Se il partner russa, scappare dal letto e' un imperativo. Altrimenti passa il messaggio che nella vita di coppia si deve sopportare di tutto. Chi russa da' fastidio all'altro/a. Punto. Non esistono giustificazioni che tengano. Meno male che ci sono piccoli trucchi per evitare di russare. In alcuni casi basta cambiare cuscino o bere un bicchiere d'acqua. Secondo uno studio riportato da WebMd, è necessario cambiare piccole abitudini per nella di russare. Vediamo quali sono.
1. Cambiare posizione. Dormire sulla schiena può far collassare il palato molle sulla gola ostruendo le vie aeree. Dormire su un fianco è preferibile.
2. Perdere peso. Non vuol dire che le persone magre non russino. Ma se questa abitudine è iniziata dopo essere ingrassati, la causa potrebbe essere il peso eccessivo.
3. Praticare una buona 'igiene' del sonno. Vale a dire non arrivare a letto eccessivamente stanchi. Quando si è esausti i muscoli si afflosciano ed è più facile che si russi.
4. Cambiare cuscino. Nel cuscino si accumulano polvere e allergeni che ostacolano la respirazione. Per lo stesso motivo è meglio tenere gli animali fuori dal letto.
5. Evitare l'alcol. Alcol e sedativi riducono il tono dei muscoli. Hanno lo stesso effetto della stanchezza eccessiva. Da evitare nelle 5 ore prima di andare a dormire.
6. Restare idratati. Se si è idratati le secrezioni del naso e del palato molle sono fluide e non bloccano il passaggio dell'aria. Le donne dovrebbero bere 11 bicchieri d'acqua al giorno, gli uomini 16 (compresa quella assunta con il cibo).
7. Fare una doccia. La doccia calda prima di andare a dormire può essere provvidenziale per liberare il naso. Il calore elimina le ostruzioni causate da un eventuale raffreddore.
martedi 29 settembre 2015
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martedì 29 settembre 2015
SEMPRE PIU' AGGUERRITA LA FUGA DEI PENSIONATI ALL'ESTERO: NEL 2014 SONO SCAPPATI OLTRE 5000 ITALIANI
A furia di non decidere mai ufficialmente una mazza sulle pensioni, i pensionati, dall'Italia, scappano. agi: 'Cosi', dopo la 'fuga dei cervelli' e' iniziata la 'fuga dei pensionati'. Aumenta ogni anno il numero di anziani italiani che emigrano e si fanno pagare la pensione all'estero. Secondo quanto rivela l'Inps nel rapporto 'World wide', presentato dal presidente Tito Boeri, solo nel 2014 i pensionati espatriati sono stati 5.345, il 65% in piu' dell'anno precedente. Dal 2010 il numero e' piu' che raddoppiato (+109%) arrivando a 16.420. Secondo l'Inps, ad incidere sulla scelta di trasferirsi all'estero e' il costo della vita piu' basso rispetto all'Italia e il peso del fisco. Ma il fenomeno ha riflessi economici, perche' il pagamento di una pensione all'estero rappresenta una perdita per l'Italia, in quanto l'importo erogato non rientra sotto forma di consumi o di investimenti e genera un minor volume di imposte. Il 71% dei pensionati emigrati negli ultimi 5 anni si e' trasferito in altri paesi europei (11.735), il 10% in America settentrionale e il 6% in America meridionale. In Oceania sono appena 434, ma l'incremento e' stato del 257%. L'importo dei trattamenti pensionistici corisposti ai pensionati emigrati dal 2010 aammonta a circa 300 milioni.
"Ogni anno - ha detto Boeri - aumenta il numero di pensionati italiani che emigrano e si fanno pagare la pensione all'estero. Dal 2003 al 2014 sono un totale di 36.578 persone. Questo fenomeno erode la base imponibile. Molti pensionati ottengono l'esenzione dlala tassazione diretta e non consumano in Italia (con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta). Il fenomeno non e' copensato da flussi di ingresso di pensionati Inps che rientrano (24.857 dal 2003 al 2014)'.(agi)
Malgrado cio', i governi che si succedono non fanno altro che tentennare sulla questione pensioni. Non fanno altro che lanciare proclami e comunicati stampa. A quando la riforma vera? Soprattutto quella che dovra' spazzare via la riforma della maestrina dalle lacrime di coccodrillo, che con i suoi piagnistei ha fregato tutti e messo l'Italia dei futuri pensionati in ginocchio.
martedi 29 settembre 2015
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"Ogni anno - ha detto Boeri - aumenta il numero di pensionati italiani che emigrano e si fanno pagare la pensione all'estero. Dal 2003 al 2014 sono un totale di 36.578 persone. Questo fenomeno erode la base imponibile. Molti pensionati ottengono l'esenzione dlala tassazione diretta e non consumano in Italia (con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta). Il fenomeno non e' copensato da flussi di ingresso di pensionati Inps che rientrano (24.857 dal 2003 al 2014)'.(agi)
Malgrado cio', i governi che si succedono non fanno altro che tentennare sulla questione pensioni. Non fanno altro che lanciare proclami e comunicati stampa. A quando la riforma vera? Soprattutto quella che dovra' spazzare via la riforma della maestrina dalle lacrime di coccodrillo, che con i suoi piagnistei ha fregato tutti e messo l'Italia dei futuri pensionati in ginocchio.
martedi 29 settembre 2015
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L'ASPIRINA ALLUNGA LA VITA DEI MALATI DI CANCRO
Un gruppo di scienziati dell’Università di Leiden é riuscita a dimostrare attraverso uno studio, presentato all’European Cancer Congress di Vienna che l’aspirina, può raddoppiare l’aspettativa di vita di pazienti affetti da alcune delle forme neoplastiche più comuni. Lo studio è stato condotto nei Paesi Bassi su circa 13.000 persone negli anni tra il 1998 ed il 211, secondo cui l’antinfiammatorio ha apportato un “significativo” vantaggio di sopravvivenza rispetto a coloro che non lo hanno assunto. L'indagine scientifica ha rivelato che in generale, in tutti i tumori studiati, il 30,5 per cento dei pazienti è sopravvissuto almeno 5 anni. Ma all’interno del campione, coloro che usavano aspirina, una dose giornaliera di 80 milligrammi, considerata bassa, avevano il doppio delle probabilità di sopravvivere entro questo periodo di tempo. Fra i tipi di malattia inclusi nello studio il cancro intestinale e dell’esofago. L’impatto dell’aspirina sulla sopravvivenza è stato analizzato dopo un corretto aggiustamento per fattori come sesso, età, stadio della patologia, trattamenti effettuati e altre condizioni mediche, che avrebbero potuto influenzare i tassi di mortalità. Il coordinatore del trial, Martine Frouws ha sostenuto: “Adesso vogliamo analizzare il materiale tumorale di questi pazienti per cercare di scoprire quali malati possono sicuramente trarre beneficio dal trattamento con aspirina. E’ un farmaco a un buon mercato, fuori brevetto, con relativamente pochi effetti collaterali: potrebbe avere un grande impatto sui pazienti e sui sistemi sanitari”. La conclusione di questo studio ha confermato come che già in passato era stato dimostrato che l’aspirina era uno scudo anti-tumorale.
martedi 29 settembre 2015
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domenica 27 settembre 2015
FESTEGGIA IL PRIMO ANNO DI VITA IL BAMBINO NATO SENZA CRANIO E SENZA CERVELLO
Il bambino 'miracolo' ha sfidato i più scettici. Nato sprovvisto della maggior parte di cranio e cervello, i medici consigliarono ai suoi genitori di abortire quando avevano scoperto la sua condizione. Per Jaxon, questo il nome del piccolo, non c’erano grosse aspettative di vita. Ma questo piccolo combattente ha sfidato tutte le previsioni e ora ha appena festeggiato il suo primo compleanno. I medici avevano dato loro la possibilità di interrompere la gravidanza alla ventitreesima settimana, ma la giovane coppia, che è contro l’aborto, ha deciso di farlo nascere nonostante i problemi. Uno su circa 4859 bambini nascono negli Stati Uniti con la stessa condizione ma la maggior parte muoiono in utero o subito dopo la nascita. Il bambino prodigio è sopravvissuto alla gravidanza ed è nato con parto cesareo il 27 agosto 2014. Pesava meno di due chili e ha trascorso le sue prime tre settimane collegato a tubi multipli in un reparto neonatale di terapia intensiva al Winnie Palmer Hospital, in Florida, mentre i neurochirurghi cercavano di capire le sue condizioni. Per Jaxon ogni giorno potrebbe
essere l’ultimo, ma i suoi genitori dicono che sono felici di aver deciso di farlo nascere lo stesso. Sono in tanti a dare una mano a questa coppia speciale perché il piccolo ha problemi davvero importanti legati alla sua sopravvivenza. La mamma dice che il sostegno che trova sui social, le riempie il cuore, sono
in tantissimi a voler bene a questo piccolo guerriero.
domenica 27 settembre 2015
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essere l’ultimo, ma i suoi genitori dicono che sono felici di aver deciso di farlo nascere lo stesso. Sono in tanti a dare una mano a questa coppia speciale perché il piccolo ha problemi davvero importanti legati alla sua sopravvivenza. La mamma dice che il sostegno che trova sui social, le riempie il cuore, sono
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domenica 27 settembre 2015
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SCOPERTA UNA MOLECOLA IN GRADO DI COMBATTERE I TUMORI ALLA TIROIDE
Identificata una piccola molecola (SP600125) in grado di attaccare in maniera selettiva i tumori anaplastici e scarsamente differenziati della tiroide. A farlo e' stato un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Milano in uno studio pubblicato sulla rivista Oncotarget. I ricercatori hanno individuato una correlazione fra
l'attivita' di una proteina enzimatica, denominata Rock, e il potenziale di malignita' dei tumori tiroidei. Il trattamento in vitro di questi tumori con basse dosi di SP600125 non ha effetti tossici su cellule tiroidee differenziate, ma e' in grado di bloccare la crescita e indurre la morte cellulare in maniera selettiva nei tumori
tiroidei indifferenziati, caratterizzati da mutazioni di p53 (la molecola denominata "guardiano del genoma") e aumento dell'attivita' di ROCK.
Inoltre, nelle cellule tumorali in grado di sopravvivere, SP600125 e' altresi' in grado di indurre il fenomeno di senescenza cellulare. "L'insieme dei dati ottenuti identifica quindi una molecola che possiede un interessante potenziale terapeutico perche' agisce in maniera selettiva su alcuni dei meccanismi cellulari responsabili del comportamento aggressivo dei tumori tiroidei piu' indifferenziati. Sono cosi' in corso studi in collaborazione con altri gruppi dell'ateneo al fine di verificare l'efficacia di questa molecola in modelli animali e di ottimizzarne le caratteristiche farmacologiche", ha commentato Luca Persani, autore principale dello studio.
domenica 27 settembre 2015
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l'attivita' di una proteina enzimatica, denominata Rock, e il potenziale di malignita' dei tumori tiroidei. Il trattamento in vitro di questi tumori con basse dosi di SP600125 non ha effetti tossici su cellule tiroidee differenziate, ma e' in grado di bloccare la crescita e indurre la morte cellulare in maniera selettiva nei tumori
tiroidei indifferenziati, caratterizzati da mutazioni di p53 (la molecola denominata "guardiano del genoma") e aumento dell'attivita' di ROCK.
Inoltre, nelle cellule tumorali in grado di sopravvivere, SP600125 e' altresi' in grado di indurre il fenomeno di senescenza cellulare. "L'insieme dei dati ottenuti identifica quindi una molecola che possiede un interessante potenziale terapeutico perche' agisce in maniera selettiva su alcuni dei meccanismi cellulari responsabili del comportamento aggressivo dei tumori tiroidei piu' indifferenziati. Sono cosi' in corso studi in collaborazione con altri gruppi dell'ateneo al fine di verificare l'efficacia di questa molecola in modelli animali e di ottimizzarne le caratteristiche farmacologiche", ha commentato Luca Persani, autore principale dello studio.
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sabato 26 settembre 2015
IN ITALIA CRESCE L'ALLARME PER LA FEBBRE DEL NILO
In Italia cresce l'allarme per la febbre del Nilo. Gli aggiornamenti dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile febbre del Nilo Occidentale segnano, purtroppo 11 nuovi casi in Italia, di cui 9 nuovi casi segnalati nelle quattro province già colpite (Bologna 2, Milano 3, Modena 2, Parma 2) e 2 nelle Province appena colpite di Rimini e Rovigo. Quindi sino al 24 settembre e dall’inizio del 2013, 57 casi di virus nell'uomo sono stati segnalati in Italia. A partire dal 3 settembre 2015, 78 casi di febbre del Nilo occidentale in esseri umani sono stati segnalati in Stati membri dell'UE e 92 casi nei paesi limitrofi, fin dall'inizio della stagione della trasmissione 2015. L'Ungheria ha segnalato quattro nuovi casi dalle zone recentemente colpite della Contea di Bacs-Kiskun. Inoltre il Portogallo ha segnalato il primo caso nel comune di Algarve. Anche la Romania ha segnalato quattro nuovi casi nella zona recentemente colpita di Bucurest. Nei paesi
vicini, Israele ha segnalato dieci nuovi casi dal già colpito distretto (distretto centrale 4; Haifa 3; Tel Aviv 3). Un caso è
stato segnalato in Palestina. La Russia ha riferito di avere riscontrato 4 nuovi casi nella regione di Saratovskaya. In
Serbia sei nuovi casi segnalati dalle zone di Grad Beograd (5) e Sud Banat (1). Altre notizie: è stata segnalata in Francia
un nuovo caso di febbre di West Nile nel distretto di Herault. Tutte le informazioni sono fornite al fine di informare le
autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo
occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l'attuazione delle normative vigenti. In particolare, secondo la
legislazione sulla sicurezza sangue dell'Unione Europea, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per
garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in questione. Una sfida importante per l'attuazione del
suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite. I sintomi iniziali dell'infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. Ad essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea (mal di testa). Si tratta, come si vede, di una tipica sintomatologia simil influenzale. Ad essa può fare seguito la comparsa di dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari),artralgie, tosse, eruzioni cutanee, linfadenopatia e dispnea (difficoltà a respirare). Alcuni pazienti possono sviluppare disturbi che interessano in modo particolare l'apparato gastrointestinale. In questo caso il quadro clinico è dominato da nausea, vomito e diarrea. In meno del 15% dei casi, di solito nei soggetti anziani e in quelli più deboli, possono verificarsi alcune gravi complicazioni neurologiche quali meningite asettica, encefalite oppure meningoencefalite. I sintomi più comunemente riportati da pazienti ospedalizzati con disturbi neurologici sono: febbre elevata, marcata cefalea, estrema debolezza, paralisi flaccida, modificazione dello stato mentale con alterato stato di coscienza, confusione mentale, disorientamento, tremori, convulsioni, stupore e coma.
