"Mi è capitato altre volte si sentirmi dire frocio, non ritengo offese gravi quelle che provengono dalla bocca degli stupidi. Questa volta, però, mi
sono sentito braccato. Ho temuto che mi bloccassero con l'auto e mi picchiassero perchè, oltre ad insultarmi pesantemente, quei due avevano un
atteggiamento molto aggressivo nei miei confronti". Si sfoga, Marco, omosessuale pescarese di 31 anni. Vittima di attacchi omofobi dopo
aver dato un casto bacio della buonanotte al fidanzato, più giovane di qualche anno. Il grave episodio di intolleranza, che ha scatenato le diverse
reazioni del mondo politico e anche qualche commento velenoso sui social, si è verificato giovedi scorso intorno alle 22 sul lungomare di Pescara, vicino
della
rotonda Paolucci. Il ragazzo, studente di Medicina, è volontario dell'Arcigay Chieti "Sylvia Rivera" ,racconta in una intervista al Centro l'aggressione
subita. La paura provata. I timori. E le speranze per il futuro.
Marco, che cosa è accaduto giovedi sera?
Il mio ragazzo ed io siamo rimasti un'oretta a chiacchierare sul lungomare. Finchè è arrivato il momento della
buonanotte. Io mi sono messo in sella alla bicicletta, lui era in piedi al centro della piazza. Ci siamo dati un bacio a volo, istantaneo, nulla di più. In
quel momento passa una Fiat punto grigia con due persone a bordo che rallentano, abbassano il finestrino e gridano:"Froci". Mi è capitato altre volte di
sentirmelo dire, non mi sono preoccupato più di tanto. Saluto il mio ragazzo, inforco la bici e prendo la direzione della
Madonnina.
A quel punto cosa è successo?
Che mentre io proseguivo sulla pista ciclabile, l'auto procedeva di pari passo con me verso il centro cittadino. Ogni tanto i due si fermavano, accostavano,
mi aspettavano e appena arrivavo sulla loro traiettoria, mi lanciavano insulti ed epiteti di ogni sorta. A quel punto ho cominciato ad avere molta paura.
Penso: questi mi bloccano e poi mi piacchiano. Mi sento braccato. Penso anche di dover cambiare strada per evitare che mi seguano fino a casa. Quindi
mi fermo e col telefonino chiamo il 113. Intanto, passa una volante della polizia, mi sbraccio, tento di fermarla, ma non mi vedono . Quel gesto, però,
spaventa e fa fuggire gli aggressori.
Che tipi erano?
Ricordo solo un uomo piuttosto giovane con la barba e i capelli rasati.
Ha denunciato l'accaduto?
Appena i due sono andati via, ho chiamato il mio ragazzo per rassicurarlo che stavo bene,a nche se ho temuto molto per la mia incolumità. Quindi
mi hanno raggiunto Adelio Iezzi e gli amici dell'Arcigay e siamo andati in questura dove ho raccontato l'esperienza vissuta. Mi
hanno spiegato che il reato non è configurabile. Ci siamo rivolti ai carabinieri di via D'Annunzio, erano circa le 23,30. Stessa risposta. Ci hanno chiesto
di ripassare il giorno dopo se eravamo ancora intenzionati a sporgere querela.
E lei è ancora intenzionato a farlo?
Per ora no, dal punto di vista legale non ci sono appigli. Senza il reato non si può fare nulla in tal senso.
Quindi come intende procedere?
Con l'Arcigay studieremo il caso e lavoreremo ad una campagna per arrivare ad una legge contro l'omofobia. Apprezziamo l'intervento del sindaco
Alessandrini, siamo contentissimi dell'appoggio della Sinistra Italiana e della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Chiederemo ancora il loro
sostegno, perchè non può passare il messaggio che non succede niente quando qualcuno viene aggredito anche solo verbalmente. Pensavo che Pescara
fosse una città più moderna ed emancipata.
Come si sente adesso?
Non sono più tranquillo come prima.
Cosa prova nei confronti di quelle persone?
Mi fanno pena, non si sono resi conti della gravità di ciò che hanno fatto.
La sua reazione ai commenti sui social?
Sono amareggiato. I commenti negativi sono altre offese gratuite che mi vengono rivolte da chi vuole scoprire solo il lato morboso di questa storia.
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lunedi 22 maggio 2017
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