Con la crisi e la concorrenza estera sleale non solo le aziende chiudono. Anche le stalle. 140 mila imprese agricole hanno chiuso i battenti e gli agricoltori, migliaia, protestano sul Brennero, a confine tra Italia e Austria. E' la 'battaglia di Natale: scegli l'Italia' promossa da Coldiretti per difendere il settore dalle importazioni di bassa qualità spacciate come italiane. Una lotta agguerrita a difesa dei prodotti alimentari nazionali voluta dalla Coldiretti che porta in strada migliaia di persone armate di striscioni eloquenti: '615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania', '1 mozzarella su 4 è senza latte', 'Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro', 'Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate'. Una guerra all'ultima mungitura per spremere le coscienze e spingere le istituzioni a difendere l'italianita' dei prodotti agricoli. Ma sollecitare le istituzioni e' come portare le pecore al macello. Le parole del ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo, presente alla manifestazione, sconfessano gli agricoltori che protestano:'Nonostante la crisi il settore ha retto'. Ha retto a tal punto, infatti, che quasi 150 mila aziende hanno chiuso i battenti. Altra pillola di saggezza del ministro: 'Occorre insistere specialmente per quanto riguarda la tracciabilità in modo tale da consentire agli agricoltori italiani di essere protetti'. Infatti sono talmente protetti gli agricoltori e i contadini d'Italia che oggi sfidano il gelo per protestare contro gli abusi dell'import-export che uccide il made in Italy.'Soprattutto - ha concluso il ministro - dobbiamo tutelare i consumatori finali che devono sapere da dove arrivano i prodotti e che cosa mangiano'. Ecco, appunto. Grazie alla battaglia dei coltivatori diretti adesso gli italiani sanno, o hanno conferma, che non e' tutto made in Italy quello che luccica sugli scaffali.
4 dicembre 2013
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