Pescara, sabato 26 settembre 2015
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vicini, Israele ha segnalato dieci nuovi casi dal già colpito distretto (distretto centrale 4; Haifa 3; Tel Aviv 3). Un caso è
stato segnalato in Palestina. La Russia ha riferito di avere riscontrato 4 nuovi casi nella regione di Saratovskaya. In
Serbia sei nuovi casi segnalati dalle zone di Grad Beograd (5) e Sud Banat (1). Altre notizie: è stata segnalata in Francia
un nuovo caso di febbre di West Nile nel distretto di Herault. Tutte le informazioni sono fornite al fine di informare le
autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo
occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l'attuazione delle normative vigenti. In particolare, secondo la
legislazione sulla sicurezza sangue dell'Unione Europea, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per
garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in questione. Una sfida importante per l'attuazione del
suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite. I sintomi iniziali dell'infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. Ad essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea (mal di testa). Si tratta, come si vede, di una tipica sintomatologia simil influenzale. Ad essa può fare seguito la comparsa di dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari),artralgie, tosse, eruzioni cutanee, linfadenopatia e dispnea (difficoltà a respirare). Alcuni pazienti possono sviluppare disturbi che interessano in modo particolare l'apparato gastrointestinale. In questo caso il quadro clinico è dominato da nausea, vomito e diarrea. In meno del 15% dei casi, di solito nei soggetti anziani e in quelli più deboli, possono verificarsi alcune gravi complicazioni neurologiche quali meningite asettica, encefalite oppure meningoencefalite. I sintomi più comunemente riportati da pazienti ospedalizzati con disturbi neurologici sono: febbre elevata, marcata cefalea, estrema debolezza, paralisi flaccida, modificazione dello stato mentale con alterato stato di coscienza, confusione mentale, disorientamento, tremori, convulsioni, stupore e coma.
Pescara, sabato 26 settembre 2015
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TUMORI: OGNI ANNO IN EUROPA MUOIONO 6000 BAMBINI
Un'ecatombe spaventosa di bambini ogni anno avviene silenziosamente in Europa: sono circa seimila, infatti, i bimbi e ragazzi che muoiono a causa del cancro e due terzi dei sopravvissuti soffrono di effetti collaterali legati ai trattamenti. E seppur risultano tanti i passi avanti fatti nella cura dei tumori infantili, troppe sono ancora le criticità da affrontare. Ed é un evento importante in materia, il Congresso europeo sul cancro in corso a Vienna, a richiamare l'attenzione sui bambini colpiti da neoplasie attraverso la Società europea di oncologia pediatrica (Siope) che nell'occasione ha presentato un 'Piano oncologico strategico europeo per i bambini e adolescenti" lanciando anche una proposta tanto innovativa quanto shock: istituire il Passaporto della sopravvivenza. Il cancro, infatti, avvertono gli esperti, è ancora la prima causa di morte da malattia nei bambini a partire dall'anno di età in Europa, ed oltre 300mila cittadini europei sono sopravvissuti pediatrici i tumori. Sono numerose, peraltro, le problematiche evidenziate dai pediatri europei nella lotta contro questa piaga: dal difficile accesso ai nuovi farmaci per i pazienti pediatrici alla mancanza di fondi, dalle disparità in Ue per l'accesso ai trattamenti e dunque alle chance di maggiore sopravvivenza all"isolamento dell'oncologia pediatrica rispetto alla comunità degli adulti. Inoltre, avverte la Siope, "emerge una tendenza preoccupante dei politici a pensare che l'80% di successi di trattamenti nei tumori pediatrici indichi che questa non è una priorità e che gli sforzi si debbano concentrare solo sulla prevenzione negli adulti". Ma "non è tutto nero - afferma il presidente Siope, Gilles Vassal - ed il supporto all'oncologia pediatrica mostrato dal Parlamento e dalla Commissione europea garantisce risorse ed incoraggiamento". Tra le proposta della Siope, vari progetti mirati e l'obiettivo di rafforzare la partnership con l'industria. Altro importante progetto è quello di migliorare la qualità di vita dei sopravvissuti: "Stimiamo che nel 2020 in Europa ci saranno circa mezzo milione di sopravvissuti pediatrici al cancro, e molti di loro soffriranno di effetti collaterali importanti. Abbiamo il dovere di garantire loro cure ottimali sul lungo termine"."Un modo per farlo - afferma Vassal - sarebbe istituire un Passaporto della sopravvivenza per ogni bambino o adolescente curato dal cancro, contenente tutte le informazioni sulla malattia ed i trattamenti eseguiti". L'auspicio, conclude Vassal, è che "il nostro Piano diventi ora la base di un mirato Piano oncologico europeo per i bambini e gli adolescenti".
Pescara, sabato 26 settembre 2015
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CHIRURGIA VERTEBRALE: L'OSPEDALE DI PESCARA ECCELLENZA A LIVELLO NAZIONALE MARIO DRAGANI, NUOVO PRIMARIO DI RADIOLOGIA PESCARA, APRE 'LE NUOVE FRONTIERE' DELLA COLONNA VERTEBRALE
La chirurgia vertebrale, all'ospedale di Pescara, ha raggiunto livelli di eccellenza a livello nazionale. Un settore medico sempre piu' in espansione che, ogni anno, apre nuove e illimitate frontiere nel campo della 'ricostruzione' delle vertebre lombari. I segreti e le potenzialita' di questa branca della medicina sono emersi nel corso del sesto congresso dell'Associazione Artroplastica Vertebrale Italiana (Aavi) 'Colonna vertebrale, le nuove frontiere', organizzato da Mario Dragani, nuovo primario di Radiologia del nosocomio pescarese e da Mario Di Silvestre, degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, svoltosi all'hotel Carlton di Pescara il 25 e 26 settembre 2015. Grazie al decennale lavoro di Mario Dragani in questo ambito, l'ospedale di Pescara ha raggiunto livelli di eccellenza negli interventi chirurgici di chirurgia vertebrale con una crescita esponenziale tale da proiettare il reparto di radiologia nei circuiti nazionali di settore. Il convegno, che ha ospitato centinaia di operatori di settore provenienti da tutta Italia, e' stata l'occasione per dibattere sui nuovi orientamenti chirurgici riguardanti la colonna vertebrale lombare. 'Si tratta- spiegano Dragani e Di Silvestre- di una chirurgia di grande interesse considerata l'elevata frequenza della lombalgia e le conseguenze per i pazienti non solo da un punto di vista medico, ma anche sociale ed economico. Negli ultimi anni si e' assistito ad uno sviluppo sempre maggiore della chirurgia ' a cielo chiuso', oltre che ad innovative tecniche di chirurgia maggiore 'open' e 'mini open'. Notevoli sviluppi vi sono stati anche da un punto di vista farmacologico e fisioterapico'. Tra gli argomenti sviscerati, capitoli importanti sono stati dedicati alla scoliosi dell'adulto; alla chirurgia mini invasiva, nuova opzione di trattamento della lombalgia, senza gli svantaggi della chirurgia 'open'; alle tecniche chirurgiche mini invasive percutanea e non, nonche' alle nuove terapie farmacologiche del dolore e ai protocolli fisioterapici da impiegare nelle varie circostanze interventistiche. Scopo dell'iniziativa e' stato divulgare ai massimi livelli le nuove frontiere della chirurgia vertebrale a tecnici radiologi, reumatologi, fisiatri, ortopedici, anestesisti, neurochirurghi, medici di base, infermieri, fisioterapisti, provenienti da tutta Italia.
Pescara, sabato 26 settembre 2015
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VOLKSWAGEN: CLASS ACTION DELLO SPORTELLO DEI DIRITTI PER TUTELARE I CONSUMATORI
Volkswagen: class action dello Sportello dei Diritti per tutelare i consumatori. La Volkswagen l'ha fatta sporca non solo negli Usa ma anche in Europa. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, ha affermato a Berlino che la Volkswagen avrebbe manipolato i test antismog non solo negli Stati Uniti, ma pure in Europa.
Il numero delle auto coinvolte nella vicenda verrà chiarito solamente nei prossimi giorni, spiega lo Sportello dei Diritti che ha avviato una class action a sostegno delle ragioni dei consumatori. Mentre è notizia dei giorni scorsi che Seat, la filiale iberica del gruppo Volkswagen avrebbe montato dal 2009 oltre 500'000 motori diesel 'incriminati'. Lo scrive il quotidiano iberico El Pais citando fonti vicine al gruppo. In particolare i motori sarebbero gli stessi usati da Volkswagen e Audi negli Stati Uniti e ora sotto oggetto di indagini. Seat li avrebbe montati nella fabbrica di Martorell, vicino Barcellona, nei veicoli commercializzati fino a quest'anno, con lo stesso sistema informatico che riduceva le emissioni durante i controlli. Inoltre, oggetto dell'indiscrezione del giornale Bild sarebbero le BMW X3 xDrive 20d, che nei test su strada avrebbero superato di 11 volte i limiti europei fissati per le Euro-6. Secondo l'inserto della Bild le autorità europee non hanno investigato le differenze evidenziate fra le emissioni NOx in laboratorio e nel mondo reale. Bmw ha prontamente replicato che "non esiste un programma per riconoscere i cicli di test delle emissioni all'interno di Bmw. Tutti i sistemi di emissione rimangono attivi anche al di fuori dei test". Intanto, mentre emergono sempre nuovi dettagli, sembrerebbe che Martin Winterkorn, oramai ex ceo di Volkswagen, riceverà una pensione di 28,6 milioni di euro, a cui potrebbero pure andare due annualità in caso di uscita per un totale di 33 milioni.
sabato 26 settembre 2015
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Il numero delle auto coinvolte nella vicenda verrà chiarito solamente nei prossimi giorni, spiega lo Sportello dei Diritti che ha avviato una class action a sostegno delle ragioni dei consumatori. Mentre è notizia dei giorni scorsi che Seat, la filiale iberica del gruppo Volkswagen avrebbe montato dal 2009 oltre 500'000 motori diesel 'incriminati'. Lo scrive il quotidiano iberico El Pais citando fonti vicine al gruppo. In particolare i motori sarebbero gli stessi usati da Volkswagen e Audi negli Stati Uniti e ora sotto oggetto di indagini. Seat li avrebbe montati nella fabbrica di Martorell, vicino Barcellona, nei veicoli commercializzati fino a quest'anno, con lo stesso sistema informatico che riduceva le emissioni durante i controlli. Inoltre, oggetto dell'indiscrezione del giornale Bild sarebbero le BMW X3 xDrive 20d, che nei test su strada avrebbero superato di 11 volte i limiti europei fissati per le Euro-6. Secondo l'inserto della Bild le autorità europee non hanno investigato le differenze evidenziate fra le emissioni NOx in laboratorio e nel mondo reale. Bmw ha prontamente replicato che "non esiste un programma per riconoscere i cicli di test delle emissioni all'interno di Bmw. Tutti i sistemi di emissione rimangono attivi anche al di fuori dei test". Intanto, mentre emergono sempre nuovi dettagli, sembrerebbe che Martin Winterkorn, oramai ex ceo di Volkswagen, riceverà una pensione di 28,6 milioni di euro, a cui potrebbero pure andare due annualità in caso di uscita per un totale di 33 milioni.
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IL SESSO NON PROVOCA INFARTI: PAROLA DI CARDIOLOGI
Il sesso non fa male ai malati di cuore. La buona notizia arriva dai ricercatori tedeschi. Fare l'amore dopo aver avuto un infarto e' la preoccupazione di chi pensa che uno sforzo possa innescare un meccanismo fatale: un altro infarto, ictus o altre malattie di origine cardiovascolare. E, invece, no. I ricercatori hanno monitorato oltre 500 pazienti a rischio e hanno scoperto che solo lo 0,7 percento aveva fatto sesso un'ora prima dell'infarto.
sabato 26 settembre 2015
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giovedì 24 settembre 2015
MUTILAZIONE GENITALE: UNA PRATICA DISUMANA E DOLOROSA CHE COLPISCE 140 MILIONI DI DONNE IN TUTTO IL MONDO
Circa 140 milioni di donne, nel mondo, hanno subito una mutilazione genitale. Secondo questa pratica disumana, chiamata
infibulazione, queste donne vengono private per sempre dei meccanismi genitali che regolano il piacere. Clitoridi
tagliuzzati e asportati, cosi' come le piccole labbra, parte delle grandi labbra vaginali cauterizzate, cucite nella vulva,
lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale.
Una pratica ancestrale, dolorosissima, che ha origini esclusivamente culturali, adottata e praticata soprattutto in molte
società in Africa, nella penisola araba e nel sud-est asiatico. Solo in Egitto, circa il 95 percento delle donne hanno subito
mutilazioni genitali. Migliaia di donne infibulate nel mondo, molte sono bambine. Minorenni. Pesantissime le
conseguenze fisiche e psicologiche di questa tortura trasmessa di madre in figlia senza un briciolo di pieta': formazione
di ascessi, cisti, calcoli, infezioni, ostruzioni dei tratti urinari, forti dolori delle mestruazioni e durante i rapporti sessuali,
maggiori rischi di contrarre l'Aids, infertilita', incontinenza, mortalita' materna, emoraggie in caso di parti. Insomma, un
inferno in cui le donne di mezzo mondo vengono catapultate senza che possano ribellarsi. Un fenomeno globale,
violento, assurdo, mortale. Malgrado cio', non si riesce a fermare, nonostante la mobilitazione costante e continua di organismi e organizzazioni umanitarie.
giovedi 24 settembre 2015
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lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale.
