario. Anche a Pescara e provincia sono stati abilitati tutti gli 80 uffici postali.
La novità è stata introdotta da Poste Italiane per semplificare il servizio e rendere più agevole il ritiro della corrispondenza per i cittadini, che avranno così la possibilità di ridurre al minimo il tragitto da compiere per raggiungere l’ufficio postale abilitato, risparmiando tempo e facilitando le operazioni. Tutti gli sportelli degli uffici postali sono abilitati per la consegna al destinatario della posta a firma o i pacchi in giacenza, consentendo così al cliente di accedere nella stessa ora e nello stesso luogo all’intera offerta di Poste Italiane.
Sull’avviso di giacenza lasciato dal portalettere nella cassetta postale, il cliente troverà le indicazioni utili per il ritiro della raccomandata o del pacco: data di inizio disponibilità dell’oggetto, ufficio postale in cui recarsi e relativo orario di apertura al pubblico.
Nel caso degli uffici postali dotati di nuovo gestore delle attese (a Pescara in via Monti, corso Vittorio Emanuele, via Carducci, viale D’Annunzio, via Cavour, via Passolanciano, via Tiburtina, via Verrotti, viale De Amicis, via Nazionale Adriatica Nord, via di Sotto e via Monte Faito), il cliente, in possesso dell’avviso di giacenza rilasciato dal portalettere, potrà avvicinare il codice a barre presente sul modello al lettore “barcode” del totem presente all’ingresso degli uffici postali. A quel punto il sistema restituirà un messaggio a video sul totem sullo stato dell’oggetto rilasciando l’apposito ticket al cliente per il ritiro a sportello.
In tutti gli altri uffici postali il cliente prenderà il classico “numeretto” con le consuete modalità di prenotazione del turno a sportello.
A Pescara, uffici aperti con orario continuato 8.20-19.05 dal lunedì al venerdì (il sabato fino alle 12.35) in via Monti (Pescara 1), corso Vittorio Emanuele (Pescara Centro), via Carducci (Pescara 2), viale D’Annunzio (Pescara 3), via Cavour (Pescara 4), via Passolanciano (Pescara 5), via Tiburtina (Pescara 7), via Verrotti (Pescara 8), viale De Amicis (Pescara 9) e via di Sotto (Pescara 12).
martedi 30 maggio 2017
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SEMPRE PIU' AZIENDE NEL MIRINO DEI PIRATI INFORMATICI

Le aziende sono sempre più bersagliate dai pirati informatici, sebbene siano state in larga parte risparmiate dal recente cyberattacco mondiale ad opera del software malevolo “WannaCry”. Lo rivela una ricerca della società di consulenza KPMG che ha interpellato 60 imprese svizzere: l’88% di queste ha dichiarato di aver subito almeno un tentativo di intrusione nell’ultimo anno, contro il 54% dei 12 mesi precedenti. Nel 56% dei casi, l'attacco ha provocato un'interruzione dell'attività, mentre il 36% delle società ha registrato perdite finanziarie. Il 27% contro il 16% di un anno fa, ha invece subito furti di dati confidenziali relativi a clienti o partner. Più della metà delle aziende dichiara di avere ora acquisito una maggiore consapevolezza in tema di sicurezza informatica, tuttavia, secondo KPMG, ci sarebbero ancora molte lacune da colmare. Questa ricerca di KPMG, società che fornisce servizi professionali alle imprese e specializzata nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza manageriale e nei servizi fiscali, legali e amministrativi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra ancora una volta che nessuno è immune agli attacchi informatici.La nostra preoccupazione che non venga compromessa ulteriormente la privacy e la sicurezza dei cittadini.
martedi 30 maggio 2017
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sabato 27 maggio 2017

CONSERVATORIO LUISA D'ANNUNZIO: MASSIMO MAGRI LASCIA LA DIREZIONE AD ALFONSO PATRIARCA Conservatorio aperto alla città, nuovi progetti e il libro di Fernando Bellafante.

