venerdì 11 novembre 2016

DONATO CARLO ZOTTA: COSI' CURIAMO I TUMORI CEREBRALI

Quattrocentocinquanta interventi neurochirurgici nel 2015, con un aumento di settanta operazioni rispetto all'anno precedente, su pazienti, tra cui centenari e bambini, provenienti, oltre che da tutta la regione, anche dall'alto Molise, Marche e Lazio con copertura di un bacino di utenza di circa 600 mila abitanti. Ottanta tumori cerebrali trattati, venti spinali e settanta ernie del disco; ottocentocinquanta consulenze mediche verso gli ospedali della Asl teatina e della Val Pescara. Sono i numeri che emergono dalle attività degli ultimi tempi dell'unità operativa neurochirurgica dell'ospedale Santo Spirito di Pescara, diretta dal primario facente funzioni Piero Iovenitti. Il coordinamento dell'interventistica operatoria è curato da Donato Carlo Zotta, 55 anni, lucano di Potenza, da sei anni a Pescara dopo undici trascorsi nell'ospedale aquilano. Il reparto, nato nel 1970, situato al primo piano ala nord, conta 22 posti letto e 18 elementi, tra infermieri e personale di supporto, seguiti dal caposala Amedeo Santacroce. "Non facciamo miracoli- commenta Donato Carlo Zotta, una lunga esperienza di lavoro anche in Germania-ma stiamo ottenendo grandi risultati sul territorio, e anche oltre confine, grazie a professionisti validi e tecnologie altamente all'avanguardia". Un "sistema telematico di trasmissione immagini e dati consente all'unità neurochirurgica pescarese- prosegue Zotta- di scambiare consulenze con i nosocomi di Lanciano, Vasto, Popoli e Penne". Per sconfiggere i tumori cerebrali viene utilizzato un "neuronavigatore che consente di ricercare le lesioni all'interno del cranio e intervenire sulla patologie con un margine di precisione molto alto. Un microscopio con fluorescenza ci permette di capire se il tumore è stato asportato per bene". Tra le patologie spinali e traumatiche più trattate, le ernie del disco con settanta interventi negli ultimi tempi, ma c'è molta richiesta su operazioni ai tunnel carpali e cubitali che riguardano mani e braccia. Due tra gli interventi più delicati, l'idrocefalia "il cui versamento di liquido all'interno del cervello- spiega il coordinatore delle attività chirurgiche, laureato nel 1985 a Napoli, università Federico II- può provocare cefalee, disturbi del movimento, demenza" e la cranioplastica, otto interventi nel 2015, che consente "la ricostruzione della teca cranica con materiali plastici biocompatibili realizzati su misura del paziente in Svizzera, Germania e Stati Uniti. Nel reparto, previsto un apparecchio per la risonanza magnetica intraoperatoria che permette di fare esami diagnostici in sala operatoria e a cranio aperto. Tra i 22 posti letto, due sono riservati al monitoraggio del paziente, nel postoperatorio. Una soluzione resa possibile grazie alla collaborazione con il reparto di rianimazione diretto da Tullio Spina. Gli interventi neurochirurgici durano tra le due e le otto ore " e il tasso di mortalità in sala operatoria è pari a zero". Molti pazienti sono anziani, "alcuni centenari" precisa Zotta, ma "il nostro reparto è anche punto di riferimento per la neurochirurgia pediatrica". 

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