Una pratica ancestrale, dolorosissima, che ha origini esclusivamente culturali, adottata e praticata soprattutto in molte
società in Africa, nella penisola araba e nel sud-est asiatico. Solo in Egitto, circa il 95 percento delle donne hanno subito
mutilazioni genitali. Migliaia di donne infibulate nel mondo, molte sono bambine. Minorenni. Pesantissime le
conseguenze fisiche e psicologiche di questa tortura trasmessa di madre in figlia senza un briciolo di pieta': formazione
di ascessi, cisti, calcoli, infezioni, ostruzioni dei tratti urinari, forti dolori delle mestruazioni e durante i rapporti sessuali,
maggiori rischi di contrarre l'Aids, infertilita', incontinenza, mortalita' materna, emoraggie in caso di parti. Insomma, un
inferno in cui le donne di mezzo mondo vengono catapultate senza che possano ribellarsi. Un fenomeno globale,
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TUMORI: LE DONNE COLPITE PIU' DEGLI UOMINI
Per la prima volta in Italia diminuisce il numero di uomini colpiti da tumore con 194.400 nuove diagnosi stimate nel 2015 contro le 196.100 del 2014 e le oltre 199mila del 2013. Una tendenza costante dovuta soprattutto all'efficacia delle campagne di prevenzione che non hanno però portato gli stessi risultati fra le donne visto che i nuovi casi sono in lieve crescita nel sesso femminile: circa 169mila nel 2015. È il censimento ufficiale giunto alla quinta edizione che fotografa le malattie oncologiche in tempo reale curato dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dall'Associazione italiana registri tumori (Airtum), raccolto nel volume "I numeri del cancro in Italia 2015" presentato al ministero della Salute.
Nel 2015, dicono le cifre, sono stimate complessivamente 363.300 nuove diagnosi di cancro: la neoplasia più frequente è quella del colon-retto (52mila), seguita da seno (48mila), polmone (41mila), prostata (35mila) e vescica (26mila). Per quanto riguarda l'universo femminile preoccupa soprattutto la diffusione del vizio del fumo. Il 23% delle italiana è tabagista, con ricadute evidenti: tra il 1999 e il 2010 l'incidenza del tumore del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini, ma si registra un +36% fra le donne.
Le neoplasie rappresentano la seconda causa di morte nel nostro Paese, il 29% di tutti i decessi, dopo le malattie cardiocircolatorie che si attestano al 38%. Il tumore che ha fatto registrare nel 2012 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.538), seguito da colon-retto (19.202), seno (12.400), pancreas (10.722), stomaco (10.000) e prostata (7.282).aska
giovedi 24 settembre 2015
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Nel 2015, dicono le cifre, sono stimate complessivamente 363.300 nuove diagnosi di cancro: la neoplasia più frequente è quella del colon-retto (52mila), seguita da seno (48mila), polmone (41mila), prostata (35mila) e vescica (26mila). Per quanto riguarda l'universo femminile preoccupa soprattutto la diffusione del vizio del fumo. Il 23% delle italiana è tabagista, con ricadute evidenti: tra il 1999 e il 2010 l'incidenza del tumore del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini, ma si registra un +36% fra le donne.
Le neoplasie rappresentano la seconda causa di morte nel nostro Paese, il 29% di tutti i decessi, dopo le malattie cardiocircolatorie che si attestano al 38%. Il tumore che ha fatto registrare nel 2012 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.538), seguito da colon-retto (19.202), seno (12.400), pancreas (10.722), stomaco (10.000) e prostata (7.282).aska
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mercoledì 23 settembre 2015
SANITA': IL GOVERNO ALZA IL TIRO DEI TAGLI AGLI ESAMI SPECIALISTICI E DI ROUTINE
Sanita' malata. Nel settore dove non si dovrebbe badare a spese per tutelare la salute dei cittadini, arriva la scure del governo per i tagli agli sprechi. Vero e' anche, che, sprechi ce ne sono a causa di amministrazioni superficiali e scialacquone.
Ma vero e' anche che le nuove norme ministeriali rischiano di farli skiattare anzitempo, i cittadini. Perche' a furia di tagliuzzare e
risparmiare, i medici non prescriveranno piu' esami a rischio della vita. Oppure, a meno che non si vada dal medico in
fin di vita supplicando una prescrizione.
Vero e' anche che, forse, questa volta i medici di base metteranno la testa a posto e finalmente cominceranno a fare le diagnosi e smetteranno di fare i burocrati a palate di soldi al mese.
Comunque vada, la notizia e' che il governo ha individuato 208
prestazioni specialistiche - misurazione del colesterolo, tac, risonanze, inserimento di alcune protesi - che per essere a
carico del Servizio Sanitario dovranno soddisfare requisiti specifici. La lista, contenuta in un apposito decreto, che per
diventare definitivo dovrà passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, è stata presentata ieri sera dal ministro
Lorenzin ai sindacati medici che però dicono no, pur con qualche eccezione.
Con questi presupposti i camici bianchi sono gia' sul piede di guerra e annunciano mobilitazione. I camici bianchi puntano il dito sul fatto che l'intrusione della politica mette a rischio il ruolo del medico (verissimo) e sia i medici di famiglia che gli ospedalieri che i dirigenti minacciano di alzare il tono della protesta. E al ministro Lorenzin che assicura si tratti solo di togliere esami inutili per far spazio all'appropriatezza e ricorda che la lista è stata elaborata dalle società scientifiche e rivista dal Consiglio Superiore di Sanità, rispondono oggi i medici dirigentio Anaao Assomed: "Non è compito della politica - commenta il Segretario Nazionale dell'Associazione, Costantino Troise - definire i criteri
dell'appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l'autonomia e la responsabilità dei Medici.
Senza contare i veri e propri strafalcioni o gli esempi di inappropriatezza assunti a sistema presenti nella parte tecnica
del decreto, che la dicono lunga sulle competenze e sull'attenzione riservate a materia delicata che attiene il diritto alla
salute dei cittadini".
Ma cosa cambia? Fra le 208 prestazioni riviste figurano esami di routine, come quelli per la misura del colesterolo o dei
trigliceridi, ad esempio, che con le nuove regole potranno essere effettuati a carico del servizio sanitario nazionale come "screening" negli over40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare. Ma "in assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici, l'esame è da ripetere a distanza di 5 anni". Sotto la lente anche per tac e risonanze: la risonanza della colonna (cervicale, toracica, lombosacrale), ad esempio, sarà a carico del servizio snaitario nazionale, a condizione che vi sia "dolore rachideo in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico, resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane. Traumi recenti e fratture da compressione. In caso di negatività l'esame non deve essere ripetuto prima di 12 mesi". Ma le specialità mediche toccate sono molte e le 208 prestazioni individuate spaziano fra medicina nucleare, odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio, dermatologia allergologica. Un elenco a parte
riguarda i test genetici. Una "pesante ingerenza che umilia le peculiarità della professione medica", secondo Anaao
Assomed che, sottolinea, "insieme alla legge di stabilità e ai tagli del FSN, al DDL sulla responsabilità professionale, al
contratto di lavoro e ai decreti delegati riguardanti il personale delle amministrazioni pubbliche, è tra le cause del
malessere professionale che ha portato alla mobilitazione della categoria ormai in atto".
mercoledi 23 settembre 2015
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Ma vero e' anche che le nuove norme ministeriali rischiano di farli skiattare anzitempo, i cittadini. Perche' a furia di tagliuzzare e
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fin di vita supplicando una prescrizione.
Vero e' anche che, forse, questa volta i medici di base metteranno la testa a posto e finalmente cominceranno a fare le diagnosi e smetteranno di fare i burocrati a palate di soldi al mese.
Comunque vada, la notizia e' che il governo ha individuato 208
prestazioni specialistiche - misurazione del colesterolo, tac, risonanze, inserimento di alcune protesi - che per essere a
carico del Servizio Sanitario dovranno soddisfare requisiti specifici. La lista, contenuta in un apposito decreto, che per
diventare definitivo dovrà passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, è stata presentata ieri sera dal ministro
Lorenzin ai sindacati medici che però dicono no, pur con qualche eccezione.
Con questi presupposti i camici bianchi sono gia' sul piede di guerra e annunciano mobilitazione. I camici bianchi puntano il dito sul fatto che l'intrusione della politica mette a rischio il ruolo del medico (verissimo) e sia i medici di famiglia che gli ospedalieri che i dirigenti minacciano di alzare il tono della protesta. E al ministro Lorenzin che assicura si tratti solo di togliere esami inutili per far spazio all'appropriatezza e ricorda che la lista è stata elaborata dalle società scientifiche e rivista dal Consiglio Superiore di Sanità, rispondono oggi i medici dirigentio Anaao Assomed: "Non è compito della politica - commenta il Segretario Nazionale dell'Associazione, Costantino Troise - definire i criteri
dell'appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l'autonomia e la responsabilità dei Medici.
Senza contare i veri e propri strafalcioni o gli esempi di inappropriatezza assunti a sistema presenti nella parte tecnica
del decreto, che la dicono lunga sulle competenze e sull'attenzione riservate a materia delicata che attiene il diritto alla
salute dei cittadini".
Ma cosa cambia? Fra le 208 prestazioni riviste figurano esami di routine, come quelli per la misura del colesterolo o dei
trigliceridi, ad esempio, che con le nuove regole potranno essere effettuati a carico del servizio sanitario nazionale come "screening" negli over40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare. Ma "in assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici, l'esame è da ripetere a distanza di 5 anni". Sotto la lente anche per tac e risonanze: la risonanza della colonna (cervicale, toracica, lombosacrale), ad esempio, sarà a carico del servizio snaitario nazionale, a condizione che vi sia "dolore rachideo in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico, resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane. Traumi recenti e fratture da compressione. In caso di negatività l'esame non deve essere ripetuto prima di 12 mesi". Ma le specialità mediche toccate sono molte e le 208 prestazioni individuate spaziano fra medicina nucleare, odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio, dermatologia allergologica. Un elenco a parte
riguarda i test genetici. Una "pesante ingerenza che umilia le peculiarità della professione medica", secondo Anaao
Assomed che, sottolinea, "insieme alla legge di stabilità e ai tagli del FSN, al DDL sulla responsabilità professionale, al
contratto di lavoro e ai decreti delegati riguardanti il personale delle amministrazioni pubbliche, è tra le cause del
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mercoledi 23 settembre 2015
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ARRIVA IL '2' E VINCERE AL SUPERENALOTTO E' PIU' FACILE
Di vincere col 2 gia' accade una volta al mese, l'ultimo mercoledi del mese, con il Si Vince Tutto quando si incassa tutto il montepremi in una sera. Nelle prossime settimane, entro l'anno si parte con l'iniziativa, anche col superenalotto si vincera' piu' spesso. Perche' si vincera' col 2 e rientrare della spesa e' piu' facile. Si tratta di una delle novità introdotte dal decreto firmato dal ministro dell'Economia grazie al quale, riferisce Agipronews, la percentuale di premi sul totale degli incassi passerà dal 42 al 60%. Ciascuna colonna salira' di prezzo, da 0,50 a 1 euro e la giocata minima e' di una colonna e non piu' di due.
mercoledi 23 settembre 2015
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I SELFIE UCCIDONO PIU' DEGLI SQUALI: LO RIVELANO LE STATISTICHE
Selfie, l'autoscatto è di moda da quando gli smartphone hanno invaso il mercato. Quasi nessuno sa resistere alla tentazione di un autoritratto scattato nelle situazioni più disparate che è, spesso, divertente, ma in alcune può essere molto pericoloso e portare addirittura alla morte. La moda del selfie ha causato in tutto il mondo incidenti anche fatali, ma ciò non sembra rallentare il trend. Le foto vengono condivise con gli amici e pubblicate sui social media, dove addirittura sono nati hashtag che raggruppano appunto gli autoscatti audaci. Secondo una curiosa statistica gli attacchi da parte degli squali hanno ucciso nel 2015 meno persone dei selfie. Il portale US "Mashable"infatti ha evidenziato che conta già 12 tragiche morti per scatti arditi rispetto agli 8 attacchi mortali da parte dei predatori dei mari. Di fatto le statistiche dicono che nel 2015 i morti per selfie sono già di più dei morti per attacchi da parte di squali. Sempre numeri bassissimi, sia chiaro, ma pensare che 12 persone sono morte per scattarsi una foto fa sicuramente riflettere. Diversi gli avvenimenti nel mondo. E’ il caso dei tre giovani indiani che hanno provato a farsi un selfie con il treno in arrivo, oppure della ragazza che si è arrampicata sul tetto di un treno per scattare il “selfie definitivo” e mettendosi gambe all’aria ha toccato i cavi della tensione, una scarica da 27000V fatale. Senza dimenticare neppure il 19enne texano che si è fatto un selfie con pistola alla tempia e ha premuto il grilletto oppure il giovane spagnolo incornato e ucciso da un toro mentre cercava di farsi un selfie “in corsa”. L’ultimo caso, forse il più sfortunato di tutti, quello del turista giapponese caduto a settembre da una scalinata del Taj Mahal, in India: un passo all’indietro e una lunga caduta. Addirittura negli Stati Uniti, i parchi naturali furono costretti a chiudere perché i visitatori volevano fare autoritratti con gli orsi. Come in Italia il caso di 16 ragazzi, tra maschi e femmine, individuati dalla Polizia che si erano fatto auto-foto, proprio sui binari della linea ferroviaria del Brennero tra Bologna e Verona.
mercoledi 23 settembre 2015
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martedì 22 settembre 2015
TELELASER: LA MULTA STRADALE E' ANNULLATA IN ASSENZA DI DOPPIA SEGNALETICA
Le postazioni di rilevamento elettronico della velocità devono essere ben visibili e pertanto servono due cartelli invece che uno per avvisare il conducente intento nella manovra di sorpasso che è in corso. In assenza di doppio segnale quando la carreggiata è a doppia corsia la multa del telelaser è nulla. E' quanto deciso con la sentenza n° 856/15, pubblicata dalla sezione civile del Tribunale di Trento se pur l’automobilista andava a 170 l’ora con 80 chilometri sopra oltre il limite fissato su quel tratto della statale del Brennero. Il giudice di pace aveva confermato la sospensione della patente, il taglio di dieci punti e la multa di 822 euro. Mentre il Tribunale ribaltando la sentenza ha interpretato il comma 6 bis introdotto all’articolo 142 Cds dall’articolo 3 del decreto legge 117/07, secondo cui le postazioni del rilevamento elettronico della velocità devono essere preventivamente segnalate agli automobilisti. È la stessa foto prodotta dal Comune a far scattare l’annullamento del verbale: dall’immagine emerge come il cartello che segnala la postazione di controllo sia rivolto verso la laterale destra, vale a dire verso la strada che si immette nella statale percorsa dal veicolo sanzionato; in questo caso, scrive il giudice, i cartelli devono essere due, uno alla destra e uno alla sinistra della stessa carreggiata perché l’automobilista intento nella manovra di sorpasso, come il conducente sanzionato, non è in grado di vedere il cartello posto a destra della carreggiata in quanto coperto dal veicolo sorpassato. E se il cartello serve a segnalare la presenza della postazione di rilevamento, devono vederlo tutti i guidatori: quelli che marciano più a destra ma anche coloro che percorrono la corsia di sorpasso. Non ha senso distinguere fra segnali fissi e mobili, come invece fa il Comune, segnala lo Sportello dei Diritti.
martedi 22 settembre 2015
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lunedì 21 settembre 2015
L'ULTIMA USCITA DEL GOVERNO SULLE PENSIONI ANTICIPATE: SOLO A DISOCCUPATI E DONNE
Il governo preme sull'acceleratore delle pensioni in uscita flessibile e sentenzia quanto segue: pensioni anticipate per i disocuppati e le donne, cioe' quei lavoratori che stanno pagando il prezzo piu' alto della crisi. Dopo il via libera del premier, il governo e' al lavoro per arrivare ad una norma che dal prossimo primo gennaio 2016 possa garantire maggiore flessibilita' per l'accesso alla pensione, mantenendo gli equilibri tra costi pubblici e benefici.
