E' una  tarda mattinata qualunque nella riserva naturale della pineta dannunziana, a Portanuova. Uomini di una certa età, 60-70 anni,  siedono sulle 
questi individui, con uno stratagemma,  tenta di persuadere  una donna a seguirlo nella boscaglia. E, convinto  di non essere visto, mima  all'amico,  col movimento della mano e del braccio,  il gesto di un rapporto sessuale.  Il sesso omosessuale e la prostituzione femminile  sono  ordinaria quotidianità nel parco D'Avalos,  oasi verde vanto della città. Che però non riesce mai a staccarsi di dosso l'immagine del degrado e del torbido.  Fa paura girare da soli nella sterminata riserva,  53 ettari di terreno  non particolare curato con le  toilette ristrutturate ma chiuse  e due porte di calcio arrugginite che si abbracciano circondate da sterpaglie. I cittadini hanno una percezione di insicurezza: " Abbiamo paura- dice un residente di San Silvestro- la sera c'è un traffico spaventoso di prostitute, uomini e donne che entrano ed escono dai cespugli".  "E' migliorato nel tempo questo parco, ci sono tanti giochi ed è più  pulito- osserva una famigliola di Ortona in vacanza in città, papà Diego Sanvitale e mamma Marina Donatangelo col piccolo Giacomo- ma ci vorrebbe maggiore vigilanza". Qualche minuto dopo si materializza una macchina dei carabinieri in perlustrazione.  Il mezzo procede lentamente sul tracciato di asfalto che si inoltra nel parco che apre alle 8 e d'estate chiude dopo le 21. Intorno al percorso vita corrono  ragazze  e ragazzi che fanno jogging, si fermano uomini che tengono la mano dell'amata, circolano mamme con i pargoli che gettano molliche  alle ochette, proprio nei pressi di un cartello di " divieto di somministrazione di cibo". Il panorama del lago è suggestivo, anche con  quel pino  spezzato che giace disteso a pelo d'acqua e divenuto nascondiglio di tartarughe, carpe,  anatre selvatiche e uccelli migratori che nidificano sulle sponde del lago. Una immagine, quella dell'albero disteso sull'acqua,  che ha irritato un turista milanese, Giuseppe Di Marzo, sposato con la pescarese Alessandra Tomei.  Ambientalista convinto, l'uomo  ha inviato numerose lettere agli amministratori locali per sollecitare la pulizia dei fondali dello specchio d'acqua. "Per ora non è possibile, mancano i fondi anche per sperimentare la ripulitura con i batteri e gli alberi caduti hanno una loro funzione naturalista e una valenza nell'ecosistema. L'importante è che i rami non ostruiscano il percorso vita - spiega  Paola Marchegiani, assessore con delega alla Riserva dannunziana e al Piano di Assetto naturalistico "che sta per essere discusso in consiglio comunale". L'amministratore aggiunge  anche che all'interno dell'Aurum è stato costituito un centro visite con dispositivi tecnologici, che stanno per essere varati, e che consentiranno a cittadini e turisti di conoscere tutti i segreti della riserva attraverso un touch screen. E anticipa che il Comune è vincitore di un bando per 340 mila euro di fondi europei per realizzare, entro un anno, delle green ways all'interno dell'area verde con percorsi riservati a disabili che visiterano il parco a bordo di speciali macchinine. Infine, l'assessore rende noto che  il centro di educazione ambientale, nelle vicinanze del campo di bocce, è stato affidato in gestione, con regolare gara, alle cooperative Il Bosso e Maja. 
Un quadro naturale, quello lacustre,  completato dalla  vecchia barchetta che un tempo veniva usata dagli sposi per gli scatti da conservare nell 'album di 
nozze e oggi utilizzata dai giardinieri per rimuovere i tronchi che galleggiano nell'acqua schiumeggiante di polveri di pioppi.  Una transenna, intorno allo specchio d'acqua, chiude una pericolosa apertura creatasi dal crollo di un pezzo di staccionata di legno. Su un tombino divelto  ,di cemento. si corre il 
rischio di inciampare,  a piedi o in bici. In alcuni tratti  si notano mucchi di legna da rimuovere, in altri le sterpaglie nascondono altre recinzioni di legno  
rotte in più punti. Un giardiniere  pulisce  e  si muove veloce tra le piante di lecci, pioppi, frassini, farnie, pini, aceri campestri, sorbi, roverelle. Un 
cittadino  della zona, Antonio Taraborelli, si indigna:" All'appello mancano 1000 alberi caduti a causa delle calamità naturali e mai sostituiti". 
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domenica 29   luglio  2017
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