Cambio della guardia alla direzione del conservatorio "Luisa D'Annunzio" di Pescara. Massimo Magri, in carica da sei anni, passerà il testimone all'attuale vice direttore Alfonso Patriarca a partire dal prossimo 1 novembre. La cerimonia ufficiale del passaggio di consegne tra i due direttori, che sono amici d'infanzia perchè si sono conosciuti e sono cresciuti all'interno dell'istituto musicale dedicato alla madre del poeta Gabriele D'Annunzio, si svolgerà tra sei mesi. Come da tradizione, nell'auditorium del palazzo della musica di viale Bovio . Due giorni fa l'elezione di Patriarca, unico candidato in corsa, che ha incassato un plebiscito di voti da parte del corpo docente del conservatorio, composto da 104 elementi. Su 97 votanti (gli altri assenti), 95 hanno accolto con favore la nuova dirigenza. Hanno chiuso la partita, una scheda nulla e una bianca. Massimo Magri, succeduto a Enrico Perigozzo, lascerà il conservatorio dopo due rielezioni consecutive. Patriarca resterà in carica per i prossimi tre anni, il suo vice sarà Piero Binchi.

Massimo Magri, 59 anni, pescarese, a novembre lascerà ufficialmente la direzione del conservatorio dove tornerà ogni giorno per insegnare il
violoncello ai suoi allievi. Il bilancio di sei anni di lavoro, due mandati consecutivi, è più che positivo.

Magri, che esperienza è stata?
Bellissima. Un ruolo per il quale non si studia, si può solo imparare e sviluppare progetti giorno dopo giorno. Come ho fatto con Alfonso Petrarca al io fianco come vice in questa avventura. Abbiamo lavorato tanto e con entusiasmo. Il nostro grande orgoglio è stato aprire, gratuitamente, le porte del
conservatorio alla città organizzando un centinaio di concerti l'anno con una affluenza di 250 persone ad ogni inconro, per un totale di circa ventimila visitatori E' stata un'azione meritoria nei confronti della cittadinanza. Siamo diventati un punto di riferimento per le altre realtà musicali storiche e importanti come l'orchestra Sinfonica Abruzzese, la società Luigi Barbara e le tante idee sviluppate con Lucio Fumo e il Festival jazz, il più antico d'Europa. E ancora, il bicentenario verdiano, i Carmina Burana, tutti spettacoli sold out .Fno ai concerti di musica in ospedale organizzati col manager Armando Mancini. Le iscrizioni sono aumentate nel corseo degli anni, ora siamo a quota 800 studenti (500 di formazione preaccademica, 300 accademica) tra i 9 e i 50 anni, ma ospitiamo anche piccoli talenti in erba. E circa 150 allievi over 18 fanno parte della
scuola di pop jazz aperta nel 2004, solo corso accademico. Abbiamo incrementato i corsi di studio. Oltre agli archi, fiato, pianoforte, arpa, clavicembalo, la fisarmonica e la scuola di pop jazz, stanno riscuotendo molto successo. Le iscrizioni continuano fino al 19 giugno, tutte le info sono reperibili sul sito internet conservatoriopescara.gov.it. Solitamente riceviamo sulle 350 domande, metà delle quali vengono accolte secondo criteri di varia natura. Quest'anno, oltre alle consuete prove pratiche, lavoreremo molto sulla conoscenza teorica.

Prossimi impegni?
A giugno ospiteremo Gabriele Ferro, figlio del primo direttore della corporazione musica per la presentazione di un libro sull'istituto. A luglio, una rappresentanza di docenti e studenti sarà presente al congresso internazionale di musicoterapia a Tokyo. Tra agosto e i primi di
settembre ospiteremo l'ottava edizione del concorso Gazzelloni con l'associazione flautistica e la Fondazione PescarAbruzzo e, a seguire, il premio nazionale delle Arti con la sezione di fisarmonica.

Quando è entrato in conservatorio?
Da bambino e vi ho trascorso tutta la vita. Prima da allievo, poi da docente e quindi da direttore. Il primo di origini pescaresi. E Patriarca sarà il secondo. Qui, Alfonso ed io ci siamo conosciuti. Qui si è sviluppata la nostra amicizia, che va al di là del lavoro e che unisce le nostre famiglie.

