Ci volevano tassare pure il ricambio d'aria (dall'Italia ci si puo' aspettare di tutto) ma l'Unione Europea ha detto: no, non e' vero che ci saranno tasse sui condizionatori delle famiglie italiane. 'Si tratta solo di garantire ispezioni periodiche ai condizionatori più potenti, cioè superiori a 12 kW ovvero capaci di raffreddare ambienti di almeno 160 metri quadrati. Non cambia nulla per i condizionatori presenti nella maggior parte delle nostre case e dei piccoli negozi". La Rappresentanza in Italia della Commissione europea smentisce così sul proprio sito, nel consueto #UEverofalso, qualsivoglia "tassa sull'aria fresca" made in Bruxelles. Detta cosi' non sembra esattamente una non tassa, ma tant'e'.
"A sentire alcuni organi di stampa italiani, una recente norma Ue imporrebbe una tassa sui condizionatori casalinghi, con una spesa media per famiglia di circa 200 euro. Questo ovviamente non è vero", afferma la Rappresentanza dell'esecutivo comunitario. Dunque, "nessun colpo di calore dei funzionari europei, solo un po' di confusione".
Innanzitutto per Bruxelles "non si tratta di una tassa", ma di "assicurare la corretta manutenzione degli impianti di condizionamento". Le norme europee (articolo 15 della direttiva 2010/31/Ue) prevedono poi che siano "i singoli Stati" a stabilire le misure necessarie per valutare periodicamente se i condizionatori sono efficienti e adeguati rispetto alla necessità di rinfrescare l'edificio in cui sono installati. Quindi chi paga i manutentori? Sono in arrivo nuovi costi per le famiglie italiane? "No - precisa la Rappresentanza -. Queste regole europee si applicano solo agli impianti di condizionamento d'aria la cui potenza nominale è superiore a 12 kW, ovvero per impianti che raffreddano ambienti di almeno 160 metri quadrati. Si tratta, per esempio, di condizionatori installati in grandi uffici, centri commerciali, grandi supermercati e spazi ampi accessibili al pubblico. Sono invece esclusi i condizionatori presenti nella grande maggioranza delle nostre case e dei piccoli negozi, perché hanno una potenza notevolmente inferiore ai 12 kW".
Ma perché obbligare alla manutenzione periodica? "L'ispezione periodica degli impianti di condizionamento aiuta a migliorare il rendimento energetico dell'impianto, contribuendo a una maggiore efficienza e a una riduzione dei costi della bolletta energetica". Di nuovo, sono gli Stati membri a decidere quanto spesso ispezionare gli impianti. Tenendo in conto comunque due fattori: i costi legati all'ispezione dell'impianto di condizionamento d'aria e il risparmio energetico previsto che potrebbe derivarne. E perché introdurre l'obbligo di manutenzione in piena estate? "In realtà la direttiva europea è stata approvata nel 2010 - conclude la Rappresentanza della Commissione Ue in Italia -. In Italia la norma è stata introdotta due anni fa, tramite il Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito poi in legge dal Parlamento italiano nella seduta n. 61 del 30 luglio 2013. Le norme più controverse, quelle relative al libretto per i climatizzatori dove riportare gli interventi di ispezioni, sono già in vigore dal 1° ottobre 2014".
lunedi 27 luglio 2015
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