martedì 29 ottobre 2013

ICTUS: IL RECUPERO MOTORIO E' POSSIBILE ANCHE DOPO ANNI DALL'EVENTO

Nuove ricerche riaccendono le speranze dei soggetti colpiti da ictus

Ictus: nuove speranze di recupero motorio, anche dopo anni dall'evento. E' devastante psicologicamente e fisicamente, per i soggetti colpiti, accettare gli effetti di un ictus. Gli arti, gambe e mani, che non rispondono ai comandi. Che non seguono il ritmo degli altri. Difficolta' di deambulazione che causano depressioni e voglia di farla finita. Non tutti reagiscono bene ad un evento simile. E' dura per molti. Ma ora le speranze si riaccendono grazie ad una ricerca del Campus Bio-Medico di Roma. L'indagine ha dimostrato che basta 'spegnere' opportunamente le connessioni del cervello malfunzionanti e i neuroni della parte colpita risulteranno poi piu' pronti a 'riapprendere', con la riabilitazione, il modo per far muovere l'arto. Anche oltre i fatidici sei mesi dall'ictus. In pratica, e' un po' come quando si blocca il computer: per poterlo far funzionare di nuovo, basta riavviare il sistema. La notizia, nel giorno in cui si celebra la IX Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale, e' frutto di uno studio-pilota dell'Unita' Operativa di Neurologia dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, diretta dal professor Vincenzo Di Lazzaro. I risultati del trial, che ha coinvolto dodici pazienti con danni funzionali da ictus all'arto superiore, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Neuroscience Letters.  'Il nostro protocollo di studio - spiega Di Lazzaro - ha invertito i criteri dell'approccio classico. La stimolazione magnetica non ci e' servita per aumentare l'attivita' sinaptica della corteccia lesa, ma per diminuirla. In tal modo, e' come se avessimo preparato il terreno per le successive sedute di riabilitazione. Per recuperare il danno causato da un ictus, infatti, il cervello deve tornare ad apprendere come far muovere l'arto. I dati sperimentali ci hanno mostrato che, in questo percorso di recupero funzionale, riabilitazione e stimolazione magnetica 'viaggiano' sullo stesso binario, contendendosi lo 'spazio' che la parte di cervello colpita concede. Utilizzando la stimolazione magnetica per attenuare l'attivita' dell'emisfero leso, e' come se avessimo 'riavviato' i neuroni malfunzionanti, rendendoli poi piu' pronti a rispondere alle terapie fisiatriche. Cio' ha prodotto effetti benefici maggiori e piu' duraturi nei pazienti'.
29 ottobre 2013
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