lunedì 11 maggio 2015

CERCARE IL PETROLIO IN ADRIATICO: IL BUSINESS DEGLI INGLESI CHE NON PIACE AGLI ABRUZZESI

Cercare il petrolio in Adriatico: un business per pochi, ma lavoro per molti. Alla fine l'ecosistema ne verrebbe fuori martoriato, ma il petrolio vuol dire ricchezza. Anche se non per tutti.  Quale la strada giusta per l'Abruzzo? Gli abruzzesi vivono questo dubbio 
amletico: petrolio o non petrolio? Una fetta di loro ha gia' deciso: no alle trivelle nell'Adriatico. 'Prima il mare, basta affari': con questo slogan il coordinamento Noombrina apre una serie di manifestazioni per salvare la costa, compresa quella romantica dei trabocchi. Prima un incontro pubblico venerdi 15 maggio 2015 alle ore 21  a palazzo Baldoni a Montesilvano (Pescara), con Augusto De Sanctis del forum abruzzese dei movimenti per l'acqua e Renato Di Nicola, Abruzzo Social Forum e poi tutti in piazza a Lanciano il prossimo 23 maggio 2015 alle ore 15. Ma cosa accadrebbe se le trivelle inondassero l'Adriatico? Quali sarebbero gli effetti, piu' o meno devastanti, per il territorio?  'Dopo alcuni mesi di stallo- spiegano gli attivisti Noombrina- la commissione di valutazione impatto ambientale ha dato parere positivo al 
progetto di Ombrina mare, una piattaforma petrolifera che dovra' sorgere a soli sei km al largo della Costa dei Trabocchi 
di San Vito Chietino, collegata ad una serie di pozzi estrattivi e ad una nave raffineria lunga piu' dello stadio Adriatico  e 
alta come un palazzo di dieci piani, che dovrebbe stazionare di fronte alle nostre coste  per i prossimi 24 anni, immettendo fumi nocivi in atmosfera e sversando inquinanti in mare. Pozzi, piattaforma e nave saranno collegati tra loro, e con la terraferma, da decine di km di condotte sottomarine. L'Adriatico, per km, diventera' quasi una proprieta' privata, vietata a tutti. Inoltre, la nave stocchera' fino a 50 mila tonnellate di petrolio: un solo incidente avrebbe effetti letali' per l'ecosistema e la comunita'. Ma chi dovrebbe effettuare questi lavori in mare? 'Il progetto sarebbe gestito- proseguono gli attivisti di Noombrina- dalla Rockhopper Exploration, una multinazionale britannica che possiede 
giacimenti petroliferi in tutto il mondo, dalle isole Falkland a Malta alle coste francesi, e vede l'opposizione di gran parte 
dei sindaci del territorio abruzzese, nonche' del comparto turistico, agricolo e della pesca'. Il progetto avrebbe 'conseguenze devastanti per uno dei tratti di litorale piu' belli dell'Adriatico, famoso per le sue bellezze naturali e per la presenza di numerosi vitigni, nonche' per la vita quotidiana di tutti coloro che vivono e lavorano in Abruzzo. Il 13 aprile scorso 40 mila abruzzesi sono scesi in piazza a Pescara per gridare il loro 'no' ad Ombrina mare'. E ora gli inglesi ritornano dopo un periodo di silenzio, ma gli abruzzesi continuano a lottare contro le trivelle. Se non tutti, molti, uniti per bloccare la calata delle multinazionali del petrolio. 
lunedi 11 maggio 2015
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it

Nessun commento:

Posta un commento