'Per le lavoratrici -si legge su www.pensionioggi.it-in particolare l'ipotesi che va per la maggiore è la proroga dell'opzione donna oltre il 2015. Questo strumento consentirebbe alle lavoratrici che hanno 57 anni (58 le autonome) e 35 anni di contributi di uscire accettando un assegno completamente determinato con il sistema contributivo. E pertanto più leggero di circa un terzo rispetto al sistema misto. Sul campo delle ipotesi resta possibile l'estensione di questo regime anche ai lavoratori uomini.Ancora da comprendere la partita per i disoccupati, l'altra categoria di lavoratori per i quali dovrebbero esserci delle novità. Il meccanismo del prestito previdenziale, previsto dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini per affrontare i problemi di questi lavoratori, risulta eccessivamente complesso da mettere in pratica dichiarano fonti vicine a Palazzo Chigi; anche se resta comunque un'ipotesi sul campo.
Difficili ora interventi più incisivi. L'ipotesi Damiano-Baretta, di un taglio del 2% per ogni anno di anticipo con un limite dell'8%, del requisito contributivo di 41 anni per i lavoratori precoci, e quella sulla "quota 100" tra età e contributi costerebbero rispettivamente 8,5 e 10,6 miliardi. Troppi secondo l'esecutivo. Ma certo in futuro il tema potrebbe tornare a proporsi. Le modifiche proposte dal Governo dovrebbero arrivare comunque per il varo della Legge di Stabilità, il 15 ottobre. I tempi sono stretti e, vista la delicatezza del tema, le norme potrebbero arrivare anche nel corso dell'iter. Magari con un emendamento governativo o in un disegno di legge collegato. L'obiettivo è far andare in porto le novità dal 1° gennaio 2016 in modo da alleggerire l'ulteriore stretta prevista dalla Legge Fornero soprattutto per le lavoratrici'.
Ovviamente, dal qui al 15 ottobre tutto puo' ancora cambiare. Sul tema 'pensioni flessibili' il governo non ha ancora le idee chiare. Questa uscita di cui sopra e ' solo l'ultima in ordine di tempo. L'unica certezza, al momento, e' che la scellerate legge Fornero deve cambiare perche' penalizza troppo i lavoratori. Quelli si, che piangono lacrime amare.
lunedi 21 settembre 2015
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'Per le lavoratrici -si legge su www.pensionioggi.it-in particolare l'ipotesi che va per la maggiore è la proroga dell'opzione donna oltre il 2015. Questo strumento consentirebbe alle lavoratrici che hanno 57 anni (58 le autonome) e 35 anni di contributi di uscire accettando un assegno completamente determinato con il sistema contributivo. E pertanto più leggero di circa un terzo rispetto al sistema misto. Sul campo delle ipotesi resta possibile l'estensione di questo regime anche ai lavoratori uomini.Ancora da comprendere la partita per i disoccupati, l'altra categoria di lavoratori per i quali dovrebbero esserci delle novità. Il meccanismo del prestito previdenziale, previsto dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini per affrontare i problemi di questi lavoratori, risulta eccessivamente complesso da mettere in pratica dichiarano fonti vicine a Palazzo Chigi; anche se resta comunque un'ipotesi sul campo.
Difficili ora interventi più incisivi. L'ipotesi Damiano-Baretta, di un taglio del 2% per ogni anno di anticipo con un limite dell'8%, del requisito contributivo di 41 anni per i lavoratori precoci, e quella sulla "quota 100" tra età e contributi costerebbero rispettivamente 8,5 e 10,6 miliardi. Troppi secondo l'esecutivo. Ma certo in futuro il tema potrebbe tornare a proporsi. Le modifiche proposte dal Governo dovrebbero arrivare comunque per il varo della Legge di Stabilità, il 15 ottobre. I tempi sono stretti e, vista la delicatezza del tema, le norme potrebbero arrivare anche nel corso dell'iter. Magari con un emendamento governativo o in un disegno di legge collegato. L'obiettivo è far andare in porto le novità dal 1° gennaio 2016 in modo da alleggerire l'ulteriore stretta prevista dalla Legge Fornero soprattutto per le lavoratrici'.
Ovviamente, dal qui al 15 ottobre tutto puo' ancora cambiare. Sul tema 'pensioni flessibili' il governo non ha ancora le idee chiare. Questa uscita di cui sopra e ' solo l'ultima in ordine di tempo. L'unica certezza, al momento, e' che la scellerate legge Fornero deve cambiare perche' penalizza troppo i lavoratori. Quelli si, che piangono lacrime amare.
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I NONNI DEVONO MANTENERE I NIPOTI SE I GENITORI NON POSSONO PERMETTERSELO
I nonni devono mantenere i nipoti se i genitori non possono permetterselo.
L'obbligo dei nonni di farsi carico del mantenimento dei nipoti allorquando i genitori non hanno mezzi sufficienti non é un'obbligazione "etica", ma un vero e proprio obbligo sancito nel codice civile nell'articolo 316 bis che vale anche quando uno dei genitori adempie parzialmente ai propri doveri con versamenti non integrali e/o tempestivi. A stabilirlo un decreto del Tribunale civile di Lecce depositato lo scorso 24 agosto, che ha condannato il nonno paterno a provvedere al versamento mensile di 150 euro alla madre dei tre nipoti ai quali né il padre né la madre riuscivano a garantire mezzi sufficienti ai fini del loro sostentamento. Nella fattispecie la madre di tre figli di cui due minorenni aveva adito il Tribunale perché il padre non aveva da tempo garantito con esattezza e regolarità l'obbligo di versare 700 euro mensili a titolo di assegno di mantenimento dei figli, nessuno dei quali autosufficiente, tanto che lo stesso era stato imputato per la violazione di questi obblighi assistenziali. Tale situazione aveva spinto la madre a notificare un ricorso ai nonni paterno e materno entrambi viventi ai fini di sopperire a tale grave carenza per vedersi applicato il "rimedio" statuto dal codice civile in precedenza nell'articolo 148 del codice civile, poi trasfuso nel 316 bis, che prevede che quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, spetta agli ascendenti provvedere a fornire ai genitori gli stessi mezzi necessari ai fini del mantenimento dei nipoti. Il giudice rilevata l'insussistenza dei "mezzi necessari" e la parzialità dei versamenti del padre, ha ritenuto condannare il solo nonno paterno, l'unico costituitosi in giudizio e con una pensione di 1500 euro mensili a farsi carico del pagamento nei confronti della nuora di 150 euro mensili, in quanto ol'obbligo in questione ha natura civile e non squisitamente etica e sussiste anche nel caso della prova di versamenti parziali, ancorché incolpevoli, da parte del padre dei nipoti.
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L'obbligo dei nonni di farsi carico del mantenimento dei nipoti allorquando i genitori non hanno mezzi sufficienti non é un'obbligazione "etica", ma un vero e proprio obbligo sancito nel codice civile nell'articolo 316 bis che vale anche quando uno dei genitori adempie parzialmente ai propri doveri con versamenti non integrali e/o tempestivi. A stabilirlo un decreto del Tribunale civile di Lecce depositato lo scorso 24 agosto, che ha condannato il nonno paterno a provvedere al versamento mensile di 150 euro alla madre dei tre nipoti ai quali né il padre né la madre riuscivano a garantire mezzi sufficienti ai fini del loro sostentamento. Nella fattispecie la madre di tre figli di cui due minorenni aveva adito il Tribunale perché il padre non aveva da tempo garantito con esattezza e regolarità l'obbligo di versare 700 euro mensili a titolo di assegno di mantenimento dei figli, nessuno dei quali autosufficiente, tanto che lo stesso era stato imputato per la violazione di questi obblighi assistenziali. Tale situazione aveva spinto la madre a notificare un ricorso ai nonni paterno e materno entrambi viventi ai fini di sopperire a tale grave carenza per vedersi applicato il "rimedio" statuto dal codice civile in precedenza nell'articolo 148 del codice civile, poi trasfuso nel 316 bis, che prevede che quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, spetta agli ascendenti provvedere a fornire ai genitori gli stessi mezzi necessari ai fini del mantenimento dei nipoti. Il giudice rilevata l'insussistenza dei "mezzi necessari" e la parzialità dei versamenti del padre, ha ritenuto condannare il solo nonno paterno, l'unico costituitosi in giudizio e con una pensione di 1500 euro mensili a farsi carico del pagamento nei confronti della nuora di 150 euro mensili, in quanto ol'obbligo in questione ha natura civile e non squisitamente etica e sussiste anche nel caso della prova di versamenti parziali, ancorché incolpevoli, da parte del padre dei nipoti.
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domenica 20 settembre 2015
VINCE ALLA LOTTERIA MA PRIMA DI INCASSARE DIVORZIA DALLA MOGLIE
Vince alla lotteria un premio da 4,6 milioni di yuan, oltre 640.000 euro, ma non dice nulla alla moglie. Anzi, da lei sceglie di divorziare prima di incassare il bottino. Un cinese fa tutto alla chetichella. Prima di ritirare il premio si sbarazza della moglie per goderselo da solo. Ma qualcosa va storto e la consorte scopre l'inganno grazie alla telefonata di un amico che si faceva vivo per congratularsi con la donna del colpaccio del marito. Ovviamente, la signora non l'ha presa bene e ha intentato causa per avere meta' del gruzzolo.
domenica 20 settembre 2015
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MELE: MANGIATE CON LA BUCCIA FANNO BENE ALLA SALUTE
Una mela al giorno toglie il medico di torno . Sembrava un vecchio detto ormai superato ma una ricerca americana avrebbe confermato che le nostre nonne non sbagliavano anche quando ci dicevano di mangiare la mela con la buccia. Soprattutto superata una certa età. Sono i ricercatori della University of Iowa (Usa), con un recente studio a rivelare che alcune particolari sostanze contenute nella buccia della mela prevenirebbero l’indebolimento dei muscoli negli anziani: per l’esattezza l’acido ursolico, in grado di ridurre e rallentare il processo di invecchiamento nel corso di appena due mesi. La buccia della mela, così come quella del pomodoro, contiene delle proprietà chimiche naturali che possono dunque permettere a questa grossa fetta di popolazione di restare attiva e dinamica più a lungo. Non solo l’acido ursolico, ma anche la tomatidina del pomodoro si oppongono all’azione dannosa di una particolare proteina, chiamata ATF4, che agisce sulla massa muscolare causando debolezza e atrofia. «Tanti di noi sanno personalmente cosa significhi avere problemi muscolari, e purtroppo questi problemi peggiorano con l’avanzare dell’età», ha spiegato il professore di medicina a capo della ricerca Christopher Adams. «Questi problemi hanno un impatto enorme sulla qualità della vita e sul nostro livello di benessere». I dati che emergono dagli esperimenti, evidenziano che acido ursolico e tomatidina sono in grado non solo di «ringiovanire» i muscoli, ma anche di aumentare la qualità della loro massa del 30% in soli due mesi. «Basandoci su questi risultati, l’acido ursolico e la tomatidina sembrano avere un enorme potenziale nella lotta contro l’atrofia nella terza età», ha continuato il professore. «Riducendo l’attività della proteina ATF4, queste sostanze permettono al muscolo di riprendersi dagli effetti dell’invecchiamento». Lo studio integrarle è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Biological Chemistry.
domenica 20 settembre 2015
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sabato 19 settembre 2015
CHIRURGIA PLASTICA: LE TETTE FINTE DEL FUTURO SONO FIRMATE DALLA NASA
Le nuove tette? Sono firmate nientemeno che dalla Nasa. Perche' i seni finti devono anche sfidare la forza di gravita'. L'ultima frontiera della chirurgia del seno arriva da Israele. Le nuove protesi mammarie sono realizzate con lo stesso materiale
con cui vengono rivestiti i 'musi' degli Shuttle. Materiali leggeri, che devono reggere l'impatto con l'atmosfera. Si
chiamano B-lite e sono state presentate a Milano, nel corso del congresso della Società italiana di chirurgia plastica
ricostruttiva ed estetica. Ne ha parlato il chirurgo plastico Roy De Vita, primario di Chirurgia plastica e ricostruttiva
dell'Istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma che le ha utilizzate in Italia. Le protesi sono state impiantate già
in cinque pazienti. Il vantaggio, spiega l'esperto (conosciuto anche come compagno dell'attrice Nancy Brilli) è che pesano il 30% in meno di quelle tradizionali e sono
radiotrasparenti, ovvero non costituiscono un ostacolo in sede diagnostica.
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con cui vengono rivestiti i 'musi' degli Shuttle. Materiali leggeri, che devono reggere l'impatto con l'atmosfera. Si
chiamano B-lite e sono state presentate a Milano, nel corso del congresso della Società italiana di chirurgia plastica
ricostruttiva ed estetica. Ne ha parlato il chirurgo plastico Roy De Vita, primario di Chirurgia plastica e ricostruttiva
dell'Istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma che le ha utilizzate in Italia. Le protesi sono state impiantate già
in cinque pazienti. Il vantaggio, spiega l'esperto (conosciuto anche come compagno dell'attrice Nancy Brilli) è che pesano il 30% in meno di quelle tradizionali e sono
radiotrasparenti, ovvero non costituiscono un ostacolo in sede diagnostica.
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venerdì 18 settembre 2015
RITARDI, CANCELLAZIONI E GUASTI AEREI: LA COMPAGNIA DEVE SEMPRE RISARCIRE I VIAGGIATORI
Brutta tegola per le compagnie aeree che trovano mille scuse per non indennizzare i viaggiatori in conseguenza dei frequenti ritardi. Per la Corte di giustizia europea il vettore ha l’obbligo d’indennizzare l’utente anche se la cancellazione del volo è dovuta a un guasto del velivolo. Costituisce, tuttavia, esimente all’indennizzo il solo caso di ritardi dovuti a problemi tecnici per vizi nascosti di fabbricazione sotto il profilo della sicurezza dei collegamenti ed in caso di atti di sabotaggio o terrorismo. È l’interessante sentenza C-257/14, pubblicata dalla nona sezione a stabilirlo, in una fattispecie nella quale il viaggiatore era rimasto a terra perché si era scoperto che un pezzo dell’aereo è difettoso.
