sabato 23 luglio 2016

UN MILIONE DI ITALIANI SCAPPATI DAL BELPAESE NEGLI ULTIMI 10 ANNI

Se la matematica ed i numeri non sono un’opinione il Rapporto del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione di dati Eurostat non lascia spazio a dubbi: la crisi inverte i flussi migratori e l’Italia da Paese dell’immigrazione sta diventando Paese non più attrattivo e addirittura d’emigrazione. Lo sostiene lo “Sportello dei Diritti”, nel commentare lo studio statistico che rappresenta una fotografia sui movimenti migratori in uscita dall'Italia nel decennio compreso tra il 2005 e il 2014. Negli ultimi dieci anni gli italiani emigrati all’estero sono stati complessivamente 896.510, di cui 136.328 soltanto nel 2014 (+8,42% rispetto all’anno precedente): una cifra più che raddoppiata rispetto ai 65.029 connazionali che avevano lasciato il Paese nel 2005. È il dato principale che emerge da una analisi del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione di dati Eurostat. Nel periodo 2005-2014 ben 114.341 connazionali si sono trasferiti in Germania (17.236 nel 2014, +25,74% rispetto all’anno precedente), 84.955 nel Regno Unito (14.991 nel 2014, +6,65% rispetto all’anno precedente), 62.902 in Francia (10.334 nel 2014, +8,62% rispetto all’anno precedente), 73.613 in Svizzera (11.051 nel 2014, +4,88% rispetto all’anno precedente) e 39.687 in Spagna (4.701 nel 2014, +3,61% rispetto all’ anno precedente). Nello stesso periodo di tempo 44.528 nostri connazionali hanno invece preferito stabilirsi negli Stati Uniti (5.951 nel 2014), 19.305 in Cina inclusa Hong Kong (2.944 nel 2014), 11.510 in Australia (1.873 nel 2014) e 9.479 in Canada (1.307 nel 2014). A trasferirsi all’estero nel 2014 sono stati soprattutto giovani tra i 15 e i 34 anni: in tutto 51.906, con un incremento del 10,33% rispetto al 2013 e in numero più che raddoppiato rispetto al 2005 (quando erano stati 24.832). Le loro mete preferite sono state il Regno Unito (7.675 emigrati, +4,65% rispetto al 2013), la Germania (7.453, +27,49%), la Svizzera (4.242, +8,08%) e la Francia (3.714, +3.80%) e gli Stati Uniti (2.162, +10,48%). Alla luce dei dati fin qui elencati, cresce costantemente negli ultimi anni il numero degli emigrati italiani e quel che preoccupa è l’elevato numero di giovani che scelgono di costruirsi un futuro lontano dal nostro Paese. Negli ultimi dieci anni il numero di italiani under 35 che cercano fortuna altrove è più che raddoppiato: è certamente un segno di un mondo sempre più globale ma anche e soprattutto di un Paese che non riesce a rappresentare un’opportunità per crescere e realizzarsi.
sabato 23 luglio 2016
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venerdì 15 luglio 2016

