lunedì 25 aprile 2016

DIFFICOLTA' ECONOMICHE: AUMENTANO GLI ABORTI IN EUROPA

Boom in Europa per le interruzioni di gravidanza a causa delle difficoltà economiche. La grande recessione e i successivi adeguamenti economici hanno causato innumerevoli calamità ai cittadini di tutta Europa. Lacune e incertezze hanno anche fiaccato i progetti per le donne di essere madri. Eppure solo qualche anno fa, l'Europa era al centro di un baby boom. Ora però si è costretti ad assistere a una drastica inversione di marcia. Tutta colpa della crisi finanziaria. A causa delle precarie condizioni economiche, infatti, le coppie sempre più spesso decidono di non avere figli in attesa di tempi migliori. L'allarme arriva da uno studio condotto dall'Università di Oxford: dopo lo scoppio della crisi c'è stato un aumento notevole di aborti in tutto il continente. Il fatto è più rilevante perché viene dopo un decennio di continua diminuzione del numero di aborti tra tutti i paesi europei. Gli autori dello studio, che hanno studiato gli effetti delle politiche di austerità sulla salute dei cittadini hanno spiegato: "La percentuale di aborti è diminuito tra il 2000 e il 2009 nella UE, ma dal 2009 questa tendenza si è invertita, con un aumento del 5%". La tendenza è coerente nella maggior parte dei paesi europei in cui è consentito l'aborto, anche se in Germania, Regno Unito e Spagna ha una percentuale simile al periodo prima delle politiche di austerità. Secondo i dati pubblicati nel Journal of Public Health, in particolare, 6.700 aborti supplementari, ogni mille, sarebbero correlati alla situazione politica ed economica. Gli effetti sono statisticamente significativi in ​​tutte le fasce di età delle donne in età fertile, anche se sembrano più accentuati in quelli più giovani. Ad esempio dal paragone con i più recenti valori pubblicati da altri paesi si osserva per le donne con meno di venti anni: in Italia nel 2011 il tasso di abortività è stato pari al 6.4 per 1000 (era il 7.2 nel 2008); nello stesso anno in Inghilterra e Galles è stato il 20 per 1000, in Svezia il 19.8 per 1000, in Spagna il 13.7; in Francia nel 2009 era il 15.2; negli USA nel 2010 era il 19.8. Il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) in Italia nel 2012 è risultato pari a 200.8 per 1000 con un decremento del 2.5% rispetto al 2011 (206.0 per 1000) e un decremento del 47.2% rispetto al 1982 (380.2 per 1000). Anche se la diminuzione numerica dal 1982 è solo apparente. Infatti, da quell’anno è iniziata una straordinaria campagna in favore di vari tipi di contraccettivi e delle varie pillole (del giorno prima, del giorno dopo, oggi dei cinque giorni dopo, la RU486) che hanno limitato il numero degli aborti presso ospedali e cliniche. Basti pensare che nel 2012 sono state vendute circa 400.000 confezioni di "pillole del giorno dopo", e quel numero aumenta ogni anno. Allora il numero degli aborti procurati da tali mezzi abortivi, perciò, vanno ad aggiungersi alle cifre ufficiali.
lunedi 25 aprile 2016
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