martedì 29 novembre 2016

QUASI NOVE ORE AL PRONTO SOCCORSO PER STECCARE IL DITO DI UN BIMBO

Otto ore e ventotto minuti di attesa nella stretta sala del pronto soccorso dell'ospedale di Pescara per fare una lastra e fasciare con una stecca il dito rotto di un bimbo di 12 anni che è tornato a casa con una prognosi di ventuno giorni. La denuncia di quel che viene definito disservizio sanitario arriva del papà Fabio Ranalli, pescarese, responsabile di una azienda di prodotti alimentari. E' lui stesso che racconta l'odissea di una giornata, sabato, trascorsa al pronto soccorso:"Uno scempio, un incubo- si infervora il padre del piccolo - siamo arrivati alle 11.20 e siamo usciti dall'ospedale alle 19.48. Mio figlio, benchè stanco e dolorante, è stato bravissimo. Ha affrontato le ore di attesa, tra pranzo e merenda, senza troppo lamentarsi accanto a me e la mamma che cercavamo di consolarlo e distrarlo dal dolore alla mano". Tutto è iniziato venerdi scorso quando il ragazzino, studente alla media Carducci, si è rotto il dito medio della mano destra mentre giocava a basket. Durante la notte tra venerdi e sabato, la mano del piccolo si è gonfiata, provocandogli un doloroso ematoma. "Il primo pensiero è stato di portarlo all'ospedale e non dal medico di famiglia- prosegue l'uomo- perchè la situazione si era ulteriormente aggravata. Subito ci hanno dato il codice verde e chiesto di rimanere in attesa. Man mano che le ore trascorrevano, però, altra gente ci è passata davanti più o meno con le stesse problematiche e abbiamo educatamente rispettato le urgenze. Alcuni dottori ci hanno detto: i bambini hanno la precedenza, ma mio figlio è riuscito a fare la lastra solo alle quattro del pomeriggio. Nella repubblica dominicana, dove sono stato in vacanza, il tempo di attesa per avere una prestazione sanitaria è di appena dieci minuti. Noi abbiamo aspettato quasi nove ore per mettere una stecca al dito. Inconcepibile. Il piccolo dovrà tenere la fasciatura una ventina di giorni, ma la farò togliere dal medico di famiglia, non costringerò mio figlio a passare un'altra giornata al pronto soccorso".
martedi 28 novembre 2016
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