IL LUPPOLO PROTEGGE LE DONNE DAL CANCRO AL SENO

Il luppolo ha proprietà protettive contro il cancro al seno. I risultati dello studio, di una ricerca dell’Università di Chicago,  sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Chemical Research in Toxycology. La pianta contiene infatti l’opeina, conosciuta anche con il nome di 8-prenilnaringenina, che è un fitoestrogeno molto potente. Per essere efficace, però, si deve assumere come integratore alimentare, quindi in capsule. La ricerca in qualche modo è partita al contrario. Da tempo l’opeina è utilizzata contro il nervosismo, i disturbi del sonno, per stimolare l’appetito o ancora per combattere le vampate di calore tipiche della menopausa. Queste capacità della pianta sono state confermate da diversi studi clinici, tanto che l’utilizzo del luppolo per la cura di questi problemi è universalmente riconosciuto, grazie all’azione sedativa esercitata dal lupulone e dall’umulone contenuti nel luppolo. I ricercatori americani volevano capire se questa sostanza fosse un fattore di rischio per il tumore al seno, perché la terapia ormonale sostitutiva in alcuni casi è ritenuta un fattore di rischio. I ricercatori hanno applicato l'estratto del luppolo a due diverse linee di cellule del seno per monitorare l'effetto sul metabolismo degli estrogeni delle cellule. Le loro ricerche però hanno dimostrato esattamente il contrario. Secondo i loro risultati il luppolo ha un effetto protettore e diminuisce il rischio di sviluppare il cancro al seno, poichè lo stesso processo potrebbe attivare le sostanze chimiche che impediscono i tumori in via di sviluppo. Secondo il professor Bolton, a capo del team di scienziati, la ricerca ha dimostrato che il luppolo sarebbe particolarmente efficace per tenere lontano il cancro al seno nelle donne sottoposte a trattamento ormonale sostitutivo (HRT) durante la menopausa.
venerdi 15  luglio   2016
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lunedì 11 luglio 2016

DAL MELOGRANO L'ELISIR DI LUNGA VITA

I ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno scoperto che una molecola del melograno, trasformata dall'intestino, permette di lottare efficacemente contro la senescenza muscolare. I risultati sono definiti "spettacolari". Lo studio è stato pubblicato da "Nature Medicine". Con l'invecchiamento, i mitocondri delle cellule, che funzionano come generatori in miniatura di energia, perdono progressivamente la loro efficacia. Il loro cattivo funzionamento si ripercuote negativamente sull'attività muscolare. Un gruppo di ricercatori dell'EPFL, fra i quali il suo ex presidente Patrick Aebischer, nonché la società Amazentis, sono all'origine di una scoperta spettacolare, afferma oggi il Politecnico in un comunicato. La scoperta è avvenuta analizzando il melograno, e più precisamente una molecola del frutto. Dopo essere stata trasformata dalla flora batterica intestinale, la molecola in questione, l'urolitina A,, è in grado di ripristinare il funzionamento dei mitocondri difettosi, affermano gli autori dello studio. Sul verme nematode C. elegans, la molecola ha prolungato la sua durata di vita di oltre il 45%. Il test è poi stato condotto sui topi e sui ratti. "I topi senior, di circa 2 anni, hanno dimostrato capacità di resistenza alla corsa superiori del 42% rispetto al gruppo di controllo". Il fatto che due specie estremamente lontane una dall'altra reagiscano in modo analogo alla medesima sostanza "dimostra che si tratta di un meccanismo essenziale alla vita", sottolinea il co-autore dello studio Johan Auwerx, citato nel comunicato. È dunque molto probabile che il meccanismo funzioni anche per l'uomo. L'urolitina A non è direttamente contenuta dal melograno, ma si tratta di un precursore le cui concentrazioni dipendono dalla flora intestinale di ogni singolo individuo, umano o animale, sottolineano i ricercatori. Lo studio ritiene che l'approccio nutrizionale costituisca una "quasi rivoluzione", o perlomeno "un vero e proprio cambiamento di paradigma scientifico": aiutando il corpo a rigenerarsi da solo, "l'urolitina A potrebbe riuscire là dove i candidati dei gruppi farmaceutici hanno fallito". L'approccio nutrizionale, il cui obiettivo è di curare o prevenire patologie per mezzo di nutrimenti "migliorati", è al centro delle attuali strategie dei grandi gruppi industriali e farmaceutici.
lunedi 11  luglio   2016
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mercoledì 6 luglio 2016

