sabato 22 luglio 2017

DANIELA, LORENZO E VALENTINA: I TRE PESCARESI CHE HANNO ATTRAVERSATO A NUOTO LO STRETTO DI MESSINA

Una bracciata dopo l'altra per  conoscere e sfidare i propri limiti. Ognuno immerso nei propri pensieri. L'adrenalina a mille.  Il barcaiolo che ti indica la 
rotta. Il blu intenso del mare dello stretto di Messina, dove le correnti del Mar Jonio e del Mar Tirreno  si incrociano tra loro. Ora calde, ora freddissime. Il 
sole che cala a picco  disegna una lastra di luce sull'acqua. Tre amici pescaresi, Daniela Di Fazio, 45 anni,  impiegata di banca in corso Vittorio Emanuele, sposata con Antonio Stella, informatore medico di 48 anni, madre di  Francesca ed Eleonora, 15 e 11 anni;  Lorenzo Palmieri, 52 anni, single, maestro elementare a Villanova di Cepagatti, ispiratore dell'iniziativa  e Valentina D'Ascanio, 39 anni, psicologa dell'associazione Percorsi e ricercatrice 
all'università di Tor Vergata a Roma,  hanno nuotato a pelo d'acqua, stile libero, in un caldissimo giorno di giugno, seguiti in diretta dai social. Sotto di loro, un abisso di  120 metri di profondità. "Non vedi nulla, solo il blu dell'acqua. Non pensi a nulla, solo a nuotare per arrivare dall'altra parte". Dalla sponda 
siciliana a quella calabrese. Dalla spiaggia di Torrefaro (borgo di pescatori dove nasce il mito della ninfa Cariddi e dove si staglia un traliccio di ferro alto 
232 metri)  a quella di Cannitello ( U Cannateddu,  in dialetto di Reggio Calabria).  Daniela ha impiegato un'ora, 2 minuti e 29 secondi. Lorenzo 1 ora, 3 
minuti e 8 secondi. Valentina, 1 ora, 3 minuti e 7 secondi, per toccare l'altra sponda, 3,2 km di larghezza.  Ma non ha vinto nessuno. Non era una gara 
con un vincitore finale, solo una competizione con se stessi. Alla fine i tre amici, nuotatori per diletto, hanno "stappato una bottiglia di spumante per 
festeggiare". Non c'erano medaglie nè coppe da alzare in aria.  La sfida dei tre pescaresi è stato  attraversare lo stretto di Messina a nuoto con altri 60 
italiani . Una iniziativa  che si ripete ogni anno, più volte l'anno, quando le fasi lunari e le correnti lo consentono,  con il coordinamento degli organizzatori  Luciano Vietri di Roma  e Giovanni Arena, siciliano.  Una traversata faticosa ma suggestiva.  Lo sbarco sull'isola  della truppa pescarese è avvenuto  
domenica 18 giugno.Subito una riunione tecnica a capo Peloro, pochi km da Messina e poi una conviviale a base di pesce fritto da Filippa.   La prova,  il 
giorno successivo. Alle 10 tutti ai blocchi di partenza. Indossata la muta per contrastare acqua ghiacciata e meduse, cuffietta e  occhialini,  partenza a  
scaglioni. Alle 
10,40 il tuffo. I tre amici pescaresi, che ogni sera si allenano  da anni  per almeno un'ora e mezza alla piscina Le Naiadi con il gruppo  master Dugonghi  di Christian Di Sabatino, hanno nuotato l'uno accanto all'altra con il barcaiolo numero 5 che indicava la rotta,  supportato dalla Guardia Costiera locale. . Ogni gruppo aveva il suo barcaiolo di riferimento. Daniela:" E' stata una  emozione fortissima, che ti blocca il fiato. Poi ti godi il momento, il blu ti dà serenità.  In quei momenti pensi solo a nuotare e arrivare dall'altra parte. E' una prova di resistenza fisica. Perchè l'ho fatto? Volevo sfidare me stessa. Io nuoto da quando avevo 6 anni, mamma Franca mi iscrisse alla Pescarina, il mio istruttore era Egidio Spilla. Poi mi sono fermata a 13 anni per studiare  prima alla media Antonelli, poi al liceo D'Annunzio e poi ho  creato la mia meravigliosa famiglia di sportivi. Mio marito è un runner e  
 anche le mie figlie nuotano. Ognuno di noi coltiva le proprie passioni con tanto sacrificio. Ogni giorno entriamo e usciamo di casa a orari diversi, ma 
quando stiamo insieme ci coccoliamo  e deliziamo con una pizza al pomodoro, il  ciambellone e la torta di avena e latte di soia". Cosa pensano le sue figlie della loro super mamma?"Francesca mi ha detto: sono fiera di te. Ed Eleonora: mamma quando torni?". Nei giorni precedenti  la sfida, Daniela non aveva raccontato nulla a nessuno, neppure ai colleghi che hanno saputo della performance attraverso le prime notizie trapelate dal Centro online nei giorni scorsi:"Incredibile, pensavamo fosse uno scherzo". 