Con quale stato d'animo lascia?
Con animo sereno. Sicuro che i prossimi progetti saranno all'insegna della continuità, sono orgoglioso del lavoro svolto insieme. Presto tornerò a fare l'insegnante di violoncello, ma ci sarò sempre per chiunque mi chiederà un consiglio. Lascio un conservatorio dinamico e pieno di grandi progetti.

Il suo maestro?
Mario Domenicucci .





Alfonso Patriarca, 54 anni, pescarese, ex primo fagotto dell'orchestra della Rai e del teatro dell'Opera di Roma, il 1° novembre assumerà la guida del
Conservatorio D'annunzio come nuovo direttore, dopo sei anni trascorsi al fianco di Massimo Magri come suo vice. Due giorni fa l'elezione da parte del corpo docente con una votazione quasi plebiscitaria.

Si aspettava un consenso così ampio?
Assolutamente no e ringrazio tutti per la fiducia che mi hanno accordato. Essendo io unico candidato alla direzione, avevo qualche timore. Poi superati.
Perchè mi stanno arrivando attestati di stima da tutta Italia. Questo nuovo impegno è una svolta nella mia vita professionale, mi sento carico per il risultato raggiunto con questa elezione . Sono molto contento, mi attendono grandi responsabilità ma porterò avanti il lavoro iniziato
con Magri.

Che tipo di eredità raccoglie?
La migliore. Massimo ha lavorato molto bene, è un pescarese nell'anima. In virtù di ciò, la mia vittoria rappresenta la vittoria del conservatorio. Insieme
siamo riusciti a realizzare il grande progetto di aprire l'istituto musicale alla città, nostro vanto e orgoglio. Questa operazione ha incrementato anche gli
iscritti, oltre all'introduzione di nuovi corsi di studio come la scuola pop jazz e i corsi di fisarmonica.

Quali saranno i suoi primi progetti?
Intanto, terminare la stagione dei concerti ai primi di giugno. L'ultimo in auditorium, con musiche di Stravinsky, vedrà la partecipazione del mio collega, Patrick De Ritis, 1° fagotto solista nei Wiener Symphoniker di Vienna e del maestro Marco Ciccone.
Poi, un obiettivo che finora non siamo riusciti a centrare: la creazione degli open day per far conoscere a tutti i corsi di studio, come fanno scuole e università.

Il sogno?
Sono almeno due. Aprire una sala di registrazione per promuovere tutta l'attività del conservatorio, compresa la realizzazione di cd delle opere concertistiche degli allievi e creare una orchestra baby di studenti under 14. Poi, ancora: lanciare nuovi corsi di studio, come il mandolino e la musica elettronica per allargare la fascia di interessi dei giovani. E naturalmente sarà mia premura portare avanti le "creature" fondate insieme a Massimo: l'Ensemble, l'orchestra tradizionale del conservatorio, l'orchestra dei fiati, il coro delle voci bianche e di musica antica.

Un altro progetto importante?
Acquisire i locali dell'ex scuola di via Saffi per realizzare un auditorium con circa 800 posti. Abbiamo bisogno di nuovi spazi per ampliare i servizi. L'idea progettuale c'è da tempo, speriamo di farcela presto con l'aiuto delle istituzioni.

A che età è entrato in conservatorio?
Avevo 11 anni, Massimo già studiava da qualche anno. Siamo grandi amici, ci frequentiamo anche fuori della scuola. Da questo istituto sono usciti i migliori fiati italiani con il direttore dell'epoca, Firminio Sifonia. Lui riusciva a trascinare a Pescara, i più grandi flautisti dell'orchestra della televisione italiana, come Severino Gazzelloni.

Ha già scelto il suo vice?
Si, il violinista Piero Binchi. E' il mio collaboratore da sempre.

Il suo maestro?
Marco Costantini.


