UNA DONNA AL COLLE PER L'ITALIA CHE ASPIRA AL CAMBIAMENTO
Perche' il cambiamento non puo' essere chiamato: Amato, D'Alema, Prodi e Marini. Gli italiani non meritano questa umiliazione.
Una donna al Colle e' quel che ci vuole per l'Italia che aspira al cambiamento. Se l'Argentina ha avuto la sua Evita Peron e oggi ha la sua Cristina Elisabet Fernández de Kirchner, e' giusto che anche l'Italia abbia la sua opportunita' di far salire una signora al massimo potere dello Stato. Ma quale first lady? I grillini elevano nostra signora del giornalismo italiano Milena Jole Gabanelli. Dama di spiccata professionalita', un esempio per generazioni di giornalisti. Ma i grillini non detestavano i giornalisti? Si sa che i politici hanno il dono di cambiare idea continuamente, destabilizzando la concorrenza. Gabanelli, si diceva. Sarebbe un ruolo perfetto per una signora come lei, seria, inappuntabile e appassionata. Peccato che giornalismo e politica non siamo mai
andati d'accordo. Staremo a vedere che consiglio le ha portato la notte.
Emma Bonino, Anna Finocchiaro? Signore si, ma troppo legate ai partiti e troppo politicizzate da anni di attivismo unidirezionale. Cancellieri? Sparita dalla rosa dei papabili. Rimangono gli uomini, dunque. Amato, D'Alema, Prodi, Marini: sarebbero questi gli uomini del cambiamento? Ma per favore! E che un dio ce ne scampi e liberi. Gli italiani non hanno la memoria cosi' corta. Sanno che questi uomini hanno ridotto l'Italia alla stregua di un Paese del terzo mondo. Che male hanno fatto gli italiani per meritarsi questi nomi che hanno infangato il Paese per decenni? Una donna al Colle riporterebbe dolcezza e serieta' in una nazione che sta vivendo uno dei periodi piu' amari della sua storia.
17 aprile 2013
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