I tagli alla sanita' sono l'ennesima vergogna nazionale. Un Paese che si rispetti punta sul turismo per fare cassa e sulla sanita' per preservare la salute della comunita'. Invece in Italia nella sanita' pubblica gli sprechi non si contano piu' ormai. La politica entra di prepotenza nelle stanze d'ospedale, in luoghi non autorizzati. E i governi che si susseguono non fanno altro che parlare di tagli. Ai servizi, alle strutture sanitarie, alla spesa in generale, al personale. I distretti sanitari, invece di aumentare diminuiscono. E in queste ore si parla di oltre due miliardi di tagli alla voce sanita'. Se ne parlera' nel dettaglio nella conferenza stato-regioni del prossimo 15 aprile 2015. Ma intanto la notizia fa inorridire. Perche' tagliare i servizi significa dare meno servizio ad una sanita' pubblica gia' disastrata. Significa mortificare il lavoro degli operatori sanitari che non investono in nuove e piu' ricercate tecnologie per la cura dei pazienti. Significa invitare le Aziende sanitarie a non spendere nell'acquisto di beni di ultima generazione per salvare vite umane e a non investire in risorse umane qualificate. Significa originare malumori all'interno delle
strutture ospedaliere a tutto danno dei pazienti- malati. Significa offrire all'utenza una sanita' spersonalizzata e priva di calore umano e risorse tecnologiche all'avanguardia. Sacrifici, in nome dei bilanci, che proprio non piacciono ai medici. "Invece di tagliare gli sprechi - spiega all'Adnkronos Costantino Troise, segretario nazionale del principale sindacato della dirigenza medica, Anaao Assomed - governo e Regioni riducono i servizi ai cittadini. Questi tagli - aggiunge - rappresentano un ulteriore elemento di deriva del Servizio sanitario nazionale, che si impoverisce sempre di più. Di risorse economiche e umane. In un'ottica tutta proiettata verso un pareggio di bilancio che sembra sempre più lontano da essere conseguito. Insomma , governo e Regioni ci propongono ricette vecchie". A tutto danno dei cittadini.
sabato 11 aprile 2015
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