"Il conservatorio Luisa D'Annunzio- origini e storia" è il titolo del volume, curato dal genealogista pescarese Fernando Bellafante, che sarà presentato sabato 10 giugno alle ore 17 nell'auditorium del conservatorio tra viale Bovio e via Muzii. Al convegno, moderato da Franco Farias, interverranno il pianista e compositore Antonio Piovano; il direttore d'orchestra e direttore musicale del teatro Massimo di Palermo Gabriele Ferro; il violinista Lucio Liviabella; il presidente del conservatorio Enzo Fimiani, il direttore uscente Massimo Magri e il futuro direttore Alfonso Patriarca e Andrea Lombardinilo dell'Università D'Annunzio. Parteciperanno anche il presidente della Provincia Antonio Di Marco e il sindaco Marco Alessandrini. Al termine, concerto a cura dell'orchestra del conservatorio.
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mercoledì 24 maggio 2017

SCATTA IL REATO DI STALKING PER L'EX PARTNER INVADENTE

Scatta il reato di stalking nei confronti della moglie, per l'ex marito separato che incombe con troppa insistenza sulla donna con continue intrusioni nell’account di posta elettronica e nel profilo Facebook per controllare cosa fa. Questo comportamento assillante dell’ex può costare caro. Risponde, infatti, di atti persecutori chi ossessiona il vecchio partner con ripetute minacce, ingiurie e abusivi accessi sulla casella personale di posta elettronica e sugli account social media, provocando un perenne stato di ansia tanto da spingere la vittima a cambiare casa, utenze domestiche e, più in generale, le abitudini di vita. Così ha deciso la Cassazione, con la sentenza 25940/17, pubblicata dalla quinta sezione penale. Gli ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo, condannato per stalking dalla Corte di appello che riformava la sentenza di assoluzione di primo grado. All’imputato, lo “Sportello dei Diritti”, era contestato di aver reso impossibile la vita dell’ex convivente con ripetute minacce, messaggi, ingiurie all’indirizzo tanto da
cagionarle uno stato di ansia perenne che l’avrebbe spinta a cambiare abitudini di vita e utenze telefoniche. La Cassazione non fa sconti e conferma la pronuncia di seconda istanza. Nel ricorso proposto, l'uomo separato lamenta, per bocca dei suoi avvocati,vizio motivazionale. Secondo il tribunale che assolveva l’uomo, non era stato dimostrato il nesso causale tra le condotte persecutorie e il grave stato di ansia e paura generato nella donna; di diverso avviso è il giudice di appello che ha evidenziato le lacune della prima decisione. Il tribunale, pur avendo accertato che le intrusioni nella vita privata della
donna avevano contribuito a modificare le proprie abitudini, al punto di essere costretta a cambiare casa, trascura tali importanti elementi e lo fa anche in relazione allo stato di ansia, «integrato dal grave disturbo post-traumatico da stress diagnosticato dalla psicoterapeuta della vittima». Sulla prova del
nesso causale, poi, per quanto il primo giudice si attenga ai costanti principi della Cassazione in materia, il richiamo si rivela «avulso dagli elementi probatori, che, viceversa, fondavano sia una valutazione di astratta idoneità ad ingenerare paura (per le minacce profferite, e per i controlli a distanza operati anche mediante abusivi accessi informatici) sia una valutazione di concreta incidenza sul mutamento delle abitudini di vita, essendo stato accertato che la vittima, proprio in conseguenza degli accessi abusivi, era stata costretta a cambiare utenze telefoniche, indirizzi mail, e profilo Facebook, oltre all’abitazione». La Corte di secondo grado, invece, non ha trascurato tali aspetti, arrivando alla conclusione che lo stato di «perdurante ansia e paura e l’alterazione delle abitudini di vita invece sono stati determinati proprio dalle condotte persecutorie dell’imputato, consistite in minacce, molestie continue e ossessive, intrusioni nell’account di posta elettronica e nel profilo Facebook».
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lunedì 22 maggio 2017

MARCO, OMOSESSUALE:"SONO STATO MINACCIATO E INSULTATO PER UN BACIO"