IL TESORETTO DEGLI ITALIANI DIMENTICATI SUI CONTI SVIZZERI

Il Controllo federale delle finanze svizzero (CDF), in un rapporto, raccomanda più trasparenza e più informazione agli assicurati che "dimenticano" su conti dormienti prestazioni previdenziali di libero passaggio per importi miliardari. Il denaro viene dimenticato nella maggior parte dei casi quando l'assicurato cambia datore di lavoro o interrompe l'attività professionale. Nel caso non vengano reclamati, o trasferiti alla cassa del nuovo datore di lavoro, gli averi finiscono su un conto bancario o una polizza assicurativa a destinazione vincolata. Il CDF afferma che almeno un terzo di tutti i conti e polizze di libero passaggio sono "privi di contatto". 
I titolari non sono, in altri termini, raggiungibili: per mancanza di interesse degli aventi diritto, ma anche per un cambiamento di domicilio o per un'informazione insufficiente al momento dell'abbandono dell'impiego. Gli averi di libero passaggio "senza contatto" consistono perlopiù in piccoli importi derivanti prevalentemente da rapporti di lavoro di breve durata. Si stima tuttavia che la somma complessiva ammonti a circa 5 miliardi di franchi, ovvero al 10% del totale. 
L'autorità di vigilanza intravede il rischio che nei prossimi anni, con il graduale raggiungimento dell'età di pensionamento da parte di molti titolari, il numero di averi "dimenticati" o non fatti valere possa aumentare. Chi sono i titolari e perché non li hanno mai reclamati? Sono sia cittadini della Confederazione elvetica, sia cittadini stranieri tra cui anche tanti italiani. Una notizia importante che potrebbe riguardare anche migliaia di italiani ed i loro eredi, evidenzia lo “Sportello dei Diritti”, che potrebbero richiedere tali contributi, che possono dare diritto a una pensione integrativa o un capitale. Occorre, però, dimostrare di aver lavorato in Svizzera e di aver maturato quel diritto. Si tratta di contributi obbligatori versati a una delle tante casse professionali in base alla professione svolta dal lavoratore. 
Secondo la disciplina in vigore fino al 1985, era necessario comunicare all’istituto previdenziale professionale il cambio di lavoro entro sei mesi. Solo attraverso questa comunicazione si poteva trasferire presso il nuovo istituto professionale la dote contributiva già accumulata. In molti tuttavia, si sono dimenticati di effettuare tale comunicazione proprio perché, come nel caso dei lavoratori stranieri, si trattava di lavori saltuari, stagionali o discontinui. I contribuenti interessati al recupero di questi contributi possono rientrare in diverse tipologie. 
C’è chi, prima del 1985, lavorava presso un datore di lavoro che offriva già ai dipendenti un’assicurazione sulla base della professione svolta, sebbene all’epoca non fosse obbligatoria. Altri possono aver cessato l’attività lavorativa in Svizzera e sono poi rientrati nel paese di origine senza richiedere alcuna prestazione legata all’assicurazione relativa all'attività professionale. Altri ancora sono lavoratori che nel corso della carriera professionale hanno cambiato più aziende e hanno dimenticato di comunicare i passaggi dei contributi accumulati al nuovo datore di lavoro entro i tempi prescritti. Tempo fa, il fondo ha fornito una lista dei titolari dei contributi “dormienti”. 
Gli aventi diritto, che possono essere assistiti in Italia, sono solo due: il titolare che ha versato i contributi oppure il coniuge se il titolare è venuto nel frattempo a mancare. Nel caso in cui venga accertata l’esistenza del diritto, il fondo si attiva per la restituzione di quanto dovuto sulla base dei contributi versati. Gli eredi o chi presume di avanzare diritti sui conti dormienti avranno un anno di tempo per giustificare i propri interessi. Al termine di questo periodo se nessuno avrà reclamato gli averi in giacenza, i fondi finiranno nelle casse della Confederazione con buon pace per chi potrebbe avanzare in futuro pretese.
mercoledi 6 luglio   2016
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lunedì 4 luglio 2016

