venerdì 17 maggio 2013
IL VERO GIOCATORE SA CHE IL BANCO VINCE (QUASI) SEMPRE
La ludopatia e' una malattia che si puo' curare. Gli scommettitori
incalliti si giocano la casa, la famiglia, la vita, a causa dell'azzardo.Un tempo erano gli uomini, oggi sono le donne e gli
adolescenti, i nuovi patiti del gioco. Ogni giorno e' un bollettino di guerra. Sono migliaia le persone che si indebitano e ricorrono agli strozzini pur di ottenere i fondi necessari per continuare a coltivare il delirio. Ma non e' sempre cosi'. Il fenomeno va ridimensionato. Non tutti i giocatori sono patologici. Alcuni sanno giocare. La prendono per quello che e': un gioco, appunto, e riescono ad alzarsi dal tavolo delle scommesse dopo aver giocato solo pochi euro e non di piu'. Poi riescono a dire basta. O vincono o perdono. Il gioco non va demonizzato, tout court. Porta tanti quattrini nelle casse dello Stato. Stato che prende per i fondelli tutti gli scommettitori quando lancia campagne pubblicitarie milionarie e poi ti molla un gioco nuovo dopo l'altro. Una presa in giro lo slogan: gioca senza esagerare. Come 'il fumo uccide' sui pacchetti delle sigarette.Il fumatore lo sa che il fumo lo portera' nella tomba prima del previsto, ma continua a sfumacchiare come se dovesse campare piu' del tempo che la fortuna (anche in questo caso) gli ha concesso. E' vero. Il gioco rovina le famiglie e le vite umane. Le riduce sul lastrico e nella disperazione piu' nera. Il gioco puo' anche cambiare la vita, pero'. Quando ti capita una botta di deretano. Per niente facile, quasi impossibile. Ma se non giochi neppure vinci. E quando capita bisogna anche saper gestire il capitale vinto. In ogni caso, il vero giocatore non si fa fregare la vita ed e' consapevole che il banco vince (quasi) sempre.
17 maggio 2013
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