L’evento, per quanto inaspettato, non è un fatto eccezionale perché la compagnia nella sua attività deve sistematicamente far fronte a problemi tecnici imprevisti: un guasto del genere resta infatti legato in modo intrinseco al complesso sistema di funzionamento dell’apparecchio, che il vettore aereo gestisce in condizioni spesso difficili o addirittura estreme (pensiamo al meteo avverso). E nessun pezzo di un aeromobile è inalterabile. La prevenzione di un guasto o la relativa riparazione, come la sostituzione del pezzo difettoso, non sfuggono all’effettivo controllo del vettore, al quale spetta garantire la manutenzione e il buon funzionamento degli aeromobili che gestisce per le sue
ttività economiche.
Un esempio di evento eccezionale, invece, si verifica quando il costruttore degli apparecchi che costituiscono la flotta del vettore aereo, o l’autorità competente in materia, annuncia che un i velivoli in servizio presentano un vizio occulto di fabbricazione che incide sulla sicurezza dei collegamenti. E, altrettanto, vale in presenza di danni causati agli aeromobili da atti di sabotaggio o di terrorismo. Queste circostanze esonerano il vettore dalla compensazione economica nei confronti degli utenti.
venerdi 18 settembre 2015
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L’evento, per quanto inaspettato, non è un fatto eccezionale perché la compagnia nella sua attività deve sistematicamente far fronte a problemi tecnici imprevisti: un guasto del genere resta infatti legato in modo intrinseco al complesso sistema di funzionamento dell’apparecchio, che il vettore aereo gestisce in condizioni spesso difficili o addirittura estreme (pensiamo al meteo avverso). E nessun pezzo di un aeromobile è inalterabile. La prevenzione di un guasto o la relativa riparazione, come la sostituzione del pezzo difettoso, non sfuggono all’effettivo controllo del vettore, al quale spetta garantire la manutenzione e il buon funzionamento degli aeromobili che gestisce per le sue
ttività economiche.
Un esempio di evento eccezionale, invece, si verifica quando il costruttore degli apparecchi che costituiscono la flotta del vettore aereo, o l’autorità competente in materia, annuncia che un i velivoli in servizio presentano un vizio occulto di fabbricazione che incide sulla sicurezza dei collegamenti. E, altrettanto, vale in presenza di danni causati agli aeromobili da atti di sabotaggio o di terrorismo. Queste circostanze esonerano il vettore dalla compensazione economica nei confronti degli utenti.
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giovedì 17 settembre 2015
CHI FUMA DROGHE RISCHIA DI SVILUPPARE IL DIABETE
Chi fuma, o ha fumato droghe, ha maggiori possibilita' di sviluppare il diabete. Uno studio americano condotto dall'Università del Minnesota pubblicato su 'Diabetologia', la rivista dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), ha scoperto che il giovane adulto che fuma o ha fumato marijuana, rispetto a chi non ha mai fatto uso di cannabis, ha il 50% di probabilità di sviluppare il prediabete. Il consumo di droga compromette il normale controllo dei livelli di zucchero nel sangue e può evolvere in diabete conclamato. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a oltre 3 mila statunitensi arruolati nel 1985-86 in uno studio sul rischio coronarico nei giovani adulti (18-30 anni). Analizzando il rapporto tra consumo autodichiarato di cannabis e metabolismo degli zuccheri, il team di studiosi ha osservato che chi riferiva di utilizzare ancora marijuana aveva il 65% di probabilità in più di essere in prediabete, dato che scendeva a un +49% fra chi diceva di averla usata almeno 100 volte in passato, ma di avere smesso. In conclusione gli stessi scienziati sono cauti ammettendo che il rapporto causa-effetto non è ancora stato chiarito e i risultati sono contradditori.
giovedi 17 settembre 2015
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LISTA NOZZE MILIONARIA CON I GRATTA E VINCI
Il piu' bel regalo per i neo sposi? Una valanga di Gratta e Vinci. Meglio se biglietti vincenti. E' accaduto ad una coppia di sposi del centro Italia. Una lista nozze di grattini, altro che pentole e piatti, con tanti tagliandi fortunati. Dopo il matrimonio, gli sposi hanno trascorso la luna di miele a grattare 5000 tagliandi regalati da amici e familiari. E hanno trovato una miniera d'oro: 350 mila euro su un grattino, e 200.000 mila euro più 6.000 euro al mese per vent’anni più 100.000 mila euro di bonus finale, su un turista per sempre da 5 euro. E' vero che la fortuna e' cieca, ma anche vero che va aiutata. Le prossime liste nozze degli sposi d'Italia: una montagna di Gratta e Vinci. Sperando ci siano anch quelli vincenti. Perche' vincere alla lotteria, si sa, facile non e'.
giovedi 17 settembre 2015
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mercoledì 16 settembre 2015
TUMORI: DA SIENA LA CURA CONTRO IL MELANOMA CUTANEO
Partira' a Siena il primo studio al mondo di immunoncologia nel melanoma cutaneo che combina due farmaci innovativi mai associati tra loro: l'ipilimumab, che utilizzato da solo ha gia' dato ottimi risultati nella cura della malattia, e l'SGI-110, un nuovo farmaco epigenetico che modifica il Dna delle cellule tumorali. Una notizia che premia gli ultimi 10 anni di ricerca pre-clinica e clinica portati avanti a Siena dall'e'quipe di immunoterapia oncologica, diretta dal Michele Maio, ormai centro di riferimento internazionale per l'immunoncologia, e che sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Clinical Cancer Research edita dalla American Association for Cancer Research - AACR - che li diffonde contestualmente negli USA con un suo press release in contemporanea all'Italia. "La Toscana ha fatto da apripista in Italia nel campo dell'immunoncologia - e' il commento ad Agi dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - e grazie al lavoro fatto da Michele Maio e dalla sua e'quipe il centro senese e' ormai leader internazionale.
L'azienda ospedaliera universitaria Senese e' stata la prima in Italia ad attivare un reparto interamente dedicato all'immunoterapia oncologica, dove oggi vengono curati pazienti provenienti da tutta Italia grazie alle terapie innovative.
Questo nuovo studio si colloca in questa direzione, e questa terapia ha una doppia, importante valenza: sia scientifica che assistenziale. Al dottor Maio e a tutta la sua e'quipe le mie congratulazioni e il mio ringraziamento"."Questa nuova sperimentazione clinica - spiega Maio - ha una forte rilevanza perche', partendo dal melanoma cutaneo, un tumore 'modello' per l'applicazione di nuove combinazioni di farmaci, apre al loro possibile utilizzo futuro anche in altri tipi di cancro.
Obiettivo della terapia combinata e' modificare le caratteristiche del tumore rendendolo maggiormente visibile da parte del sistema immunitario, attivando contestualmente le difese immunitarie del paziente per combattere meglio e in maniera piu' specifica la malattia. Sulla base dei risultati ottenuti prima in laboratorio, e quindi in modelli animali - prosegue Maio - vogliamo comprendere se possiamo aumentare l'efficacia dell'ipilimumab grazie al potenziale immunomodulante dei farmaci epigenetici, che permettono alle cellule tumorali di esprimere sulla loro superf icie cellulare molecole che le rendono piu' sensibili al riconoscimento ed alla distruzione da parte del sistema immunitario del paziente che e' stato contestualmente 'iperattivato' dal trattamento con ipilimumab". In sintesi, ipilimumab attiva il sistema immunitario mentre SGI - 110 cambia le caratteristiche molecolari ed immunologiche del tumore. Lo studio clinico di fase 1b trattera' a Siena 19 pazienti ed e' sponsorizzato dalla Fondazione NIBIT - Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori e, in parte, dalla AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per quanto riguarda gli studi di laboratorio mirati a comprendere cosa accade dal punto di vista immunologico ai soggetti trattati. "Con questo studio - conclude Maio - portiamo a casa tre importanti risultati per i nostri pazienti. Il primo e' che presso il nostro centro di Siena continuiamo a rendere disponibili le piu' innovative e promettenti terapie anticancro esistenti al mondo. Il secondo e' di essere capaci, grazie ai risultati della ricerca, di attrarre ulteriori importanti finanziamenti per continuare a sviluppare terapie sempre piu' efficaci nei tumori. Il terzo e' riuscire a portare avanti studi di frontiera anche in Italia, con un ruolo di leadership della Toscana, in collaborazione con i migliori Centri di ricerca oncologici internazionali".
mercoledi 16 settembre 2015
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L'azienda ospedaliera universitaria Senese e' stata la prima in Italia ad attivare un reparto interamente dedicato all'immunoterapia oncologica, dove oggi vengono curati pazienti provenienti da tutta Italia grazie alle terapie innovative.
Questo nuovo studio si colloca in questa direzione, e questa terapia ha una doppia, importante valenza: sia scientifica che assistenziale. Al dottor Maio e a tutta la sua e'quipe le mie congratulazioni e il mio ringraziamento"."Questa nuova sperimentazione clinica - spiega Maio - ha una forte rilevanza perche', partendo dal melanoma cutaneo, un tumore 'modello' per l'applicazione di nuove combinazioni di farmaci, apre al loro possibile utilizzo futuro anche in altri tipi di cancro.
Obiettivo della terapia combinata e' modificare le caratteristiche del tumore rendendolo maggiormente visibile da parte del sistema immunitario, attivando contestualmente le difese immunitarie del paziente per combattere meglio e in maniera piu' specifica la malattia. Sulla base dei risultati ottenuti prima in laboratorio, e quindi in modelli animali - prosegue Maio - vogliamo comprendere se possiamo aumentare l'efficacia dell'ipilimumab grazie al potenziale immunomodulante dei farmaci epigenetici, che permettono alle cellule tumorali di esprimere sulla loro superf icie cellulare molecole che le rendono piu' sensibili al riconoscimento ed alla distruzione da parte del sistema immunitario del paziente che e' stato contestualmente 'iperattivato' dal trattamento con ipilimumab". In sintesi, ipilimumab attiva il sistema immunitario mentre SGI - 110 cambia le caratteristiche molecolari ed immunologiche del tumore. Lo studio clinico di fase 1b trattera' a Siena 19 pazienti ed e' sponsorizzato dalla Fondazione NIBIT - Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori e, in parte, dalla AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per quanto riguarda gli studi di laboratorio mirati a comprendere cosa accade dal punto di vista immunologico ai soggetti trattati. "Con questo studio - conclude Maio - portiamo a casa tre importanti risultati per i nostri pazienti. Il primo e' che presso il nostro centro di Siena continuiamo a rendere disponibili le piu' innovative e promettenti terapie anticancro esistenti al mondo. Il secondo e' di essere capaci, grazie ai risultati della ricerca, di attrarre ulteriori importanti finanziamenti per continuare a sviluppare terapie sempre piu' efficaci nei tumori. Il terzo e' riuscire a portare avanti studi di frontiera anche in Italia, con un ruolo di leadership della Toscana, in collaborazione con i migliori Centri di ricerca oncologici internazionali".
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ANDARE AL LAVORO PRIMA DELLE DIECI E' UNO STRESS PER L'ORGANISMO: LO DICONO GLI SCIENZIATI
Andare al lavoro prima delle dieci del mattino? La stragrande maggioranza delle persone lo fa, non ha scelta, ma che tortura! Sono pochi quelli che hanno la fortuna di potersi scegliere gli orari lavorativi. La conferma che andare a sgobbare prima delle dieci e' una fatica immane, arriva da Paul Kelley, uno dei maggiori esperti britannici nel campo del sonno, ricercatore onorario dello Sleep and Circadian Neuroscience Institute dell'Università di Oxford. Secondo lo scienziato, i nostri corpi non sarebbero adattati per questo ciclo che causerebbe la maggior parte dei nostri mali: stress, esaurimento, malattia fisica e mentale. L'esperto lo ha dichiarato in occasione del British Science Festival di Bradford. Kelley ed ha spiegato: “È un grande problema per la nostra società, viviamo in un modo privato del sonno. Il tuo corpo funziona sempre in armonia con la luce del sole, anche se non te ne accorgi. Nelle prigioni o negli ospedali, le persone vengono svegliate e gli viene dato qualcosa da mangiare anche quando non vogliono. Ma tu sei fuori da tutto questo. Secondo Kelley, le imprese che obbligano i dipendenti ad iniziare a lavorare prima delle 9, lo farebbero anche a discapito dell’azienda stessa: la mancanza di sonno danneggia le capacità produttive del dipendente, fino a causare problemi di memoria e di salute. Lo stesso discorso vale per gli studenti: secondo Kelley le lezioni scolastiche non dovrebbero iniziare prima delle 10 e quelle universitarie non prima delle 11. Rimanere a letto più a lungo migliorerebbe i risultati scolastici del 10%.Le conseguenze della mancanza sonno? Sono rabbia, ansia, frustrazione, comportamenti compulsivi, compromesse anche l’attenzione e la memoria a lungo termine. Potrebbe, inoltre, influenzare l’inclinazione a consumare alcol e droga.
mercoledi 16 settembre 2015
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martedì 15 settembre 2015
MOBBING: DEVE ESSERE RISARCITO IL DIRIGENTE SE L'AZIENDA GLI FA MANCARE PERSONALE E MEZZI PER LAVORARE
Se al dirigente mancano personale e mezzi per lavorare al meglio, l'azienda e' tenuta a risarcirlo. Un’innovativa decisione in materia di mobbing arriva dalla sezione lavoro del Tribunale di Velletri. È La sentenza 1276/15, del giudice monocratico che ha
accolto il ricorso di una manager che aveva subito una serie di trasferimenti di cui uno ritenuto illegittimo perché
disposto senza dare il preavviso e sentire l’interessata (e i sindacati).
Per il giudice, spiega lo Sportello dei Diritti, tuttavia non è di per sé da ritenersi sfavorente il fatto che il dirigente sia spostato in una sede più piccola: la decisione datoriale potrebbe essere dovuta dalla esigenza di trasferire un lavoratore esperto in una struttura che ha problemi per risolvere le difficoltà. Anche se nella fattispecie non è così.