DAL 2018 STOP ALLA PRODUZIONE DELLA BANCONOTA DA 500 EURO

La Bce ha deciso lo stop alla produzione della banconota da 500 euro, la cui emissione verrà interrotta "intorno a fine 2018". Lo rende noto la banca centrale, parlando di "preoccupazioni che questa banconota possa facilitare attività illegali". «La banconota da 500 euro, precisa la Bce, manterrà sempre il suo valore e può essere cambiata presso le banche centrali dell'Eurosistema per un periodo di tempo illimitato». Uno dei metodi prevalenti usati dai criminali per riciclare i profitti rimane il contrabbando “fisico” di banconote. Sulla base delle segnalazioni raccolte da Europol, ogni anno 1,5 miliardi di euro in contanti vengono sequestrati dalle autorità degli Stati membri dell’Unione europea.La banconota regina del riciclaggio è quella da 500 euro. Il totale di quelle in circolazione, secondo una stima della Bce, a fine 2014 era di un trilione di euro, e rappresentava il 30 percento di tutta la moneta circolante negli Stati Ue. È in assoluto una delle banconote dal valore nominale più alto e il timore dei ministri economici e che possa facilitare le attività di terroristi e altri criminali.
lunedi 4   luglio  2016
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domenica 3 luglio 2016

PARLARE AL TELEFONINO: UNO STRESS PER MANI E BRACCIA

Parlare al cellulare - specie per lunghe telefonate - può mettere a dura prova il nervo del braccio (nervo ulnare) con fastidi, formicolii e difficoltà di movimento che possono estendersi anche alle dita della mano. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Istituto di Neurologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Condotto dal gruppo del professor Luca Padua, docente di Medicina Fisica e Riabilitazione presso l'Università Cattolica e neurologo presso l'UOC di Neurologia del Policlinico Universitario A. Gemelli diretta dal professor Paolo Maria Rossini, lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Neurophysiology e mostra che stare al telefono a lungo può alterare la trasmissione dei segnali nervosi del nervo del braccio.
L'uso del cellulare negli ultimi decenni è aumentato esponenzialmente. Con effetti positivi assolutamente inequivocabili nella vita quotidiana, ma troppo spesso non vengono considerati alcuni effetti collaterali indesiderati. In particolare, sono stati indagati, e sono tuttora allo studio, gli effetti elettromagnetici del cellulare su strutture biologiche quali il cervello, ma senza risultati a oggi definitivi. Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Padua ha studiato gli effetti meccanici determinati dalla postura che normalmente viene assunta durante le chiamate al cellulare. Bisogna considerare, infatti, che la durata di una chiamata con un telefono cellulare può variare da alcuni minuti a qualche ora (nei casi più estremi). In tal modo il gomito risulta piegato per un tempo piuttosto lungo. Questa postura prolungata causa uno stress meccanico sul nervo ulnare, che normalmente si trova proprio dietro al gomito. Tale nervo "si allaccia" alle ultime due dita della mano e quando soffre, per esempio per una compressione all'altezza del gomito, causa al paziente una sensazione di formicolio in questo 'territorio' innervato, almeno nei casi meno gravi. Partendo da questo presupposto, il gruppo del professor Padua ha reclutato 58 pazienti, con sintomi di sofferenza del nervo ulnare, e 56 soggetti senza sintomi. Uno studio neurofisiologico è stato effettuato utilizzando la "tecnica neurografica", che permette di rilevare la velocità di conduzione nervosa lungo un tratto stabilito. Quindi i ricercatori hanno valutato questa velocità sul nervo ulnare nel tratto del gomito, durante una simulazione di chiamata con cellulare, fino a 18 minuti di durata. È emerso che, nei pazienti con sofferenza del nervo ulnare, questo riduce la sua velocità di conduzione del segnale nervoso.
Il dato, insomma, suggerisce che il nervo comincia a soffrire già dopo pochi minuti di chiamata. I risultati indicano che la postura prolungata a gomito flesso durante l'uso di cellulare andrebbe quindi evitata. "Meglio usare un auricolare - suggerisce Padua - o alternare le due mani per reggere il cellulare durante la chiamata". Dai risultati ottenuti si può supporre che anche l'uso del cellulare per inviare messaggi, leggere/scrivere email, chattare ecc. possa causare un minimo danno al nervo ulnare, seppure di entità inferiore rispetto a quello causato dalle chiamate, poiché la flessione del gomito nei casi precedenti risulta meno pronunciata. Tuttavia sarebbero necessari altri studi per confermare tale ipotesi.(askanews)
domenica 3  luglio  2016
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LA NUOVA FRONTIERA DEL MIELE: ALVEARI SU BALCONI E TERRAZZI

