Ai tempi in cui il governo chiede alla sanita' di stringere i cordoni della borsa, come se l'assistenza sanitaria fosse un
lusso e non un bene di tutti, dalla Sicilia arriva la notizia di una donazione di due milioni di euro ad un ospedale locale.
Donazione che proveniva da un ricco benefattore statunitense di origini ragusane, ma che non e' mai avvenuta. E non
certo per colpa del riccone. Il quale si e' recato, insieme al suo avvocato, nell'ospedale prescelto per lasciare l'assegno.
Si aspettava una accoglienza trionfale, invece e' stato totalmente ignorato. Il manager Asl che doveva riceverlo era
impegnato altrove a farsi i fatti suoi. La promessa di un nuovo appuntamento non cancella certo la figuraccia fatta.
Fossimo nel riccone, destineremmo altrove le nostre risorse. Detto cio', torniamo all'argomento di partenza: la stretta
sulla sanita'. Posto che i politici non si ammalano e non muoiono mai, soprattutto quelli che hanno preso decisioni cosi'
'restrittive', si augurino di non dover mai aver bisogno di visite importanti che vengano negate dal medico curante. Tra le misure decise dal governo vi e', infatti, la stretta sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e sui ricoveri di riabilitazione ospedaliera. Cio' costringera' i medici di base a fare finalmente i medici, quelli di una volta, e questa una buona notizia, li costringera' a non prescrivere accertamenti con molta facilita' . Pena la revisione dello stipendio. Se da una parte c'e' la buona notizia, dall'altra puo' accadere che le troppe 'strette' possano penalizzare chi ha davvero bisogno di una visita specialistica, a tutto danno della salute. Riduzione della spesa per acquisto di dispositivi medici e per farmaci, riduzione del trattamento accessorio del personale sanitario in presenza di riorganizzazione delle strutture. Per far rispettare le indicazioni si introduce, infatti, una riduzione del trattamento economico a carico del medico, in caso di "comportamento prescrittivo" non conforme alle condizioni ed indicazioni stabilite dal decreto ministeriale. In sostanza i medici che prescriveranno fuori regola saranno sanzionati con la riduzione del trattamento economico accessorio (se dipendenti Ssn) o con la riduzione delle quote variabili (se medici convenzionati). E quale medico fara' ancora una impegnativa con questi presupposti? L'altra vergogna di questo provvedimento riguarda la spesa per l'acquisto di dispositivi medici e farmaci. Il primo pacchetto di interventi è volto in primo luogo a ridurre la spesa per acquisto di beni e servizi nel settore sanitario. Si dispone infatti la rinegoziazione, da parte degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale, dei contratti in essere con i fornitori dei beni e servizi individuati da una apposita tabella contenuta nel decreto legge 78/2015 e dei dispositivi medici, con possibilità, per ognuna delle parti, in caso di esito negativo della rinegoziazione, di risolvere il contratto in essere. La riduzione della spesa potrà essere conseguita anche tramite lo svolgimento, entro il 30 settembre 2015 e secondo i criteri ivi stabiliti, di procedure di rinegoziazione tra l'Aifa e le aziende farmaceutiche, intese alla riduzione del prezzo di rimborso dei medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale.
mercoledi 5 agosto 2015
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