venerdì 11 marzo 2016

DIABETE: PRESTO UN PANCREAS ARTIFICIALE CONTROLLATO DA UN TELEFONINO

Un pancreas artificiale controllato da uno smartphone, dotato di uno speciale algoritmo e collegato con sistema bluetooth a sensori in grado di misurare il tasso di glucosio nel sangue che potrebbe essere commercializzato in Europa alla fine del 2017. Un passo atteso per molto tempo dai pazienti diabetici di tipo 1, soprattutto da coloro che hanno problemi di bilanciamento del loro tasso glicemico nonostante le iniezioni multiple giornaliere di insulina. L'avvio è stato lento e difficile. In pratica il tutto legato a una pompa miniaturizzata per il rilascio dell’insulina necessaria. Si tratta di un sistema sperimentale, realizzato da una start-up francese, in corso di valutazione all’interno di uno studio clinico internazionale in 10 centri ospedalieri universitari del Paese d’Oltralpe, in partnership con la Federazione francese dei diabetici. La particolarità della ricerca francese realizzata per la start-up Diabeloop, dal 2011, dal Centro di studi Ceritd in collaborazione con Leti, istituto del Cea-Tech, leader in micro e nanotecnologie  è legata soprattutto a un progetto integrato con la telemedicina, per il monitoraggio 24 ore su 24 da parte di équipe infermieristiche specializzate, e al tentativo di rendere estremamente personalizzato il sistema attraverso un algoritmo che contiene un ampio ventaglio di informazioni. Il costo dell’intero sistema è stimato in 9 mila euro l’anno per ciascun paziente, circa il 10% in più rispetto all’attuale costo dei trattamenti più avanzati. Dall’inizio dell’anno uno studio internazionale, con il sostegno degli Nih americani, sta valutando in 6 centri Usa e alcuni europei, tra i quali 10 francesi l’intero sistema nella vita reale di 240 pazienti, 24 ore su 24. Il dispositivo è stato anche testato su 15 pazienti per 3 giorni in ambiente ospedaliero, mentre altri 100 pazienti saranno coinvolti nel 2017, prima della commercializzazione. Nel 2018, poi, uno studio comparativo e farmaco-economico su 200 pazienti è previsto per verificare i vantaggi del sistema rispetto ai trattamenti esistenti.
venerdi 11  marzo 2016 
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