Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l'intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura". Sono parole di papa Francesco, che nell'enciclica Laudato Si sulla salvaguardia del creato, ha sottolineato come "oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l'economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana".
"Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell'ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni", si legge ancora nell'enciclica. "La politica e l'industria rispondono con lentezza, lontane dall'essere all'altezza delle sfide mondiali. In questo senso si può dire che, mentre l'umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c'è da augurarsi che l'umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità". "Tanto l'esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera", ha scritto ancora il Papa, citando la "intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta".
"I cambiamenti climatici - scrive Francesco - sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l'umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell'ecosistema, come l'agricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela".
Fra le tante cose di rilievo del documento papale, va segnalato il passaggio in cui Bergoglio sostiene che "la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata". Il Papa insiste molto, nella sua lettera ecologica, sul valore del pubblico (spazi, trasporti, acqua pubblica, ad esempio) e critica la tendenza a privatizzare risorse come l'acqua o, ad esempio, la "privatizzazione degli spazi" che "ha reso difficile l'accesso dei cittadini a zone di particolare bellezza", mentre "altrove si sono creati quartieri residenziali 'ecologici' solo a disposizione di pochi, dove si fa in modo di evitare che altri entrino a disturbare una tranquillità artificiale".asca
giovedi 18 giugno 2015
http://newsboxitalia.blogspot.it
http://www.facebook.com/newsbox.it
Nessun commento:
Posta un commento