Accade, infatti, che non appena la dirigente prende posto nel nuovo ufficio, l’approvvigionamento dei mezzi necessari
per lavorare diventa insufficiente. Tutto ciò è confermato dai testimoni che sostengono che prima del trasferimento del
nuovo capo non vi erano queste difficoltà. In buona sostanza, per il togato è l’azienda a sgambettare la manager ormai
sgradita, non dotandola del personale sufficiente per svolgere il servizio.
E’ lo stesso giudice a sostenere che il comportamento del datore risulta «ostruzionistico e defatigatorio», mentre la
direzione dell’azienda evita i contatti personali e perfino telefonici con la dipendente, che tuttavia «continua a prestare
servizio con impegno».
Il comportamento datoriale, peraltro, è stato foriero di conseguenze sulla salute psico-fisica della dipendente tanto che
il consulente del giudice ha accertato che il mobbing ha determinato sulla donna un danno biologico permanente di
natura psichica pari al 15 %, stabilendo così un risarcimento di 25 mila euro – oltre alle spese di causa - in virtù delle
tabelle di Roma, preferite a quelle di Milano dal tribunale laziale perché «consentono una migliore personalizzazione del
danno sotto il profilo sociale e territoriale». Nel liquidare la suddetta somma, il tribunale ha rilevato che la dirigente
all’epoca dei fatti era prossima ai sessanta anni e aveva l’incarico di direttore di sede operativa, vale a dire un livello tale
da permetterle di superare il disagio lavorativo cagionato dall’illecita condotta del datore.
martedi 15 settembre 2015
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accolto il ricorso di una manager che aveva subito una serie di trasferimenti di cui uno ritenuto illegittimo perché
disposto senza dare il preavviso e sentire l’interessata (e i sindacati).
Per il giudice, spiega lo Sportello dei Diritti, tuttavia non è di per sé da ritenersi sfavorente il fatto che il dirigente sia spostato in una sede più piccola: la decisione datoriale potrebbe essere dovuta dalla esigenza di trasferire un lavoratore esperto in una struttura che ha problemi per risolvere le difficoltà. Anche se nella fattispecie non è così.
Accade, infatti, che non appena la dirigente prende posto nel nuovo ufficio, l’approvvigionamento dei mezzi necessari
per lavorare diventa insufficiente. Tutto ciò è confermato dai testimoni che sostengono che prima del trasferimento del
nuovo capo non vi erano queste difficoltà. In buona sostanza, per il togato è l’azienda a sgambettare la manager ormai
sgradita, non dotandola del personale sufficiente per svolgere il servizio.
E’ lo stesso giudice a sostenere che il comportamento del datore risulta «ostruzionistico e defatigatorio», mentre la
direzione dell’azienda evita i contatti personali e perfino telefonici con la dipendente, che tuttavia «continua a prestare
servizio con impegno».
Il comportamento datoriale, peraltro, è stato foriero di conseguenze sulla salute psico-fisica della dipendente tanto che
il consulente del giudice ha accertato che il mobbing ha determinato sulla donna un danno biologico permanente di
natura psichica pari al 15 %, stabilendo così un risarcimento di 25 mila euro – oltre alle spese di causa - in virtù delle
tabelle di Roma, preferite a quelle di Milano dal tribunale laziale perché «consentono una migliore personalizzazione del
danno sotto il profilo sociale e territoriale». Nel liquidare la suddetta somma, il tribunale ha rilevato che la dirigente
all’epoca dei fatti era prossima ai sessanta anni e aveva l’incarico di direttore di sede operativa, vale a dire un livello tale
da permetterle di superare il disagio lavorativo cagionato dall’illecita condotta del datore.
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AIDS: NELLE FARMACIE FRANCESI UN TEST PER SCOPRIRE LA MALATTIA IN 15 MINUTI
Hai l'Aids e non lo sai? Se ti trovi in Francia, sei fortunato. Perche' nelle farmacie francesi si puo' acquistare un kit per la sieropositivita' fai da te. Un test del sangue che permette di sapere se si e' sieropositivi nell'arco di quindici minuti. Si calcola che in Francia i malati inconsapevoli di Aids siano circa 30 mila. Questo provvedimento e' stato fortemente appoggiato e voluto dalle associazioni che si occupano di campagne di sensibilizzazione del problema.
martedi 15 settembre 2015
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INVALIDI: VIA IL CONTRASSEGNO ARANCIONE, DA OGGI E' VALIDO SOLO QUELLO AZZURRO EUROPEO
Dal 15 settembre 2015 formalmente non sono più validi i vecchi contrassegni invalidi arancioni poichè ai sensi del D.P.R. n.151 del 2012 (Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, concernente il regolamento di esecuzione e attuazione del Nuovo codice della strada, in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide) scade il termine per sostituire il contrassegno disabili di colore arancione, con il Contrassegno Unificato Disabili Europeo, di colore azzurro. Oltre tale data il tagliando arancione non sarà più valido. Con l’adozione del Contrassegno Unificato Disabili Europeo (Cude), secondo lo “Sportello dei Diritti”, la persona disabile può circolare e veder riconosciuti i suoi diritti non solo se viaggia in auto per l’Europa, ma anche se circola o sosta nei Comuni italiani. Ad oggi, infatti, il rilascio del contrassegno è demandato ai Comuni di residenza e ognuno ha le sue regole. Per tali ragioni i possessori del vecchio contrassegno arancione sono invitati a contattare gli Uffici Comunali, dove dovranno presentarsi con una foto tessera recente e il vecchio contrassegno per la relativa sostituzione. Per informazioni circa la documentazione da presentare, le modalità di rilascio e gli orari dello sportello dedicato, è inoltre possibile consultare la pagina Permessi di sosta dei siti internet dei comuni italiani.
martedi 15 settembre 2015
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lunedì 14 settembre 2015
PERCHE' TANTI FUMATORI SOPRAVVIVONO ALLE BIONDE? QUESTIONE DI GENI
Perche' ci sono fumatori che non muoiono a causa di danni alla salute provocati dalle bionde? Perche' taluni fumatori resistono piu' degli altri? Questione di geni. Di genetica.
E' risaputo che il fumo aumenta il rischio di sviluppare tutta una serie di malattie che possono portare a morire prematuramente. Eppure, molti fumatori riescono a vivere a lungo quanto o piu' dei non fumatori. A svelare l'arcano e' stato un gruppo di ricercatori della University of California di Los Angeles in uno studio pubblicato sul The Journals of Gerontology. I risultati rivelerebbero l'esistenza di alcuni specifici geni, di cui alcuni fumatori possono godere, capaci di allungare la vita anche se si cede al vizio delle "bionde". Questi "geni della longevita'" sarebbero legati anche a un'incidenza del cancro minore dell'11 per cento. Secondo i ricercatori, che hanno coinvolto nello studio fumatori di lunga data, i geni individuati aiuterebbero le cellule del corpo a rigenerarsi, offrendo protezione dai danni dell'invecchiamento e da quelli ambientali come il fumo. "Abbiamo identificato una serie di marcatori genetici che insieme sembrano promuovere la longevita'", ha sottolineato Morgan Levine, che ha coordinato lo studio. "Questi possono estendere la durata della vita di una persona - ha continuato . aiutando le cellule a ripararsi da sole. Di conseguenza, anche se alcuni individui sono esposti ad elevati livelli di stress biologico, come quelli legati al fumo di sigaretta, i corpi sono programmati per affrontare e riparare i danni".
lunedi 14 settembre 2015
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E' risaputo che il fumo aumenta il rischio di sviluppare tutta una serie di malattie che possono portare a morire prematuramente. Eppure, molti fumatori riescono a vivere a lungo quanto o piu' dei non fumatori. A svelare l'arcano e' stato un gruppo di ricercatori della University of California di Los Angeles in uno studio pubblicato sul The Journals of Gerontology. I risultati rivelerebbero l'esistenza di alcuni specifici geni, di cui alcuni fumatori possono godere, capaci di allungare la vita anche se si cede al vizio delle "bionde". Questi "geni della longevita'" sarebbero legati anche a un'incidenza del cancro minore dell'11 per cento. Secondo i ricercatori, che hanno coinvolto nello studio fumatori di lunga data, i geni individuati aiuterebbero le cellule del corpo a rigenerarsi, offrendo protezione dai danni dell'invecchiamento e da quelli ambientali come il fumo. "Abbiamo identificato una serie di marcatori genetici che insieme sembrano promuovere la longevita'", ha sottolineato Morgan Levine, che ha coordinato lo studio. "Questi possono estendere la durata della vita di una persona - ha continuato . aiutando le cellule a ripararsi da sole. Di conseguenza, anche se alcuni individui sono esposti ad elevati livelli di stress biologico, come quelli legati al fumo di sigaretta, i corpi sono programmati per affrontare e riparare i danni".
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COME DIVENTARE RICCHI FACENDO SESSO
Come diventare ricchi facendo l'amore. Più fai sesso e più guadagni. Chi si da' fare sotto le lenzuola con maggiore frequenza, per esempio un giorno si uno no, ha maggiori possibilita' di fare piu' soldi. L'originale equazione è il risultato di una ricerca, condotta su 7500 persone, da Nick Drydakis dell'Anglia Ruskin University di Cambridge, da cui è emerso che se la passione si accende sotto le lenzuola con maggiore frequenza anche lo stipendio sarà più alto. L'oscillazione non è alta, farlo almeno un giorno sì e uno no, rivelano i ricercatori al Telegraph, "dovrebbe assicurare un'entrata più alta di circa il 5%, ma è meglio di niente". Stupisce anche il fatto che sia vero anche il contrario. Se si è pigri a letto, spiegano, "il salario scenderà anche del 3,2%". Il team di ricercatori dell'ateneo di Cambridge precisa, però, che lo studio può anche essere letto diversamente. "Potrebbe anche essere che chi ha più soldi lo fa più spesso ed è per questo che, secondo noi, anche gli economisti si dovrebbero occupare di questo argomento".
lunedi 14 settembre 2015
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lunedi 14 settembre 2015
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domenica 13 settembre 2015
GRAVIDANZA: SE LE DONNE MANGIANO IL FRITTO, I BIMBI RISCHIANO IL CANCRO
Le donne che consumano sostanze potenzialmente cancerogene durante la gravidanza aumentano il rischio di cancro nei loro bambini. Questa correlazione è stata stabilita per la leucemia soprattutto tra i bambini piccoli. Una conclusione che deriva dalla ricerca europea condotta da un professore dell'ambiente dell'Università di Maastricht. Il cancro nei bambini è raro, ma rimane una delle più frequenti cause di morte tra i bambini. Si stima 175.000 circa il numero di nuovi casi di tumore diagnosticati ogni anno ai bambini fra 0 e 14 anni. Questa cifra aumenta leggermente ogni anno. Ma un nuovo studio, pubblicato sulla rivista medica British Medical Journal, dimostra il legame tra le e sostanze immunitarie che l'organismo della donna incinta ha creato e il successivo emergere di un cancro nel suo bambino. Purtroppo la placenta non è una barriera invalicabile per tutte le sostanze nocive. Ricercatori dell'Università di Maastricht hanno lavorato in collaborazione con 25 Università di diversi paesi europei per analizzare campioni di midollo di 1151 neonati per rilevare tracce di sostanze nocive che sviluppano il cancro vale a dire la diossina, PCB, acrilammide, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e nitrosammine. Hanno controllato anche se queste tossine sono state in grado di attraversare la placenta. La conclusione è che queste sostanze riescono a superare la barriera placentaria e penetrare nel sangue del bambino e quindi il feto, attraverso l'organismo della madre, è esposto ad agenti cancerogeni. Infatti, queste sostanze sono state trovate nel sangue del cordone durante le analisi. Questa esposizione è la cause di cancro nei bambini? Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno quindi misurato in cambiamenti molecolari indicativi del sangue del cordone nella formazione di un tumore. Gli scienziati hanno infatti trovato, soprattutto tra i ragazzi, una maggiore sensibilità agli agenti cancerogeni che principalmente causa la leucemia. Secondo gli esperti, questo spiega perché i ragazzi sono soggetti più spesso rispetto alle ragazze. Secondo Jos Kleinjans, che ha condotto lo studio da Maastricht: "questi risultati dimostrano che esiste un chiaro collegamento tra le sostanze cancerogene presenti in alcuni prodotti alimentari e il rischio di cancro nei bambini. Tuttavia la nostra ricerca si è concentrata solo su alcune sostanze. Sono pertanto necessarie ulteriori ricerche. Naturalmente, è impossibile per la donna incinta evitare tutte le sostanze cancerogene presenti nella dieta. Tuttavia, possono evitare il più pericoloso e conosciuto, facile da individuare. Ad esempio, le parti troppo cotte o persino bruciate dei piatti nel forno o il barbecue. Dovrebbe anche limitare i cibi fritti,patatine fritte, crocchette, fast food, snack.
domenica 13 settembre 2015
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giovedì 10 settembre 2015
AIDS: PRONTO IL VACCINO PER SCONFIGGERE LA MALATTIA
Il vaccino contro l'Aids potrebbe essere somministrato a partire dal prossimo anno. Lo ha dichiarato il direttore esecutivo di Unaids, Michel Sidibé, in un'intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe, che ha delineato un orizzonte ottimistico in cui questo male non sarebbe più una preoccupazione per la salute pubblica nel mondo. "Penso che l'iniezione inizierà ad essere somministrata a partire dal prossimo anno, perché la scoperta è fatta", ha riferito il maliano durante una visita a Santiago del Cile nella prima missione a sud dell'America Latina. L'obiettivo del nuovo vaccino, già in fase di sperimentazione in pazienti in diverse parti del mondo, è sempre quello che i medici definiscono una "cura funzionale", vale a dire garantire che i pazienti possono lasciare il trattamento di retrovirali quotidiano, con il vostro
sistema immunitario intatto e la carica virale ritorna alla normalità.
"Solo pochi anni fa una persona che aveva Hiv doveva assumere 18 pillole al giorno, oggi dovrebbero prenderne una sola e domani è possibile che con un'iniezione si sia sufficiente ogni sei mesi," ha inoltre dichiarato il Ceo, che è convinto che il progresso scientifico in questa zona vi permetterà di cambiare radicalmente la lotta contro il virus da immunodeficenza umana. Per Sidibé uno delle grandi vittorie della lotta contro l'HIV è stato raggiungere il controllo e ridurre drasticamente il numero di nuove infezioni, motivo per cui predice che, anche se il ceppo del virus non sarà
annientato in breve tempo "cesserà di essere un problema e la preoccupazione della salute dei governi". "Hanno fatto
progressi inimmaginabili", ha detto il rappresentante, che era orgoglioso che il mondo è riuscito a rompere la congiura
del silenzio e placare il percorso del virus.
