'Se siamo qui a parlare di come vincere il cancro, è perché esiste la mammografia". Le donne sono imbufalite. Hanno mal digerito le esternazioni elettorali di Beppe Grillo dirette all'oncologo Umberto Veronesi sulle mammografie. Il grillo parlante ha vomitato veleno durante la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza e si è lasciato andare con cronisti e attivisti: 'È il sistema che non va. Veronesi, ad esempio, pubblicizza le mammografie, ripete di continuo alle donne di farle. Probabilmente Veronesi parla così per avere sovvenzioni per il suo istituto'. Se Grillo e' un furbacchione, Veronesi non e' un santo. I quattrini li sa fare, eccome. Che dietro le mammografie ci sia un business colossale, non doveva certo dirlo Grillo. Ma le mammografie possono salvare la vita della donne. E questo e' un fatto. 'Dichiarazioni "gravi e pericolose" - seguite dall'immediata replica del ministro della Salute Beatrice Lorenzin ("L'arma più efficace, talvolta l'unica, per sconfiggere il cancro è la prevenzione"), e dall'appello del premier Matteo Renzi ("La mammografia ci salva la vita, troppe sono morte per non aver fatto controlli"). Ora insorgono anche le donne che proprio grazie alla diagnosi precoce il tumore l'hanno sconfitto: "Noi ci siamo e siamo tante - rivendicano - Migliaia di donne guarite perché abbiamo scoperto il cancro in tempo. Lo screening mammografico è lo strumento più efficace in termini di vite salvate, l'unica arma che permette di affrontare per tempo la malattia e di vincerla".
A parlare per tutte è Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia. Il movimento attivo da 20 anni in oltre 45 Paesi del Vecchio continente, che collabora con le Istituzioni nazionali per far approvare leggi che favoriscano sempre più l'accesso alla diagnosi precoce per le donne, ha fra i suoi consiglieri anche la 'first lady di Milano Cinzia Sasso, moglie del sindaco Giuliano Pisapia. Fu proprio lei - in occasione di un'edizione dell''Ieo per le donne', appuntamento annuale organizzato nel capoluogo lombardo dallo stesso Veronesi - a raccontare del tumore al seno scoperto nel 2009 grazie alla mammografia, sconfitto e trasformato in un'occasione per dire alle altre donne che vincere la malattia si può.
Europa Donna Italia ribadisce quindi "l'indiscussa efficacia dello screening mammografico in termini di vite salvate, e la necessità di continuare a promuovere lo screening presso la popolazione femminile, come un irrinunciabile strumento salvavita".
Il tumore al seno è in continuo aumento, ricorda l'associazione: "Migliaia di donne si ammalano ogni anno (una su 8), ma è una malattia sempre più curabile, se diagnosticata in tempo e curata in centri specializzati". Conferma Corrado Tinterri, coordinatore del Comitato scientifico di Europa Donna Italia, senologo dell'Irccs Humanitas di Rozzano (Milano): "Da oltre 40 anni risultati di studi scientifici nazionali e internazionali hanno dimostrato una riduzione della mortalità nelle donne sottoposte a screening mammografico. Il fatto che la Comunità europea richieda la diffusione di programmi di screening - conclude - sottolinea la necessità e l'importanza di questo strumento diagnostico di prevenzione secondaria del tumore al seno nella popolazione femminile".
lunedi 11 maggio 2015
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