Quello delle estorsioni via internet è un fenomeno in forte crescita in Italia, da nord a sud. Il 95% delle vittime è di sesso maschile e intorno ai 20 anni ma le età sono le più disparate. Ora da Rimini balza la notizia di identificazione e denuncia nei confronti degli autori. Si tratta del primo caso in Italia in cui si riesce a risalire a responsabili di ”sextorsion”, un nuovo fenomeno criminale che consiste nell’estorsione di denaro a malcapitati che cadono nella trappola di “esperienze sessuali virtuali” e poi subiscono il ricatto di pubblicare e diffondere i video registrati.E' una storia drammatica di un uomo, un riminese 35enne,che rompe un muro di silenzio intorno ad internet, che era stato adescato su Facebook da una ragazza ammiccante dal nome evocativo, “Belen”. Dopo un primo scambio di informazioni e la richiesta di amicizia sul social network, necessaria alla truffatrice per acquisire la lista di amici della vittima, la conversazione si era spostata su Skype, più difficile da identificare per le forze dell’ordine e lì il 35enne si era mostrato senza vestiti davanti a una webcam. Proprio quelle performance erano state registrate e utilizzate per ricattarlo: la ragazza, insieme ad un complice, aveva minacciato di diffondere il video agli amici dell’uomo su Facebook.La Polizia Postale è riuscita a risalire ai truffatori, una 32enne e un 37enne di Reggio Calabria. La vittima aveva fatto due pagamenti tramite Postepay di 220 e 160 euro che poi erano stati girati in conti per il gioco d’azzardo online. Alla terza richiesta di pagamento in agosto l’uomo si è deciso a denunciare. La polizia postale ha prima identificato i conti su cui era arrivato il denaro e poi, attraverso gli indirizzi IP, è riuscita a risalire ai colpevoli. Il 2 febbraio in Calabria la perquisizione che ha permesso di rintracciare il materiale incriminato, comprese le carte Postepay. I due sono risultati autori seriali di queste cybertruffe.Truffe online ed estorsioni su internet, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono diventati canali privilegiati per perpetrare reati vista la sempre più elevata propensione delle persone ad effettuare acquisti di beni e servizi su Internet oltre a cercare l'industria del sesso e della prostituzione che passa sempre più spesso dal computer.
lunedi 9 febbraio 2015
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