"Prima la gente moriva, gli ospedali erano pieni di pazienti con Aids mentre oggi possiamo dire con orgoglio che noi
viviamo in un contesto completamente diverso", ha detto Sidibé. L'America Latina e i Caraibi, sono le uniche zone del
pianeta che hanno accettato una serie di obiettivi regionali di trattamento e di prevenzione dell'Hiv. Il 2030 è previsto
come termine di minaccia per la salute, e sta progredendo "giant steps" per raggiungere questo obiettivo. In una
regione che ha 1,7 milioni di persone con HIV. Tra il 2000 e il 2014, le nuove infezioni del virus sono diminuite nella
regione del 17% ed il numero di morti è sceso del 29%. Attualmente il 47% degli adulti americani e il 54% dei bambini
sotto i 14 anni infettati con il HIV ricevono un trattamento farmacologico. Questo è il risultato, secondo Sidibe',
dell'implementazione della chiamata della "responsabilità condivisa" dei paesi della regione, che consiste
nell'implementazione di meccanismi di finanziamento innovativi, tra cui il settore privato e l'istituzione di obblighi di
responsabilità reciproci tra paesi dell'area. Ma per il rappresentante, intorno al mondo ci sono ancora molte sfide in
questo settore, che comprendono la persistenza dello stigma verso quelli infetti da HIV e la lotta contro la compiacenza
fra i giovani. Il vero problema è che oggi si parla sempre meno di Aids ed i giovani conoscono poco questa patologia.
Inoltre i numeri "neri" della malattia sono ancora altissimi: in Sudafrica, ad esempio sono sei milioni le persone infettate
e non tutti riescono a beneficiare delle terapie antiretrovirali. Un elevato numero di casi si registra ancora anche in Italia
anche se il numero di infezioni è stabile. In base ai dati trasmessi dalle Regioni, nel 2013, ci sono state sono state 1016
casi di Aids. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive, nel 2013, sono maschi nel 72,2% dei casi.
L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).Aumenta l’età
mediana della diagnosi che è 39 anni per i maschi e 36 per le femmine. Nel 2013, le regioni che hanno registrato il più
alto numero di diagnosi di hiv sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. L’incidenza più bassa è stata osservata in
Calabria. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv sembra avere un
andamento stabile, anche se in alcune (Piemonte, Toscana, Abruzzo, Calabria) sembra essere in aumento e in altre si
osserva un andamento in diminuzione (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche,
Sardegna). Il problema nel nostro Paese è soprattutto che la metà delle nuove diagnosi avviene in ritardo, molto tempo
dopo l’avvenuta infezione, quando il virus ha già iniziato a danneggiare seriamente il sistema immunitario o dopo la
comparsa dei primi sintomi.
giovedi 10 settembre 2015
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sistema immunitario intatto e la carica virale ritorna alla normalità.
"Solo pochi anni fa una persona che aveva Hiv doveva assumere 18 pillole al giorno, oggi dovrebbero prenderne una sola e domani è possibile che con un'iniezione si sia sufficiente ogni sei mesi," ha inoltre dichiarato il Ceo, che è convinto che il progresso scientifico in questa zona vi permetterà di cambiare radicalmente la lotta contro il virus da immunodeficenza umana. Per Sidibé uno delle grandi vittorie della lotta contro l'HIV è stato raggiungere il controllo e ridurre drasticamente il numero di nuove infezioni, motivo per cui predice che, anche se il ceppo del virus non sarà
annientato in breve tempo "cesserà di essere un problema e la preoccupazione della salute dei governi". "Hanno fatto
progressi inimmaginabili", ha detto il rappresentante, che era orgoglioso che il mondo è riuscito a rompere la congiura
del silenzio e placare il percorso del virus.
"Prima la gente moriva, gli ospedali erano pieni di pazienti con Aids mentre oggi possiamo dire con orgoglio che noi
viviamo in un contesto completamente diverso", ha detto Sidibé. L'America Latina e i Caraibi, sono le uniche zone del
pianeta che hanno accettato una serie di obiettivi regionali di trattamento e di prevenzione dell'Hiv. Il 2030 è previsto
come termine di minaccia per la salute, e sta progredendo "giant steps" per raggiungere questo obiettivo. In una
regione che ha 1,7 milioni di persone con HIV. Tra il 2000 e il 2014, le nuove infezioni del virus sono diminuite nella
regione del 17% ed il numero di morti è sceso del 29%. Attualmente il 47% degli adulti americani e il 54% dei bambini
sotto i 14 anni infettati con il HIV ricevono un trattamento farmacologico. Questo è il risultato, secondo Sidibe',
dell'implementazione della chiamata della "responsabilità condivisa" dei paesi della regione, che consiste
nell'implementazione di meccanismi di finanziamento innovativi, tra cui il settore privato e l'istituzione di obblighi di
responsabilità reciproci tra paesi dell'area. Ma per il rappresentante, intorno al mondo ci sono ancora molte sfide in
questo settore, che comprendono la persistenza dello stigma verso quelli infetti da HIV e la lotta contro la compiacenza
fra i giovani. Il vero problema è che oggi si parla sempre meno di Aids ed i giovani conoscono poco questa patologia.
Inoltre i numeri "neri" della malattia sono ancora altissimi: in Sudafrica, ad esempio sono sei milioni le persone infettate
e non tutti riescono a beneficiare delle terapie antiretrovirali. Un elevato numero di casi si registra ancora anche in Italia
anche se il numero di infezioni è stabile. In base ai dati trasmessi dalle Regioni, nel 2013, ci sono state sono state 1016
casi di Aids. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive, nel 2013, sono maschi nel 72,2% dei casi.
L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).Aumenta l’età
mediana della diagnosi che è 39 anni per i maschi e 36 per le femmine. Nel 2013, le regioni che hanno registrato il più
alto numero di diagnosi di hiv sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. L’incidenza più bassa è stata osservata in
Calabria. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv sembra avere un
andamento stabile, anche se in alcune (Piemonte, Toscana, Abruzzo, Calabria) sembra essere in aumento e in altre si
osserva un andamento in diminuzione (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche,
Sardegna). Il problema nel nostro Paese è soprattutto che la metà delle nuove diagnosi avviene in ritardo, molto tempo
dopo l’avvenuta infezione, quando il virus ha già iniziato a danneggiare seriamente il sistema immunitario o dopo la
comparsa dei primi sintomi.
giovedi 10 settembre 2015
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IN ITALIA NON SI INVECCHIA BENISSIMO, IN SVIZZERA SI
La Svizzera e' il Paese dove si invecchia meglio. In Afghanistan si invecchia malissimo, posto che non si muoia prima per ragioni piu' guerrigliere. L'Italia e' al 37esimo posto in una classifica di 96 Paesi del mondo monitorati sulla base di reddito, salute, educazione, possibilita' di muoversi autonomamente. L'Italia a metà classifica tra i Paesi dove invecchiare. È quanto risulta dal Global AgeWatch index 2015, una classifica di 96 Paesi preparata dall'associazione Help Age International e dall'università di Southampton. Sul podio la Svizzera seguita da Norvegia e Svezia, mentre all'ultimo posto c'è l'Afghanistan. Lo scopo dello studio è anche quello di rendere attenti sulle problematiche legate all’invecchiamento e su cosa si può fare per “non lasciare nessuno indietro”. Si vive infatti di più ovunque e, se al momento ci sono 901 milioni di persone con più di 60 anni, nel 2013 queste cresceranno fino a 1,4 miliardi. Gli autori dello studio vogliono rendere attenti i governi che investendo sugli anziani: tutta la società ne trae vantaggio.
giovedi 10 settembre 2015
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mercoledì 9 settembre 2015
STOP AI TUMORI ALLA MAMMELLA, COLON, POLMONE E PROSTATA : TRA UN ANNO SARANNO COMBATTUTI CON UN FARMACO A BASE DI FIORI
Un farmaco a base di crochi, fiori molto graziosi dal colore lilla, potrebbero aiutare a combattere i principali tumori Killer, cioe' quello della mammella, del colon, del polmone e della prostata. Tutto questo senza effetti collaterali. A scoprirlo e' stato un gruppo di ricercatori britannici della Bradford University, in uno studio presentato al Festival della Scienza nel Regno Unito. Il farmaco sviluppato sfrutta il potere della colchicina, un estratto del croco autunnale noto per le sue proprieta' antitumorali, ma che si crede sia tossico per gli esseri umani.Per ovviare a questo i ricercatori hanno attaccato una "coda chimica" alla colchicina che la disattiva fino a quando non raggiunge il tumore. Una volta arrivato all'obiettivo, un enzima presente nei tumori taglia la coda, permettendo al farmaco di attaccare i vasi sanguigni che forniscono nutrimento e ossigeno al tumore per farlo crescere. Nei test condotti sui topi, una sola dose del farmaco ha eliminato i tumori. Ora i ricercatori sperano di poter iniziare un trial sugli esseri umani gia' il prossimo anno, a partire dai 20 ai 30 pazienti britannici con un tumore in fase avanzata.agi
mercoledi 9 settembre 2015
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DIETA: ECCO PERCHE' LE UOVA FANNO DIMAGRIRE
Fin dall’antichità le uova venivano considerate energizzanti e in grado di favorire le fatiche di Venere ed Eros. I Romani per avere un sicuro effetto afrodisiaco le mangiavano appena bollite, spolverizzate con pepe, sedano e pinoli immersi nel miele. Da qualche anno alcune ricerche scientifiche hanno messo in luce altre proprietà terapeutiche di questo alimento naturale. Secondo uno studio condotto dal Rochester Centre for Obesity, questi alimenti possono aiutarci anche a smaltire i chili di troppo. Lo studio ha coinvolto 30 donne obese o sovrappeso, alle quali i ricercatori hanno chiesto di mangiare due uova oppure una ciambella di pane per colazione. I risultati sono stati sorprendenti: nonostante i pasti contengano lo stesso apporto di proteine e calorie, le donne che hanno consumato le uova hanno confessato di essere rimaste sazie più a lungo e dunque mangiato meno a pranzo. Nelle successive 36 ore, le donne che avevano consumato il pane, avevano conseguito anche 417 calorie in più delle altre partecipanti. Iniziare la giornata con questo piatto, dunque, può aiutarci tantissimo nel conseguimento del peso forma. Le uova sode contengono circa 78 calorie l’una, dunque vanno bene anche come snack. Le uova forniscono quindi una quantità significativa di proteine e di altri elementi nutritivi. Le uova di gallina sono le più comunemente consumate e sono altamente nutrienti. Forniscono una grande quantità di proteine complete di alta qualità, che contengono tutti gli amminoacidi essenziali per gli esseri umani, e forniscono quantità significative di parecchie vitamine e minerali, compresa la vitamina A, riboflavina, acido folico, vitamina B6, vitamina B12, colina, ferro, calcio, fosforo e potassio. Sono inoltre uno degli alimenti singoli meno costosi contenenti proteine complete.Tutte le vitamine A, D ed E dell'uovo sono contenute nel tuorlo. L'uovo è uno dei pochi alimenti che contengono vitamina D, anche se quest'ultima è prodotta fisiologicamente negli esseri umani quando la loro pelle è esposta alla luce solare. Un grande tuorlo d'uovo contiene circa 60 calorie (250 kJ), mentre l'albume contiene circa 15 calorie (60 kJ). Un grande tuorlo contiene più di due terzi della razione quotidiana suggerita di 300 mg di colesterolo, anche se uno studio indica che il corpo umano non ne assorbe molto dalle uova. Il tuorlo compone circa 33% del peso netto dell'uovo, contiene tutto il grasso, un po' meno di metà delle proteine e gran parte delle sostanze nutrienti. Inoltre contiene tutta la colina, che corrisponde approssimativamente alla metà della razione quotidiana suggerita e contiene lecitina che favorisce l'eliminazione del colesterolo. La colina è una sostanza nutriente importante per lo sviluppo del cervello ed è suggerita alle donne incinte per assicurare un sano sviluppo del cervello del feto.A livello nutrizionale è opportuno distinguere tra albume e tuorlo. L'albume è la parte esterna, trasparente, di consistenza più fluida e coagula a 62 °C; è composto al 90% di acqua e al 10% di proteine. Il tuorlo è la parte interna, di colore giallo arancio intenso e coagula a 65 °C; è composto da una miscela più complessa: contiene acqua al 50%, 17% proteine, 30% grassi e altri emulsionanti. E' ovvio che la perdita di peso va combinata con esercizio fisico e riduzione di carboidrati dalla dieta.
mercoledi 9 settembre 2015
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martedì 8 settembre 2015
ALLO STUDIO UN SUPERFARMACO IN GRADO DI COMBATTERE I VIRUS KILLER: INFLUENZA, EBOLA, FEBBRE GIALLA
Allo studio un farmaco per guarire tutti i mali. Un medicinale in grado di combattere l'influenza, l'Ebola, la febbre gialla e altri virus killer. Un 'antibiotico da virus' con le capacita' non solo di guarire, ma anche di prevenire l'infezione.
Alla scoperta del futuro ci sta lavorando Paul Kellam, ricercatore del Wellcome Trust Sanger Institute vicino a Cambridge, che ha riferito dei progressi in occasione del British Science Festival a Bradford. L'idea di realizzare questo "superfarmaco" e' nata a seguito della scoperta di un gene che rende alcune persone piu' suscettibili a sviluppare gravi forme di influenza. Questo gene aumenterebbe di 4 volte le probabilita' di ammalarsi gravemente. In genere, il gene IFITM3 produce una proteina che blocca i virus influenzali, impedendoli di invadere le cellule del corpo. Ma alcune persone hanno una versione difettosa di questo gene che non produce abbastanza proteina lasciando al virus la possibilita' di proliferare. Ora i ricercatori sperano di realizzare un farmaco in grado di aumentare i livelli di questa proteina. Una medicina di questo tipo potrebbe curare o addirittura prevenire l'influenza in chi ha questo gene difettoso. Secondo i ricercatori, il farmaco potrebbe aiutare anche le persone con il gene "sano" a recuperare piu' rapidamente. Anche se il farmaco non e' ancora stato realizzato, Kellam e' convinto che possa essere disponibile tra 5-10 anni, come ha riportato il quotidiano britannico Daily Mail.
martedi 8 settembre 2015
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Alla scoperta del futuro ci sta lavorando Paul Kellam, ricercatore del Wellcome Trust Sanger Institute vicino a Cambridge, che ha riferito dei progressi in occasione del British Science Festival a Bradford. L'idea di realizzare questo "superfarmaco" e' nata a seguito della scoperta di un gene che rende alcune persone piu' suscettibili a sviluppare gravi forme di influenza. Questo gene aumenterebbe di 4 volte le probabilita' di ammalarsi gravemente. In genere, il gene IFITM3 produce una proteina che blocca i virus influenzali, impedendoli di invadere le cellule del corpo. Ma alcune persone hanno una versione difettosa di questo gene che non produce abbastanza proteina lasciando al virus la possibilita' di proliferare. Ora i ricercatori sperano di realizzare un farmaco in grado di aumentare i livelli di questa proteina. Una medicina di questo tipo potrebbe curare o addirittura prevenire l'influenza in chi ha questo gene difettoso. Secondo i ricercatori, il farmaco potrebbe aiutare anche le persone con il gene "sano" a recuperare piu' rapidamente. Anche se il farmaco non e' ancora stato realizzato, Kellam e' convinto che possa essere disponibile tra 5-10 anni, come ha riportato il quotidiano britannico Daily Mail.