"Mi è capitato altre volte si sentirmi dire frocio, non ritengo offese gravi quelle che provengono dalla bocca degli stupidi. Questa volta, però, mi
sono sentito braccato. Ho temuto che mi bloccassero con l'auto e mi picchiassero perchè, oltre ad insultarmi pesantemente, quei due avevano un
atteggiamento molto aggressivo nei miei confronti". Si sfoga, Marco, omosessuale pescarese di 31 anni. Vittima di attacchi omofobi dopo
aver dato un casto bacio della buonanotte al fidanzato, più giovane di qualche anno. Il grave episodio di intolleranza, che ha scatenato le diverse
reazioni del mondo politico e anche qualche commento velenoso sui social, si è verificato giovedi scorso intorno alle 22 sul lungomare di Pescara, vicino
della
rotonda Paolucci. Il ragazzo, studente di Medicina, è volontario dell'Arcigay Chieti "Sylvia Rivera" ,racconta in una intervista al Centro l'aggressione
subita. La paura provata. I timori. E le speranze per il futuro.

Marco, che cosa è accaduto giovedi sera?
Il mio ragazzo ed io siamo rimasti un'oretta a chiacchierare sul lungomare. Finchè è arrivato il momento della
buonanotte. Io mi sono messo in sella alla bicicletta, lui era in piedi al centro della piazza. Ci siamo dati un bacio a volo, istantaneo, nulla di più. In
quel momento passa una Fiat punto grigia con due persone a bordo che rallentano, abbassano il finestrino e gridano:"Froci". Mi è capitato altre volte di
sentirmelo dire, non mi sono preoccupato più di tanto. Saluto il mio ragazzo, inforco la bici e prendo la direzione della
Madonnina.

A quel punto cosa è successo?
Che mentre io proseguivo sulla pista ciclabile, l'auto procedeva di pari passo con me verso il centro cittadino. Ogni tanto i due si fermavano, accostavano,
mi aspettavano e appena arrivavo sulla loro traiettoria, mi lanciavano insulti ed epiteti di ogni sorta. A quel punto ho cominciato ad avere molta paura.
Penso: questi mi bloccano e poi mi piacchiano. Mi sento braccato. Penso anche di dover cambiare strada per evitare che mi seguano fino a casa. Quindi
mi fermo e col telefonino chiamo il 113. Intanto, passa una volante della polizia, mi sbraccio, tento di fermarla, ma non mi vedono . Quel gesto, però,
spaventa e fa fuggire gli aggressori.

Che tipi erano?
Ricordo solo un uomo piuttosto giovane con la barba e i capelli rasati.

Ha denunciato l'accaduto?
Appena i due sono andati via, ho chiamato il mio ragazzo per rassicurarlo che stavo bene,a nche se ho temuto molto per la mia incolumità. Quindi
mi hanno raggiunto Adelio Iezzi e gli amici dell'Arcigay e siamo andati in questura dove ho raccontato l'esperienza vissuta. Mi
hanno spiegato che il reato non è configurabile. Ci siamo rivolti ai carabinieri di via D'Annunzio, erano circa le 23,30. Stessa risposta. Ci hanno chiesto
di ripassare il giorno dopo se eravamo ancora intenzionati a sporgere querela.

E lei è ancora intenzionato a farlo?
Per ora no, dal punto di vista legale non ci sono appigli. Senza il reato non si può fare nulla in tal senso.

Quindi come intende procedere?
Con l'Arcigay studieremo il caso e lavoreremo ad una campagna per arrivare ad una legge contro l'omofobia. Apprezziamo l'intervento del sindaco
Alessandrini, siamo contentissimi dell'appoggio della Sinistra Italiana e della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Chiederemo ancora il loro
sostegno, perchè non può passare il messaggio che non succede niente quando qualcuno viene aggredito anche solo verbalmente. Pensavo che Pescara
fosse una città più moderna ed emancipata.

Come si sente adesso?
Non sono più tranquillo come prima.

Cosa prova nei confronti di quelle persone?
Mi fanno pena, non si sono resi conti della gravità di ciò che hanno fatto.

