La bucaniera
Incompresa: e' il titolo del film che Asia Argento sta presentando a New York. Incompreso: sono i titoli di altri due film. Uno di Luigi Comencini del 1966 e l'altro di Enrico Oldoini del 2002. La storia si ripete sempre. Chi non si e' mai sentito incompreso? Ognuno di noi, chi piu', chi meno, lungo il limitare della vita. Avete mai desiderato il bene delle persone che amate fino a prendervi cura di loro ,
forse soffocandole di attenzioni, ma sempre cercando di rendere la loro vita piu' confortevole e gradevole. E avere,invece, all'improvviso, la sensazione che a nessuno di loro freghi nulla di cio' che state facendo? Come se nulla fosse ardua conquista. Le delicatezze che voi avete nei confronti delle persone, soprattutto quelle care,
vengono interpretate come qualcosa di dovuto. Non ardua conquista. Non amore incondizionato e senza riserve. Avete mai avuto la sensazione che il verbo 'fare' sia fastidioso, per taluni, quanto un eritema o una orticaria? Persone vicine e lontane, un marito, un capufficio, che vi vorrebbero rinchiudere dentro una campana di vetro
per evitare di farvi vivere, lottare, financo respirare. Perche' e' l'unico modo per mantenere il controllo su di voi. Fare e' un verbo che vorrebbero eliminare dal vocabolario perche' significa estendere i confini della conoscenza, posizionarsi un gradino piu' in alto. E cio' non e' tollerabile per chi ha un carattere predominante, financo presuntuoso. Fare significa creare. Organizzare. Portare avanti. Volare piu' in alto. E cio' da fastidio a chi non e' in grado di controllare
i propri istinti. Avete mai avuto la sensazione che qualunque cosa fate, risulta sbagliata agli occhi degli altri? Come se il resto del mondo fosse perfetto e voi, tapini, miserabili e imperfetti. Il miraggio della perfezione, tale e': un miraggio. Una utopia. E chi pensa di esserlo, banalmente spesso scivola. Vi siete mai dovuti difendere da mille accuse, giustificare i vostri comportamenti, spiegare, spiegare e
ancora spiegare. Il nulla, a volte. Ma anche quello e' indispensabile per far funzionare la ruota delle emozioni. Vi siete mai sentiti sfibrati da tante spiegazioni, piegati dall'impotenza di non riuscire a farvi davvero capire dal vostro interlocutore? Sfiancati dalla paura di non riuscire a trasmettere il senso della vostra buona fede? Se tutto cio', e altro ancora, vi accade, benvenuti nel club. Degli incompresi. A consolazione, ci resta solo l'aforisma di Ennio Flaiano, il grande (scrittore e regista) incompreso, il quale scriveva che 'il peggio che puo' capitare ad un genio e' di essere compreso'. Ma guai a pensare di essere geni. Si rischia di essere travolti da una valanga di improperi. E un altro kazziatone non ve lo leva nessuno. Quindi, attenti ai passi falsi.
martedi 30 settembre 2014
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