"Miele da balcone" in città è un fenomeno sempre più diffuso in Italia. Nonostante la melissofobia, la paura delle api, diffusa tra chi abita in città, vari apicoltori tengono alveari su balconi o terrazze in città anche se i numeri sono piccoli rispetto, ad esempio, a quelli in Europa di Berlino, dove l'apicoltura urbana è una realtà consolidata tanto che il miele di città si trova normalmente al supermercato. Una moda quella dell’apicoltura che si è già diffusa a Parigi, Londra, Toronto, San Francisco e New York City. Oltre oceano negli Stati Uniti, e più precisamente a New York, quello che sembrava esser un fenomeno folle e temporaneo si è consolidato. Dal 2010 si è registrato un vero e proprio boom di allevatori di api, particolare che ha permesso la nascita di un nuovo business, quello del “miele da balcone”. Altro esempio a Melbourne, capitale del Victoria in Australia, dove sono già 500 gli alveari installati sui tetti di bar, ristoranti, alberghi e giardini, grazie a una squadra di volontari del Melbourne Beekeepers Club che si dedica al loro mantenimento con il contributo della comunità. Un fenomeno destinato a crescere esponenzialmente anche in Italia.
domenica 3  luglio  2016
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sabato 2 luglio 2016

MULTATA IN FILANDIA PER AVER ESPOSTO SUL CRUSCOTTO UN DISCO ORARIO IN ITALIANO

I finlandesi, sono estremamente ligi nel rispetto delle regole. Questo rispetto quasi maniacale delle regole porta i finlandesi a non essere molto critici e flessibili, rimanendo quindi rigidi nelle proprie posizioni e stimolando poco la loro fantasia. Lo sa bene una connazionale che si è vista multata, per avere esposto sul cruscotto della macchina appena parcheggiata, un "disco orario in italiano". La motivazione dell'assunto verbale è di "avere parcheggiato in area a tempo esponendo il disco orario non riconosciuto dalla normativa finlandese del codice stradale". La donna ha proposto ricorso al Tribunale amministrativo di Vaasa, che ha accolto la sua richiesta annullando il verbale, in quanto per i giudici è un errore trascurabile, perché il disco orario italiano è lo stesso di un disco orario finlandese. Occhio alla Finlandia, dice lo “Sportello dei Diritti”, raccomandando ai connazionali che si trovano in vacanza a fare attenzione quando si guida. Le multe, infatti sono proporzionate al reddito. In Finlandia è così dal 1921 e questo sistema sanzionatorio viene puntualmente citato in tutti i corsi universitari di scienze delle finanze. E così, per esempio, il superamento del limite di velocità può costare 54.024€. È questa la sanzione comminata al milionario Reima Kuisla che nel 2013 ha percorso a 103 km/h una strada da 80 km/h. Una storia analoga a quella di Jussi Salonka, 27 anni, manager di Nokia, 7 milioni di reddito, di 170mila € di multa nel 2004 per aver viaggiato ad 80 km/h in una strada da 40 km/h. Ai finlandesi però va bene così: secondo un sondaggio del 2009 il 60% è a favore dell’attuale normativa, il 20% trova le sanzioni troppo alte, il 20% invece addirittura troppo basse. In conclusione all'italiana è andata bene, poteva essere un salasso.
sabato 2 luglio 2016
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