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TRA UN ANNO FINIRA' L'ANTIDOTO CONTRO I MORSI DEI SERPENTI: L'ALLARME LANCIATO DA MEDICI SENZA FRONTIERE
In tutto il mondo si stanno esaurendo le scorte di siero contro il veleno dei serpenti. Almeno una decina di specie. Ancora un anno di tempo e poi la vita di milioni di persone sara' a rischio perche' le scorte del salvavita sono in via di esaurimento. L'allarme e' stato lanciato da Medici senza Frontiere, secondo cui Sanofi Pasteur, l’azienda che produce il farmaco, ha interrotto la produzione lo scorso anno, e le scorte dureranno al massimo fino al prossimo giugno.
Secondo l'associazione ogni anno 5 milioni di persone sono vittime di morsi di serpente. Un incidente fatale per 100 mila persone che hanno perso la vita e centinaia di migliaia che hanno subito disabilita' e amputazioni varie.
La Sanofi si e' difesa spiegando che la chiusura della produzione era già stata annunciata nel 2010: «Ci meraviglia che ci si accorga solo ora del problema - ha spiegato un portavoce della compagnia alla Cbs -. Noi abbiamo offerto la tecnologia per produrre il siero a chiunque fosse interessato, ma nessuno si è fatto avanti».
martedi 8 settembre 2015
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Secondo l'associazione ogni anno 5 milioni di persone sono vittime di morsi di serpente. Un incidente fatale per 100 mila persone che hanno perso la vita e centinaia di migliaia che hanno subito disabilita' e amputazioni varie.
La Sanofi si e' difesa spiegando che la chiusura della produzione era già stata annunciata nel 2010: «Ci meraviglia che ci si accorga solo ora del problema - ha spiegato un portavoce della compagnia alla Cbs -. Noi abbiamo offerto la tecnologia per produrre il siero a chiunque fosse interessato, ma nessuno si è fatto avanti».
martedi 8 settembre 2015
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DI CHE MALATTIE SOFFRIRAI? TE LO DICE UN ESAME DEL SANGUE
In futuro potrebbe bastare una goccia di sangue per conoscere la nostra età biologica e le malattie cui siamo predisposti, affrontandole in anticipo sui primi sintomi. Fanno ben sperare i risultati di uno studio durato 7 anni - pubblicato su 'Genome Biology' - frutto di una collaborazione tra il Kings College di Londra, il Karolinska Institutet svedese e la Duke University statunitense. I ricercatori hanno individuato un set di geni in grado di fornire un 'punteggio' alle persone con più di 65 anni: più il numero è basso, maggiore è la probabilità che ci siano delle malattie, in atto o potenziali.
Questo indicatore potrebbe essere particolarmente utile per le demenze o l'Alzheimer: i medici potrebbero infatti sapere quali persone coinvolgere nei trial clinici prima che i sintomi si manifestino. Anche se in questo momento non esistono farmaci efficaci per la cura di queste patologie, iniziare con molto anticipo un trattamento può rallentare l'avanzamento della malattia.
La ricerca si è concentrata sulla profilazione dell'Rna, un processo che permette di misurare e confrontare l'espressione genetica in migliaia di persone. Gli scienziati hanno quindi comparato tessuti di individui tra i 25 e i 65 anni e hanno identificato 150 geni che dovrebbero essere attivi per un'invecchiamento sano. In base allo stato di questi geni, viene attribuito un punteggio a ciascuna persona. Pazienti ai quali era stato diagnosticato l'Alzheimer hanno avuto numeri particolarmente bassi, suggerendo una correlazione significativa tra le due variabili.
Eric Karran dell'Alzheimer's Research Uk commenta al 'Telegraph': "Questo studio suggerisce un modo per misurare l'età biologica di una persona, rivelando perché alcune, a parità di età anagrafica, sono più sensibili all'invecchiamento. C'è molto interesse nello sviluppo di un test del sangue per malattie come l'Alzheimer - continua l'esperto - ma questi esami devono essere accuratamente validati per dimostrarne l'accuratezza prima di poter essere utilizzati nella clinica".
martedi 8 settembre 2015
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Questo indicatore potrebbe essere particolarmente utile per le demenze o l'Alzheimer: i medici potrebbero infatti sapere quali persone coinvolgere nei trial clinici prima che i sintomi si manifestino. Anche se in questo momento non esistono farmaci efficaci per la cura di queste patologie, iniziare con molto anticipo un trattamento può rallentare l'avanzamento della malattia.
La ricerca si è concentrata sulla profilazione dell'Rna, un processo che permette di misurare e confrontare l'espressione genetica in migliaia di persone. Gli scienziati hanno quindi comparato tessuti di individui tra i 25 e i 65 anni e hanno identificato 150 geni che dovrebbero essere attivi per un'invecchiamento sano. In base allo stato di questi geni, viene attribuito un punteggio a ciascuna persona. Pazienti ai quali era stato diagnosticato l'Alzheimer hanno avuto numeri particolarmente bassi, suggerendo una correlazione significativa tra le due variabili.
Eric Karran dell'Alzheimer's Research Uk commenta al 'Telegraph': "Questo studio suggerisce un modo per misurare l'età biologica di una persona, rivelando perché alcune, a parità di età anagrafica, sono più sensibili all'invecchiamento. C'è molto interesse nello sviluppo di un test del sangue per malattie come l'Alzheimer - continua l'esperto - ma questi esami devono essere accuratamente validati per dimostrarne l'accuratezza prima di poter essere utilizzati nella clinica".
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lunedì 7 settembre 2015
LA SVIZZERA A CACCIA DI INGEGNERI ITALIANI: RETRIBUZIONE DA 60 MILA A 110 MILA EURO ANNUI
La Svizzera a caccia ingegneri italiani. La paga e' buona: 60 mila euro l'anno. Fino a 110 mila euro di retribuzione per figure specializzate.
Colpa della crisi, della conseguente disoccupazione galoppante che ha raggiunto livelli da record tra i più giovani e dell’incapacità dei governanti italiani di rilanciare politiche per l’occupazione, che riprende l’emigrazione verso Paesi che oggi consentono di reperire il lavoro desiderato nel più breve tempo possibile perché immuni o quasi dalla crisi. La Svizzera apre le porte agli ingegneri italiani. Secondo Technical Hunters, la Svizzera è alla ricerca di ingegneri italiani: retribuzione a partire da 60mila euro all’anno. Secondo Technical Hunters infatti le società svizzere sarebbero alla ricerca di ingegneri specializzati e tecnici italiani. Secondo il report effettuato dalla società italiana di Head Hunting Technical Hunters, sono in deciso aumento le richieste di ingegneri e tecnici specializzati italiani da parte di aziende svizzere. Secondo Technical Hunters infatti, nella Confederazione elvetica sarebbero in difficoltà a reperire risorse umane qualificate nei settori dell’elettromeccanica, chimica-farmaceutica, materie plastiche, lavorazione dei metalli preziosi, delle macchine e degli strumenti di precisione. Un occasione che definire ghiotta è sicuramente riduttivo per migliaia di ingegneri italiani "La Svizzera si trova a fronteggiare la mancanza di figure tecniche specializzate” ha affermato Serafino Sorace, consulente di Technical Hunters “in alcuni casi così grave da ridurre le prospettive di crescita e concorrenzialità, nonostante la volontà e le risorse a disposizione delle società. La difficoltà nel reperimento di tali profili in alcune regioni, come nel caso del Canton Ticino, è determinata dall’assenza di una vera e propria proposta formativa tecnica post-diploma di stampo ingegneristico. E’ per questo motivo che le società elvetiche puntano agli ingegneri italiani, molto apprezzati dal punto di vista della formazione". Quali sono i profili professionali più ricercati in Svizzera per gli ingegneri italiani? I profili più ricercati sono “responsabili della ricerca e sviluppo, con stipendi che partono dai 60 mila euro lordi annui per gli ingegneri più giovani, per arrivare a 120 mila euro per le figure con oltre dieci anni di esperienza". Le aziende elvetiche inoltre necessitano di Quality Manager, con retribuzioni che vanno da un minimo di 70 mila euro, fino a 110 mila euro per le figure con maggiori responsabilità ed esperienza.
lunedi 7 settembre 2015
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Colpa della crisi, della conseguente disoccupazione galoppante che ha raggiunto livelli da record tra i più giovani e dell’incapacità dei governanti italiani di rilanciare politiche per l’occupazione, che riprende l’emigrazione verso Paesi che oggi consentono di reperire il lavoro desiderato nel più breve tempo possibile perché immuni o quasi dalla crisi. La Svizzera apre le porte agli ingegneri italiani. Secondo Technical Hunters, la Svizzera è alla ricerca di ingegneri italiani: retribuzione a partire da 60mila euro all’anno. Secondo Technical Hunters infatti le società svizzere sarebbero alla ricerca di ingegneri specializzati e tecnici italiani. Secondo il report effettuato dalla società italiana di Head Hunting Technical Hunters, sono in deciso aumento le richieste di ingegneri e tecnici specializzati italiani da parte di aziende svizzere. Secondo Technical Hunters infatti, nella Confederazione elvetica sarebbero in difficoltà a reperire risorse umane qualificate nei settori dell’elettromeccanica, chimica-farmaceutica, materie plastiche, lavorazione dei metalli preziosi, delle macchine e degli strumenti di precisione. Un occasione che definire ghiotta è sicuramente riduttivo per migliaia di ingegneri italiani "La Svizzera si trova a fronteggiare la mancanza di figure tecniche specializzate” ha affermato Serafino Sorace, consulente di Technical Hunters “in alcuni casi così grave da ridurre le prospettive di crescita e concorrenzialità, nonostante la volontà e le risorse a disposizione delle società. La difficoltà nel reperimento di tali profili in alcune regioni, come nel caso del Canton Ticino, è determinata dall’assenza di una vera e propria proposta formativa tecnica post-diploma di stampo ingegneristico. E’ per questo motivo che le società elvetiche puntano agli ingegneri italiani, molto apprezzati dal punto di vista della formazione". Quali sono i profili professionali più ricercati in Svizzera per gli ingegneri italiani? I profili più ricercati sono “responsabili della ricerca e sviluppo, con stipendi che partono dai 60 mila euro lordi annui per gli ingegneri più giovani, per arrivare a 120 mila euro per le figure con oltre dieci anni di esperienza". Le aziende elvetiche inoltre necessitano di Quality Manager, con retribuzioni che vanno da un minimo di 70 mila euro, fino a 110 mila euro per le figure con maggiori responsabilità ed esperienza.
lunedi 7 settembre 2015
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L'OSSESSIONE PER IL PESO FA INGRASSARE ANCORA DI PIU
L'ossessione per il peso fa ingrassare ancora di piu'. Avere l'incubo della bilancia fa aumentare il peso.
E' la conclusione di una ricerca, pubblicata sull''International Journal of Obesity', che ha passato in rassegna precedenti studi per un totale di oltre 14mila persone coinvolte in Usa e Gran Bretagna. I ricercatori sono partiti chiedendo ai partecipanti la percezione del proprio peso corporeo, scoprendo che quelli che si ritenevano sovrappeso avevano maggiore probabilità di mangiare compulsivamente per lo stress e, dunque, di continuare a ingrassare. E questo a prescindere dal peso reale di partenza dei diretti interessati.
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E' la conclusione di una ricerca, pubblicata sull''International Journal of Obesity', che ha passato in rassegna precedenti studi per un totale di oltre 14mila persone coinvolte in Usa e Gran Bretagna. I ricercatori sono partiti chiedendo ai partecipanti la percezione del proprio peso corporeo, scoprendo che quelli che si ritenevano sovrappeso avevano maggiore probabilità di mangiare compulsivamente per lo stress e, dunque, di continuare a ingrassare. E questo a prescindere dal peso reale di partenza dei diretti interessati.
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sabato 5 settembre 2015
LA DROGA CRESCE TRA BOSCHI E SEMINE: FENOMENO IN ESPANSIONE E SENZA CONTROLLO
La nuova frontiera per produrre droga senza dare troppo nell'occhio e' coltivarla tra boschi e semine varie. Intere piantagioni di marijuana che crescono tra boscaglie e colture sono un fenomeno in espansione e di difficile controllo da parte dello Stato. I sequestri continui su tutto il territorio nazionale che si moltiplicano nella bella stagione - anche se non mancano colture in serra scoperte anche l'inverno - che vanno da poche decine di piante a decine e decine di ettari di coltivazioni di cannabis indica, la specie di canapa da cui é possibile ricavare l'"erba" ed i suoi derivati, evidenziano un quadro preoccupante che fa pensare alla difficoltà dell'effettivo controllo da parte dello Stato, da un lato perché troppo spesso dietro a quelle che sembrano innocue "piantine" (che per la verità arrivano anche a 4 metri d'altezza per svariate decine di chili di prodotto finale) vi é la criminalità organizzata e dall'altra perché la gran parte delle coltivazioni in questione risultano essere nascoste tra i boschi o altre colture così da mimetizzarsi nell'ambiente circostante. Le notizie di cronaca, quindi, fanno riflettere e non poco che molto del prodotto finito che arriva tra i giovani sia ormai di produzione, per cosi dire, "locale" e non frutto di traffici internazionali che sino all'inizio degli anni 2000 riguardavano le principali direttrici dei paesi dell'Est, su tutti l'Albania per l'erba, ed il Marocco e l'Afganistan per l'hashish. Un fenomeno che dovrebbe spingere ulteriormente il governo a modificare le politiche sulle droghe leggere affinché colpiscano decisivamente il monopolio della criminalità attraverso una graduale legalizzazione e controllo del consumo.
sabato 5 settembre 2015
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