La bucaniera
Che figura barbina. Che fine ingrata. Un ventennio di follia politica si conclude con i lavori socialmente utili. Ha tenuto per decenni l'Italia per le palle. Ha fatto e disfatto a suo piacimento. Ha giocato con la vita del prossimo e si e' fatto due etti di kazzacci suoi. Avrebbe potuto scegliere di uscire di scena da gran signore. Quando era all'apice della carriera e della fama. Come sanno fare solo i grandi. Avrebbe potuto decidere di trascorrere gli ultimi anni della sua vita circondato da bellissime fanciulle, su un'isola deserta, tra coccole e mojito e affogando nella piscina di piccioli, come Paperone. Invece, non ha voluto mollare cadrega e titoli onorifici. Non ha voluto capire che era arrivato al capolinea. Che gli italiani ne avevano le palle piene. Non ha voluto capire che doveva uscire di scena quando era in tempo. Ha voluto morire sulla scena, come un attore consumato. Si, dal delirio. Delirio di onnipotenza. Cosi' la storia lo ha buttato fuori, insieme alla sua giovane e intrigante fidanzata che forse andra' a raccogliere i pomodori con lui, su invito del prete meno silenzioso che c'e'. La storia dira' che era un uomo affascinante e di potere. Un uomo che ha amato il potere fino all'annuncio dell'apertura delle porte del carcere. Poi si e' fatto triste, mansueto, si e' messo all'angolo. Come un condannato che sceglie l'ultimo pasto di ostriche e champagne, cosi' egli ha formalmente dato mandato ai suoi avvocati corridori che si, e' tempo di lavori socialmente utili. Anche solo per finta, per darla in pasto a giornalisti e reporter. Come Naomi Campbell con gli scarponi a tracolla e tacco 12 ai piedi. Come Paris Hilton glamour anche dietro le sbarre. Rimettera', egli, la bandana per asciugare il sudore mentre coltiva i campi? E la sua giovane donna lo amera' nella cattiva sorte mentre gli portera' un fiasco di vino e un panino con la mortadella? Scene bucoliche di un milionario alle prese con la ferocia della vita e delle penne velenose dispiaciute, rammaricate per la fine ingloriosa, ma libere. Dura lex sed lex.
6 ottobre 2013
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