L'ospedale Santo Spirito si prepara ad affrontare eventuali grandi emergenze sanitarie che potrebbero essere conseguenza di catastrofi, terremoti, incidenti aerei o ferroviari, attentati terroristici, crolli, esplosioni, dissesti idrogeologici. Le vittime del sisma dell'Aquila e di Amatrice e la tragedia di Rigopiano hanno dato la spinta propulsiva a mettere in piedi, per la prima volta in un ospedale d'Abruzzo (seconda regione italiana a rischio sismico dopo la Calabria) , una "simulazione di maxiemergenza intraospedaliera" che si svolgerà domenica 4 giugno dalle ore 9 fino alle 12.30 all'interno del presidio sanitario nelle adiacenze dell'ingresso del futuro nuovo pronto soccorso. Un'area che si trasformerà in una sorta di set scenografico con feriti sanguinanti, manichini amputati, persone in fin di vita. L'evento impegnerà 200 "attori", tra personale sanitario (50 tra medici, infermieri e amministrativi del pronto soccorso), associazioni di volontariato, barellieri, logisti, figuranti e truccatori, ognuno con la sua pettorina colorata di riconoscimento, tutti addestrati a intervenire in una situazione di emergenza con 5 posti letto, tre Tac, una risonanza, un finto blocco operatorio, dislocate nelle aree verdi, gialle e rosse (a seconda della gravità del trauma) temporaneamente allestiti nei locali adiacenti il punto informazioni e lo sportello delle cartelle cliniche. Ma il numero delle finte vittime e dei mezzi di soccorso (prevalentemente della Croce Rossa e Misericordia, ma sono stati allertati anche i vigili del fuoco e le forze dell'ordine) non sono stati resi noti proprio per "rendere ancora più verosimile la simulazione e non dare a nessuno dei partecipanti la possibilità di prepararsi a fronteggiare l'emergenza". L'iniziativa è stata illustrata ieri mattina, nella sede della direzione generale di via Paolini, dal manager Armando Mancini; dal primario del pronto soccorso Alberto Albani, di recente nominato referente sanitario regionale per le maxiemergenze (sulla base della legge nazionale dell'agosto 2016)e dal direttore sanitario Valterio Fortunato. "Nel salvataggio di una vita umana- ha esordito Mancini- le prime ore sono decisive, per tale ragione la macchina del soccorso deve funzionare a pieno regime. La maxiemergenza si verifica quando una struttura sanitaria si trova di fronte ad uno squilibrio enorme tra il numero delle vittime e le risorse disponibili per i soccorsi. In questo caso simuliamo una maxiemergenza, non una catastrofe da giudizio universale. Molto importante è come un operatore viene utilizzato all'interno di una catena di comando che deve funzionare alla perfezione, ognuno al suo posto per salvare quante più persone possibili con i mezzi che si hanno a disposizione. questa è la filosofia della mega emergenza". Un "triage di guerra" è stata la definizione usata da Albani, regista della manifestazione a cui sta lavorando da più di un mese. E paradossalmente, per quanto tragica sia stata la vicenda Rigopiano con le sue 29 vittime, per l'ospedale di Pescara "non è stata una maxiemergenza- rivela Albani- perchè i feriti sono arrivati alla spicciolata, un pò alla volta. La risposta ad una maxiemergenza è una catena di molte componenti: la gestione e il triage dei feriti, il trasporto, la diagnosi e il trattamento all'interno dell'ospedale, funzioni che necessitano di un efficace coordinamento di tutte le figure preposte". L'obiettivo della Asl pescarese è far diventare questo evento un "modello operativo da condividere con le altre Als della regione al fine di intervenire, in caso di vera emergenza, con metodi e sistemi omologati per tutti". Durante la simulazione, a cui parteciperanno anche i primari dei 118 regionali, le attività del pronto soccorso e del presidio sanitario funzioneranno regolarmente. La stampa potrà seguire da vicino tutti i dettagli delle operazioni grazie al coordinamento comunicazione e soccorso a cura di Rossano Di Luzio e Antonino Gabriele.
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venerdi 2 giugno 2017
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