La sua reazione ai commenti sui social?
Sono amareggiato. I commenti negativi sono altre offese gratuite che mi vengono rivolte da chi vuole scoprire solo il lato morboso di questa storia.
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lunedi 22 maggio 2017
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venerdì 19 maggio 2017

BRIONI E CARACENI: LA MODA MADE IN ABRUZZO DI TOTO'




Totò vestiva Brioni e Caraceni. Tra un caffè e una seduta dal barbiere, il principe Antonio De Curtis, tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, trascorreva molte ore nelle eleganti botteghe romane dei sarti abruzzesi Domenico Caraceni, nato a Ortona a mare e creatore della celebre maison e di Nazareno Fonticoli, originario di Penne, fondatore della Brioni insieme a Gaetano Savini di Terni, abile commerciante e uomo di pubbliche relazioni. Era il 1945 quando nacque la prima sartoria Brioni nella esclusiva via Barberini a Roma e Totò, amante di capi sobri e sofisticati e grande collezionista di cravatte e cappelli, per ore sceglieva tessuti e disquisiva di modelli da indossare. Una foto, con l'autografo di Totò "All'amico Savini, buona fortuna Brioni" e una data "Aprile '950" sono la testimonianza della vicinanza del principe della risata con l'Abruzzo. La scoperta di questo altro legame di Totò, che sceglieva per i suoi film attrici e talenti abruzzesi come Giulia Rubini, Maria Pia Casilio e Alessandro Cicognini, si deve al documentarista pescarese Silvano Console, che da venti anni coltiva la passione per la vita del celebre attore napoletano del rione Sanità di cui quest'anno si celebra il cinquantenario della morte avvenuta
nella capitale il 15 aprile 1967.

Pescara ricorderà Totò (pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, brevemente Antonio de Curtis, nato a Napoli 15 febbraio 1898) nel corso dell'evento "Omaggio a Totò, fenomeno sociale e culturale a 50 anni dalla morte" con un convegno che lega due personaggi istrionici:"Totò, Flaiano e gli abruzzesi", che si terrà venerdi 19 maggio 2017 alle ore 18 nell'auditorium Flaiano, ingresso gratuito. Alla manifestazione, presentata da Germano D'Aurelio in arte 'Nduccio, saranno presenti Renzo Arbore, Enrico Vaime, Enrico Vanzina, Maurizio Costanzo, Ninetto Davoli e un emulo di Dick, il cane di Totò, con la narrazione critica di Silvano Console e Sergio Sciarra. Prevista anche la partecipazione dell'attrice di origini pescaresi, ma residente a Roma, Giulia Rubini, 81 anni, che affiancava Totò nel film "La banda degli onesti" del 1956.

Nel corso dello show al Flaiano sarà rappresentato "Il Principe Metafisico",l'intervista di Oriana Fallaci a Totò tratta da stralci dell'Europeo del 6 ottobre 1963, interpretato da Luigi Ciavarelli con gli attori della Compagnia "Il Mosaico".
"Fu proprio durante questa intervista - rivela Console, organizzatore della manifestazione-che Totò disse alla Fallaci che senza gli sfizi dei begli abiti "la vita diventa monotona". Del principe De Curtis si sanno molte cose, ma meno nota è la sua propensione ad una eleganza tutta made in Abruzzo. La celebre e riconosciuta eleganza di Totò era quella dei veri signori napoletani, fatta soprattutto di modi di fare, del porsi, del comportarsi con gli altri, in pubblico e nella vita privata. Era soprattutto un’eleganza d’animo, che confluiva anche e infine in quella delle vesti. Nato nella miseria, con “le pezze al culo”, appena raggiunto il successo si era contornato anche di bei vestiti, di quegli sfizi irrinunciabili". "Egli- prosegue Console- incarnava magnificamente l’essenza del gentiluomo partenopeo, disponibile con tutti e devoto ai piaceri del saper vivere. Tra un caffè e una seduta dal barbiere, il signore napoletano trascorre molte ore del suo tempo nella bottega del sarto per scegliere i tessuti dei suoi abiti e discutere del taglio di un pantalone. Totò era amante degli abiti sobri e dal taglio sofisticato, accompagnati dalle inseparabili cravatte. Dalle scarpe su misura, che curava personalmente, ai suoi tanti cappelli, era innamorato dell’artigianalità italiana, più di tutto della sartoria. Il grande Principe de Curtis “signore, modestamente, lo nacque” per davvero".

