La nuova frontiera per produrre droga senza dare troppo nell'occhio e' coltivarla tra boschi e semine varie. Intere piantagioni di marijuana che crescono tra boscaglie e colture sono un fenomeno in espansione e di difficile controllo da parte dello Stato. I sequestri continui su tutto il territorio nazionale che si moltiplicano nella bella stagione - anche se non mancano colture in serra scoperte anche l'inverno - che vanno da poche decine di piante a decine e decine di ettari di coltivazioni di cannabis indica, la specie di canapa da cui é possibile ricavare l'"erba" ed i suoi derivati, evidenziano un quadro preoccupante che fa pensare alla difficoltà dell'effettivo controllo da parte dello Stato, da un lato perché troppo spesso dietro a quelle che sembrano innocue "piantine" (che per la verità arrivano anche a 4 metri d'altezza per svariate decine di chili di prodotto finale) vi é la criminalità organizzata e dall'altra perché la gran parte delle coltivazioni in questione risultano essere nascoste tra i boschi o altre colture così da mimetizzarsi nell'ambiente circostante. Le notizie di cronaca, quindi, fanno riflettere e non poco che molto del prodotto finito che arriva tra i giovani sia ormai di produzione, per cosi dire, "locale" e non frutto di traffici internazionali che sino all'inizio degli anni 2000 riguardavano le principali direttrici dei paesi dell'Est, su tutti l'Albania per l'erba, ed il Marocco e l'Afganistan per l'hashish. Un fenomeno che dovrebbe spingere ulteriormente il governo a modificare le politiche sulle droghe leggere affinché colpiscano decisivamente il monopolio della criminalità attraverso una graduale legalizzazione e controllo del consumo.
sabato 5 settembre 2015
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it
Nessun commento:
Posta un commento