Una delle migliori strutture italiane nella cura dell'ictus è la Stroke Unit dell'ospedale civile Santo Spirito, diretta da Gabriele Lombardozzi, pescarese, 61 anni, reumatologo fisiatra con specializzazione in medicina osteopatica e agopuntura e specialista nella trombolisi sistemica, una terapia salvavita altamente all'avanguardia che si somministra per endovenosa. Una terapia sperimentata con successo su almeno cento pazienti l'anno dal 2008 quando è stata fondata, dall'attuale manager Asl Armando Mancini, l'Unità di Terapia Neurovascolare che conta oltre 500 ricoveri l'anno. La certificazione, che sarà consegnata a Lombardozzi nei prossimi mesi nel corso di una cerimonia ufficiale, è frutto di una indagine della ThatMorning, un network milanese fondato due anni fa da Danilo Minelli e composto da 300 medici italiani che hanno il compito di monitorare 1400 ospedali . Sotto osservazione per un anno sono state tutte le strutture sanitarie italiane e regionali e sulla base di alcuni parametri ( volumi di attività, outcome clinici, curriculum dei medici e pubblicazioni scientifiche) e secondo dati resi noti all'agenzia dal Ministero della Salute, è emerso che la Stroke unit pescarese (settimo piano, ala sud, tra via Fonte Romana e via Paolini) è uno dei migliori reparti italiani per la cura della patologia che si manifesta, generalmente, attraverso una serie di sintomi prodromici: cefalee, vertigini, capogiri, disturbi motori, visivi, sensori e del linguaggio, semincoscienza. Sorpreso dall'inatteso riconoscimento, il dottor Lombardozzi ha espresso soddisfazione e ricordato meriti:"Questo riconoscimento ci inorgoglisce e ci spinge a lavorare ancora di più e meglio con l'obiettivo di salvare quante più vite possibili".
Lombardozzi ringrazia la sua squadra composta da 3 medici (Francesco Di Blasio, Daniela Monaco e Antonio La Torre)e 2 infermieri per turno, in un reparto che conta 15 posti letto e che dall'inizio dell'anno ha svolto 80 interventi di trombolisi sistemica con un probabile trend di un
centinaio a fine anno. I pazienti operati hanno età variabili dai 40 ai 70 anni e provengono da tutta la regione oltre che dal Molise e dalla Lombardia.
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4 ottobre 2017
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