Della sua passione per l'abbigliamento raffinato e ricercato, parlò a suo tempo anche la figlia, Liliana De Curtis: "Totò portava spesso il gilet. Se non era del completo, poteva essere solo giallo scuro o bordeaux, mai a quadretti. E poi le cravatte. Quante cravatte. Centinaia di cravatte. Disposte rispettando cromatismi e disegni, messe tutte sul portacravatte e su un solo livello per poterle scegliere meglio. Voleva così, perché diceva: “Sennò si rovinano”. Un’altra mania erano le bretelle, che si faceva spedire dall’Inghilterra. E poi i fazzoletti da taschino, l’ascot, che usava solo in barca, quando vestiva con pantalone bianco e giacca blu scuro. Poi aveva un cassetto solo per i calzini, tutti col reggicalze. I boxer, antesignani, invece degli orribili mutandoni dell’epoca. E le scarpe, che si faceva fare su misura da un calzolaio napoletano che aveva la forma del suo piede, ma anche da uno milanese (nessuna griffe, sia chiaro). Ci teneva alle scarpe, se le lucidava da solo. Potevano essere un mocassino rigido marrone o nero. O scarpe con i lacci, quelle più eleganti. Solo in estate, a Capri, ne usava alcune di corda e tela, una sorta di espadrillas. Aveva pochi pullover, non li amava. Meglio qualche cardigan più sobrio e con tonalità tenui. Una decina di dolcevita, blu o bianco. E la collezione di cappelli, perché usciva sempre col cappello: borsalino di feltro a tesa larga in inverno o Panama color panna in estate. Aveva anche la tuba. E sulla scena portava la bombetta Scotts of London. Ma non teneva niente degli spettacoli nel guardaroba privato" concludeva Liliana De Curtis nelle sue memorie.

Totò, che di recente è stato insignito della laurea alla memoria, consegnata alla famiglia da parte dell'Università Federico II di Napoli,frequentava assiduamente la sartoria Caraceni a Roma: abiti rigorosamente sartoriali, camicie, gilet, cappelli, scarpe su misura.
Domenico Caraceni (1880-1940) da Ortona a Mare, " a soli quindici anni- svela Console- arrivò a Roma per diventare apprendista e poi primo tagliatore. Si distinse subito per la sua bravura nella perfezione del taglio e nell’eleganza delle linee e fu talmente richiesto da mettersi in proprio. Grazie ad un altro ortonese, Francesco Paolo Tosti, famoso compositore che piaceva tanto alla regina Vittoria (lo nominò baronetto), nella bottega romana arrivarono molti dei suoi abiti che si faceva confezionare da un sarto della celebre e leggendaria Savile Row, a Londra, simbolo per antonomasia di eleganza.
Sul guardaroba di Totò è stata addirittura fatta una mostra e il suo smoking di Caraceni è stato esposto a Palazzo Strozzi a Firenze. La storia della scuola sartoriale abruzzese specializzata nella moda maschile vanta origini ottocentesche, ma diventa "adulta" e riconoscibile negli anni venti del Novecento". Da Caraceni a Brioni. Tra i vari esponenti di questa tradizione sartoriale, si annovera oltre a Domenico Caraceni e con lui Ciro Giuliano ( e poi ancora Sandro Porfirio, Tommaso Nobili, Adriano Pallini, Giovanni Donatelli) un altro nome celebre, quello di Nazareno Fonticoli, fondatore della sartoria Brioni di Roma. "Fu Gaetano Savini (1909-1987) di Terni, commerciante e uomo di pubbliche relazioni- ripercorre Console- insieme a Nazareno Fonticoli (1906-1981), originario di Penne, a fondare la loro prima sartoria nel 1945 a Roma, in via Barberini, strada famosa come sede delle grandi compagnie aeree americane e non per i negozi di moda. La Sartoria Brioni (il nome si ispirava al piccolo arcipelago Brioni, a due chilometri dalla costa dell’Istria, in vicinanza di Pola) in origine era una porta e una vetrina. Il pavimento di marmo originale è ancora lì, il lampadario a barca è quello dell’epoca. E poi ci sono i camerini originari, con le foto dei clienti che li hanno frequentati: Totò e Anna Magnani e poi Clark Gable, John Wayne, Kirk Douglas, fino a Pierce Brosnan e Tom Hanks. Nel 1960 la produzione si sposta a Penne per volere di Nazareno Fonticoli, innamorato del suo paese, culla di una antica tradizione sartoriale". Nella foto autografata, l'attore simbolo dello spettacolo comico in Italia, è immortalato insieme alle sue "spalle" Mario Castellani e Galeazzo Benti e l'attore teatrale Bruno Gerri nella sartoria Brioni in via Barberini, nell’aprile del 1950. Nelle celebrazioni per i 50 anni dalla scomparsa di Antonio De Curtis si inserisce la nascita del premio 'Totò l'eleganza del genio' attribuito da 'Napoli Moda design' alla nipote Elena Anticoli De Curtis, nell'ambito del Maggio dei Monumenti, a Villa Pignatelli.
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mercoledì 17 maggio 2017

