'Vado ad Auschwitz. Baci, il tuo Heini'. Cosi' scriveva Heinrich Luitpold Himmler alla moglie prima di recarsi in visita di ispezione in uno dei campi di sterminio piu' celebri, quello con la scritta sui cancelli 'Arbeit macht frei', il lavoro rende liberi. Come un turista che parte per una vacanza, cosi' si esprimeva il criminale nazista in una delle 700 lettere alla consorte Margarete Siegroth (Marga). Missive scritte dal 1927 fino a cinque settimane prima del suo suicidio nel 1945, rimaste a lungo in possesso nell'archivio privato di una famiglia di ebrei israeliani, delle quali il domenicale 'Welt am Sonntag' (WamS) pubblica alcuni estratti alla vigilia della Giornata della Memoria, il 27 gennaio. Himmler scriveva a Marga il 15 luglio 1942 che "nei prossimi giorni saro' a Lublino, Zamosch, Auschwitz, Lemberg e poi nella nuova sede. Sono curioso di vedere se e come funzionera' il telefono.
Fino a Gmund (residenza familiare bavarese sulle rive del lago Tegernsee, ndr), saranno oltre 2.000 chilometri. Saluti e baci! Il tuo Pappi'. Un guascone, questo Himmler. Giocava a fare l'innamorato mentre migliaia di persone ardevano vive nei forni crematori. Himmler e Marga, di professione infermiera e di sette anni piu' anziana di lui, si erano conosciuti e subito innamorati l'uno dell'altra nel settembre 1927 durante un viaggio in treno da Berchtesgaden a Monaco di Baviera. Gia' all'inizio di gennaio 1928 Marga scriveva pero' al fidanzato definendolo 'un uomo cattivo dal cuore duro e ruvido', ottenendo a stretto giro di posta il 3 gennaio l'autodifesa di Himmler: 'Credimi, il tuo lanzichenecco non ha un cuore ne' duro, ne' ruvido, del resto tu lo sai meglio di chiunque 'piccola' donna'. Insomma, la tipa si era accorta che qualcosa non andava nel fidanzato, ma lui ha mostrato nervi d'acciaio. E lei la piccola donna, lui il macho che lasciava gli ebrei a bruciare nei forni.'Canaglie ebraiche', la definizione della piccola donna di Himm.
'Povera cara, a causa dei soldi devi farti spellare da questi miserabili ebrei', scriveva il futuro capo delle SS il 16 aprile 1928 a Marga, con la quale si sarebbe sposato qualche mese dopo e che prima delle nozze aveva ceduto le sue azioni di una clinica berlinese all'altro comproprietario ebreo Bernhard Hauschild. 'Questo Hauschild, un ebreo rimane un ebreo!', scriveva Marga il 21 maggio 1928, ottenendo come risposta un invito a non prendersela troppo. 'Non ti arrabbiare con gli ebrei", le rispondeva un mese dopo Himmler, aggiungendo che sull'argomento 'potrei solo sostenerti, brava donna'. Quando il marito il 9 novembre 1938 aveva gia' dato l'ordine di esecuzione dei pogrom contro gli ebrei ed i loro negozi e sinagoghe in moltissime citta' tedesche, passato alla storia come la famigerata 'notte dei cristalli', Marga annotava nel suo diario il 14 novembre: 'Questa storia degli ebrei, quando ci lasceranno queste canaglie, in modo da poter condurre una vita felice?'. (fonte: agi)
26 gennaio 2014
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