Pensioni, il capitolo flessibilita' in uscita e' rimandato a settembre. Ma intanto si affastellano le ipotesi su come rivoluzionare la maledetta legge Fornero che ha procurato solo guai a chi doveva andare in pensione. Una legge che non ha scritto nulla di buono sui futuri pensionamenti. C'è chiaramente l'esigenza di un intervento di alleggerimento. Anche le imprese lo stanno sollecitando. Lo sottolinea Pier Paolo Baretta, sottosegretario
all'Economia (Pd) in un'intervista raccolta dal Secolo XIX. Il sottosegretario cita la possibilità di convergere su un'ipotesi intermedia. Partendo sempre da una soglia
minima di 62 anni, si legge su pensionioggi.it, si potrebbe procedere ad un abbattimento annuo del 2% se si sceglie di anticipare l'uscita di un
anno, taglio che sale al 5% e all'8% se si opta per un'uscita rispettivamente a 64 o a 63 anni, per raggiungere il 12% per
chi decide di lasciare con 4 anni d'anticipo, cioè a 62 anni. Più o meno una mensilità in meno l'anno nell'ipotesi più
onerosa. E un'opzione di compromesso tra la proposta Damiano di un taglio massimo dell'8% e la batosta del calcolo
contributivo, che può diminuire l'assegno fino al 25%.
mercoledi 19 agosto 2015
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