venerdì 27 gennaio 2017

GERIATRIA PESCARA: "L'OSPEDALE NON DIVENTI UN LUOGO DOVE SI VA A MORIRE"

Quando in famiglia si ammala un anziano, si diventa tutti un pò più fragili. Il primo pensiero è salvargli la vita. Spesso, come accade per i malati terminali, l'ultimo alito di vita. Ma come? Portandolo in ospedale. Perchè dell'ospedale ci si fida, in ospedale si guarisce. Un atteggiamento mentale che, però, se da un parte allevia le sofferenze fisiche dei pazienti e quelle morali dei familiari che sentono il proprio caro al sicuro, dall'altra va ad alimentare il sovraffollamento tipico di reparti come Geriatria e Medicina, perennemente intasati. E lo saranno sempre di più in futuro perchè la popolazione geriatrica è in costante aumento rispetto alle nascite. Reparti dove troppo spesso si ricorre al corridoio come facile scorciatoia per "parcheggiare" i malati allo scopo di evitare loro gli strapazzi di un trasferimento fuori reparto, fuori ospedale o, addirittura, fuori regione. Per la verità, c'è da dire anche che spesso sono gli stessi pazienti a rifiutare i trasferimenti e preferire l'umiliante corridoio ad uno spostamento che li costringerebbe lontano dalla città dove si trovano i propri affetti. Senza contare i costi di un paziente, 400 euro al giorno, a carico dell'azienda sanitaria. Troppo spesso i degenti di età avanzata che vengono portati in ospedale anche sono per una banale influenza, complicata da altre patologie, muoiono. Restano solo pochi giorni allettati e poi muoiono. Nel 2016 sono stati 1951 i ricoveri al reparto di Geriatria del nosocomio pescarese e 483 decessi. Una persona su quattro non muore a casa. Un dato lievemente in calo rispetto al 2015, conseguenza dell'entrata in vigore del provvedimento governativo sul taglio di 18 mila posti letto.
"E' vero che della struttura ospedaliera ci si fida ed è anche vero che i familiari di un malato nutrono sempre la speranza che l'ospedale compia il miracolo- analizza Rossano Di Luzio, dirigente medico della direzione sanitaria del Santo Spirito che auspica altri posti letto non solo a Pescara, ma in tutta la regione, per i malati geriatrici e di medicina - ma l'ospedale non può diventare un luogo dove si va a morire. Soprattutto, per quanto riguarda i malati terminali. Il mio appello alla comunità è che, in certe circostanze, quando i miracoli non li può fare neppure l'ospedale, si consideri la possibilità di una morte serena del proprio familiare in un ambiente caro come la casa. Si tenga conto del desiderio espresso da queste persone di morire nel proprio mondo. Secondo i nostri dati, una persona su quattro muore in ospedale, la tendenza è non far morire i familiari a casa". Un appello che ha lo scopo di limitare gli ingressi in corsia, per contrastare l'annoso sovraffollamento di cui soffrono reparti sensibili come Geriatria e Medicina nei quali in questi giorni l'azienda sanitaria ha potenziato l'organico con una decina di operatori socio sanitari in più, rispetto a quelli ordinari. Per quattro mesei, infatti, sono stati assunti cinque interinali a Geriatria e quattro a Medicina. Il lavoro di affiancamento degli Oss al personale infermieristico permetterà una migliore assistenza dei degenti che hanno bisogno di essere puliti e lavati continuamente, di avere la somministrazione dei farmaci nei tempi prescritti e non con con ore di ritardo, di avere il cambio della flebo nell'immediato senza rimanere per lunghi minuti con la cannula attaccata al braccio.
"Questi reparti- prosegue Di Luzio- hanno sempre un indice di occupazione che sfiora il 100 percento e spesso supera tale percentuale. La soluzione che adottiamo, preferendola ai corridoi, è appoggiare i degenti negli altri reparti della struttura, che però, ovviamente, vanno in affanno. Peggio è che troppe volte non riusciamo a trasferire i degenti non solo negli ospedali della Asl, ma neppure in quelli della regione perchè anch'essi sono pieni. E sono stracolme anche le residenze sanitarie che invece ci permetterebbero un anticipo di dimissioni. Questa è la situazione, possiamo pensare ogni volta che siamo in emergenza, di trasferire il malato fuori regione?. Sarebbero necessari altri posti letto sia a Geriatria che a Medicina non solo a Pescara, ma negli ospedali di tutta la regione". Altre soluzioni? "L'assistenza domiciliare funziona ma è ancora da potenziare, così come l'assistenza sociale e i distretti sanitari". Quanto ai medici di base, Di Luzio si toglie un sassolino dalle scarpe:"Il territorio deve funzionare meglio anche attraverso i medici di famiglia che non possono permettersi il lusso di quattro giorni di ponte, come accaduto la settimana dell'Epifania e come spesso accade, costringendo gli utenti a rivolgersi ai pronto soccorso che scoppiano con più di 200 accessi al giorno, come tanti reparti ospedalieri". Infine, Di Luzio, in questi giorni impegnato a fronteggiare l'emergenza sanitaria dell'hote Rigopiano, rivolge un ringraziamento " a tutto il personale coinvolto che si sta comportando in maniera encomiabile e con larga disponibilità di turni accessori".
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