domenica 17 agosto 2014

SUL VIRUS EBOLA GLI ITALIANI STIANO TRANQUILLI: PAROLA DI MINISTRO

Sul virus Ebola gli italiani stiano tranquilli. E' vero che quando i politici parlano sono sempre le ultime parole famose, ma e' anche vero che a qualcosa bisogna pur credere. Ai politici, il meno possibile, ma sulla salute non si scherza. Cosi' se il ministro della Salute sostiene che 'i rischi reali di contrarre l'ebola in Italia sono veramente ridotti ai minimi termini. E' veramente difficile contrarlo in 
un Paese ad alto livello di igiene e tecnologico come il nostro. Dobbiamo dare informazioni esatte e corrette ai cittadini. Questo è importante perché in questi giorni si è diffusa una forma di panico nella popolazione' bisogna fare lo sforzo di crederci perche' l'Ebola fa paura al mondo. Getta i popoli nel panico, le persone 
nella piu' nera frustrazione. Perche' un virus e' incontrollabile. Al cospetto del virus si e' impotenti. 

Nonostante, infatti, le rassicurazioni dell'Oms, che invita addirittura a non interrompere i voli per i paesi colpiti, l'epidemia di Ebola fa paura anche all'Occidente, come testimonia il comportamento della Germania che ha invitato tutti i cittadini tedeschi a lasciare i Paesi colpiti.

'E'importante sottolineare, ha proseguito il ministro in merito alla preoccupazione suscitata dalla notizia dal primo decesso di una persona di origini europee, che "non si è infettata in Europa, ma si è ammalata in loco". D'altronde le misure alle frontiere italiane sono già alte. "Già da aprile abbiamo controlli a bordo aerei, negli aeroporti" ha ricordato il ministro Beatrice Lorenzin. Le misure forti prese in Inghilterra "noi le adottiamo da mesi. Siamo paesi di frontiera abituati a fronteggiare rischi sanitari in situazione di continuità, in particolare da quando è iniziata l'emergenza profughi". L'Italia sta, inoltre, contribuendo agli aiuti. In particolare l'ospedale Spallanzani "ha mandato la propria unità mobile sul posto e i nostri medici stanno lavorando nelle procedure di isolamento dei malati e per quanto possibile di terapia" ha concluso.


Intanto il virus intanto non accenna a mollare la presa in Guinea, Serra Leone, Liberia e Nigeria, dove il conto dei morti si allunga in attesa dei trattamenti sperimentali 'autorizzati' dall'agenzia Onu, tra cui un vaccino sviluppato in Canada di cui saranno messe a disposizione mille dosi. La richiesta di Berlino, ha spiegato 
un portavoce del ministero degli Esteri, non vale però per il personale medico. Rimarranno aperte anche le rappresentanze diplomatiche della Germania nei quattro paesi colpiti, ma ''la misura precauzionale è stata presa a causa dell'emergenza 
sanitaria che continua a mietere vittime in Africa occidentale''.
In realtà la Germania e tutti gli altri paesi che non confinano con quelli colpiti sono, ha precisato l'Oms, nella fascia minore rischio di trasmissione, mentre quelli considerati ad alto rischio condividono almeno un confine con i quattro dove l'epidemia è attiva. L'agenzia ha registrato tra il 10 e l'11 agosto 128 nuovi casi e 56 morti, con il computo totale arrivato a 1.975 casi e 1.069 morti. 
'Le operazioni di sorveglianza in Guinea, Nigeria e Sierra Leone hanno permesso di identificare e seguire tra il 94% e il 98% dei contatti avuti dai nuovi casi - spiega il comunicato dell'Oms - mentre in Liberia si stanno facendo sforzi per rafforzare queste pratiche, anche se nell'area servono aiuti ulteriori. L'esercito liberiano ha recentemente messo in quarantena una terza provincia del paese come parte dello sforzo per fermare la trasmissione''. Le speranze dei paesi africani sono riposte nei trattamenti sperimentali, il cui uso è stato dichiarato 'etico' dal comitato di esperti riunito ieri dall'agenzia, che però sono disponibili in quantità limitata. Il primo Paese a farsi avanti, dopo che l'azienda produttrice del siero 'miracoloso' ZMapp ha dichiarato di aver esaurito le scorte, è stato il Canada, che ha messo a disposizione 800-1.000 dosi di un vaccino che ha dato buoni risultati sugli animali e che saranno usate probabilmente per gli operatori sanitari. ''Vediamo il vaccino come una risorsa globale - spiega Greg Taylor, direttore dell'agenzia canadese per la salute ad Ansa - qualcosa che dobbiamo mettere sul tavolo per trovare il modo migliore per renderlo utile, e stiamo cercando il modo di farlo il più velocemente possibile''. 
domenica 17 agosto 2014
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