Trentotto o trentanove morti in Irpinia. Ottanta morti a Santiago de
Compostela. L'alta velocita' uccide. Ma l'autista del treno faceva lo
sbruffone su internet a 200 all'ora e quello, pace all'anima sua, del bus in quel di Avellino, girava a porte aperte e col piede a tavoletta. Il mezzo perdeva pezzi sulla strada. Pero' non e' mai colpa di nessuno quando le strade si tingono di rosso sangue. Non e' colpa del mezzo perche' aveva passato l'esame della revisione. Te li raccomando i revisori. Fateci caso. Ogni volta che il vostro mezzo di trasporto subisce una revisione, immediatamente dopo, vi lascia a piedi. Non e' mai colpa neppure degli autisti. Corrono, flirtano al telefono, guidano con una sola mano. Ma quando accadono le stragi, tutti sono cauti ad incolpare il pilota. Il folle di Compostela e' uscito dal treno sbilenco con il viso imbrattato di sangue.'Voglio morire' sussurrava a se stesso. Poi pero' davanti agli inquirenti ha fatto scena muta. Aveva ucciso ottanta persone, tra cui un giovane italiano e non ha avuto neppure il coraggio di ammettere le sue colpe. Choc o vigliaccheria? Lui e' vivo, i suoi passeggeri no. Alla sua coscienza, posto che ne abbia una, non potra' sfuggire. Rischia trecento anni di carcere. Ed e' l'unica notizia che fa ridere in questa valle di lacrime. L'autista del bus irpino, purtroppo, ha avuto sorte peggiore. E' morto. Non potra' mai raccontare la sua verita'. Risultato. Due incidenti mortali causati dall'alta velocita', in soli pochi giorni. Piu' di cento morti e nessuno sui cui sfogare la rabbia e a cui dare la colpa.
29 luglio 2013
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