domenica 11 gennaio 2015

BAMBINE KAMIKAZE E PORTE APERTE AI TERRORISTI: STRAGI NECESSARIE A MANTENERE IL DISORDINE NEL MONDO

Come fu per gli attacchi alle Torri Gemelle di New York, cosi per la 
strage al Charlie Hebdo di Parigi. La domanda e' sempre la stessa: chi ha lasciato le porte aperte ai terroristi? E' chiaro il fallimento dei servizi segreti che dovrebbero tenere sempre la guardia alta sugli obiettivi sensibili di tutto al mondo. Quando accadono certe tragedie, che forse si potevano evitare, il dubbio si insinua: chi ha voluto questo ennesimo bagno di sangue? Perche' i servizi di sicurezza hanno fatto cilecca?  Quando accade, nessuno crede che sia per caso. Le stragi non avvengono per caso.  La strage di Parigi conferma che chi ha il compito di sorvegliare la sicurezza mondiale, deve farlo tenendo conto di ogni singola realta' non generalizzando il problema. Migliaia di morti innocenti alle Torri Gemelle, decine a Parigi. Ma non e' il numero dei morti a fare la differenza, e' l'attacco alla liberta' di ognuno che fa paura. Quando il terrorismo si fa sentire, la vulnerabilita' di ciascuno raggiunge livelli altissimi. Il panico si impossessa delle persone, la paura di non sentirsi abbastanza al sicuro, e' forte. Nessuno e' al sicuro in un mondo che si scopre vulnerabile se un gruppetto di uomini entra in una redazione giornalistica, spara e colpisce senza pieta'. Un attacco alla 
liberta' di informazione, un attacco alla democrazia delle parole e delle idee. Affinche' mai piu' accada, ma accadra' ancora con ogni probabilita' e l'Italia e' uno dei Paesi nel mirino dei terroristi, il mondo si sta riorganizzando.  Un milione di persone affolleranno le piazze parigine per dire no al terrorismo. Per dire si alla guardia sempre alta. Per dire: basta morti in nome di un fanatismo che ha radici antiche ma ideali sempre nuovi e obiettivi sempre piu' senza senso. Il terrorismo vampiro ha bisogno di sangue per sopravvivere, cosi' le stragi hanno il loro perche'. Periodicamente ci devono stare. Cosi' le bestie possono placarsi. Almeno per un po'. Fino a quando qualcuno non decide che e' ora di un'altra strage, Tanto per non perdere l'abitudine alla morte. E se a procurare la morte e' una bambina kamikaze di dieci anni, allora l'orrore non avra' mai fine. 
domenica 11  gennaio  2015
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