INGEGNERIA: GLI STUDENTI VOGLIONO COSTRUIRE LE CASE ANTISISMICHE




Le ragazze vogliono diventare ingegneri per progettare le case antisismiche. I ragazzi inseguono lo stesso sogno per realizzare strutture adibite a
progetti socialmente utili e per contrastare la cattiva cultura delle cementificazioni selvagge. Oltre un centinaio di studenti pescaresi, ma anche di
Teramo, Lanciano, Vasto, Chieti e fuori regione, Grottammare e Puglia, hanno partecipato alla giornata di orientamento dei corsi di studi di Ingegneria
delle Costruzioni, svoltasi nella sede dell'Università D'Annunzio di viale Pindaro a Pescara, per chiedere informazioni e iscriversi ai corsi. All'organizzazione
dell'open day hanno partecipato gli allievi dell' Esap, Engineering Students Association Pescara, associazione studentesca coordinata dal presidente
Mario Vitacolonna,in collaborazione con Giuseppe Vitullo e Ivan Pulce. "Abbiamo accolto giovani provenienti dal'Abruzzo e dalle altre regioni, come
Marche e Puglia- spiega Sergio Montelpare, responsabile dell'orientamento per il Dipartimento di Ingegneria e Geologia diretto da Marcello Cuccolini-
desiderosi di conoscere le nostre offerte formative dei corsi di laurea triennale e magistrale e gli sbocchi professionali nel campo della progettazione
architettonica e ingegneristica. L'obiettivo dei corsi di laurea è concepire l'edificio dalla progettazione alle chiavi in mano". Samantha Sansonetti, 19 anni, arriva da Montorio al Vomano, dove il terremoto ha "reso inagibili le case e svuotato il
paese" racconta la studentessa al quinto anno dell'istituto tecnico per geometri Carlo Forti di Teramo che ha le idee chiare sul suo futuro scolastico e
professionale. "Mi iscriverò a questa facoltà - afferma la giovane - perchè il mio obiettivo è diventare ingegnere delle costruzioni. Adoro stare sui
cantieri, mio papà Gianni è un carpentiere e i miei cugini sono tutti ingegneri. Voglio studiare per realizzare le abitazioni antisismiche, per dire basta alle
case che crollano a causa dei terremoti. Le strutture abitative che vorrei realizzare saranno di legno ad un piano oppure di cemento armato". Michele
Biancofiore, 18 anni, originario di San Giovanni Rotondo, sceglierà l'università pescarese per realizzare i suoi sogni:"Vorrei costruire strutture che
avranno scopi sociali in zone abitabili lontane dalle cementificazioni selvagge". Il laureato triennale di Ingegneria delle Costruzioni si occuperà di progettazione urbana e architettonica, di manufatti per l'edilizia e conduzione del cantiere edile, sicurezza e gestione economica del processi edilizi. il laureato magistrale in Ingegneria delle Costruzioni si occuperà di progettazione di sistemi edilizi, costruzioni, trasformazione e modificazione dell'ambiente fisico e costruito. Hanno partecipato all'open day anche i docenti Gianmichele Panarelli, Nicola Sciarra e Marcello Vasta. Nel corso della giornata sono state illustrate anche le collaborazioni con i progetti Erasmus.
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