Lorenzo Palmieri, che ha convinto "senza difficoltà" le due amiche di nuoto ad attraversare lo Stretto,   fino a due anni fa aveva il "terrore del mare".  
Forse perchè "quando ero piccolo vedevo i miei genitori  allontanarsi al largo e temevo che non tornassero più".  Poi, all'improvviso, è esplosa la 
passione per il nuoto grazie alle amicizie strette con la brigata Dughonghi alle Naiadi. "Abbiamo  fatto tante piccole traversate a Giulianova e Scanno per 
scaldarci i muscoli e a settembre andrò a gareggiare a Londra. Che esperienza è stata lo Stretto di Messina? Indimenticabile, da rifare. Anche Valentina e 
Daniela sono d'accordo. Le ragazze hanno nuotato con molta determinazione.  Io l'ho presa con uno spirito più goliardico, ma ognuno di noi ha nuotato 
seguendo le proprie sensazioni. Sotto di noi c'erano 120 metri di profondità e il blu dell'acqua ci abbracciava. Uno spettacolo meraviglioso, unico. Questa 
esperienza ci ha molto unito. La sera prima, a cena, ridevamo e scherzavamo, ma ognuno di noi celava l'ansia che poi si è sciolta, quando abbiamo 
toccato con le mani gli scogli della sponda calabrese. Abbiamo vissuto tante emozioni, e tutte insieme,  in sole 24 ore. Perchè lo abbiamo fatto? Per 
vivere emozioni fortissime in un luogo mitologico e di grande suggestione. Quando abbiamo deciso di partire ci siamo detti:"Vediamo di cosa siamo 
capaci. Non pensavamo a nulla mentre nuotavamo, solo ad arrivare dall'altra parte". 


"Non escludiamo di rifare questa esperienza che è stata una sfida con noi stessi" rivela Valentina D'Ascanio, appassionata anche di pallamano, sci di 
fondo, pallavolo e corsa. Il nuoto  è la sua vita da quattro anni  e lo Stretto l'ha stregata: "Non potevamo rifiutare la proposta di Lorenzo.  E' stata una 
esperienza che ci rimarrà dentro in un tratto di mare particolare perchè lì le acque si incrociano, dando vita ad uno spettacolo della natura. Vietri la sera 
prima ci disse:"Nuoterete in un blu che non avete mai visto. E noi abbiamo volato in quel blu in tutta sicurezza con i barcaioli che ci davano le dritte con  
un medico a bordo. Non abbiamo mai avuto la percezione di essere soli nel buio delle profondità marine. I 50 minuti al giorno di allenamento ci sono 
serviti, ma nuotare in mare aperto è tutta un'altra cosa. In mare serve la resistenza fisica ma anche mentale. Cosa pensavo durante la nuotata? Solo a 
nuotare. Non ho sofferto. La traversata, organizzata molto bene,  è stata fluida, ho cercato di mantenere la concentrazione per tutto il tempo. Non 
essendoci competizione, abbiamo solo goduto di quei momenti che mai si potranno dimenticare. L'ultima parte del tragitto abbiamo incrociato una 
corrente di acqua ghiacciata che ci ha trapassato la muta. Era il capolinea vicino agli scogli della costa calabra. Poi abbiamo festeggiato stappando una bottiglia e ci sono arrivati messaggini da tutte le parti. Sacrifici alimentari? Io sono golosa di tutto. In generale,  dove c'è passione non c'è sacrificio". 
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venerdi 21  luglio  2017
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