martedì 3 febbraio 2015

DAL SESSO ALLE ALLUCINAZIONI: TUTTE LE SCUSE PER NON ANDARE AL LAVORO

Da terribili allucinazioni improvvise ai pantaloni che si rompono sulla strada verso l'ufficio, al dito incastrato nel rubinetto, fino alla nuova fidanzata troppo 'mordace', sono molte e fantasiose le scuse propinate al capo per giustificare l'assenza di un giorno sul lavoro. A 'censire' le 25 motivazioni peggiori è uno studio condotto Oltremanica su 1.000 lavoratori e 1.000 capi, commissionato dal provider di assistenza sanitaria integrativa britannica no profit Benenden Health.

Ebbene, tra le spiegazioni più insolite spiccano quelle legate alla salute: un dipendente ha chiamato il capo per spiegargli che non poteva andare al lavoro quel giorno perché era in pronto soccorso con un piolo sulla lingua. Ci sono poi i lutti, con lo stesso parente morto più volte, o le scuse legate agli animali domestici: "Il mio cane ha avuto paura e non voglio lasciarlo", e "Mi è morto il criceto". O addirittura notti erotiche particolarmente focose: "Mi sono fatto male durante un rapporto" e "La mia nuova fidanzata mi ha morso in un punto delicato". I risultati - riportati dal 'Telegraph' - hanno rivelato che sei capi su dieci non credono alle scuse dei dipendenti quando chiamano per mettersi in malattia. E se si guarda l'elenco delle 25 peggiori spiegazioni addotte dai dipendenti per assentarsi per un giorno, non è difficile capire perché:

1) Una lattina di fagioli è atterrata sul mio alluce;

2) Nuotavo troppo veloce e ho sbattuto la testa sul bordo della piscina;

3) Sono stato morso da un insetto;

4) La mia auto aveva il freno a mano ed è rotolata giù per la collina contro un lampione.

5) Il mio cane ha avuto un grande spavento e non voglio lasciarlo;

6) Il mio criceto è morto;

7) Mi sono fatto male durante il sesso;

8) Sono scivolato su una moneta;

9) Ho avuto una notte insonne;

10) La mia mamma è morta (scusa usata dalla stessa persona due volte);

11) Sto avendo delle allucinazioni;

12) Sono bloccato in casa mia, perché si è rotta la porta;

13) La mia nuova ragazza mi ha morso in un punto delicato;

14) Mi sono bruciato la mano sul tostapane;

15) Il cane mi ha mangiato le scarpe;

16) Il mio pesce è malato;

17) Ho ingoiato l'acquaragia;

18) Il mio alluce è rimasto incastrato nel rubinetto bagno.

19) Sono in pronto soccorso con una molletta da bucato sulla lingua;

20) Ho bevuto troppo e mi sono addormentato sul pavimento di qualcuno, non so dove mi trovo;

21) I miei pantaloni si sono rotti mentre stavo venendo al lavoro;

22) Sto utilizzando una nuova soluzione per lenti a contatto e mi lacrimano gli occhi;

23) Ho il naso chiuso;

24) Ho fatto un disastro con la tintura per capelli;

25) Ho un dito dolorante.

Ebbene, secondo la ricerca i lavoratori dovrebbero pensarci due volte prima di fare una chiamata di questo tipo, se non hanno una scusa ragionevole. E' emerso infatti che un manager su tre setaccia i social media dopo aver ricevuto una chiamata, per vedere se lavoratore è abbastanza in forma da inviare aggiornamenti. Lo studio ha anche scoperto che un boss su quattro mette in discussione chi non sembra abbastanza malato o dà scuse deboli, e anche fattori come una giornata di sole o il fatto che il giorno prima il dipendente sembrava star bene suscitano molti sospetti.

Alcune scuse, poi, reggono meglio di altre: chi cita influenza intestinale, virus e dolori addominali ha più chances di essere creduto, mentre va peggio a mal di collo, mal di schiena o stiramenti muscolari. (adnkronos)
martedi 3 febbraio   2015
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