domenica 1 dicembre 2013

PINGITORE: 'IN ITALIA SI HA UN TALE RISPETTO DEL DENARO PUBBLICO CHE MOLTI LO SENTONO COME PROPRIO. INFATTI SE NE APPROPRIANO'.

Meglio riderci su. Perche' altrimenti altro che vaffa day, ci sarebbe da scatenare una guerriglia sanguinaria al giorno. Tra scandali, tangenti, spese folli della politica su e giu' per lo Stivale  a botte di champagne, ostriche e gioielli, meglio farsi una risata. Ci pensa il regista televisivo Pier Francesco Pingitore a scatenare un po' d'ilarita' tanto per non dover prendere i forconi e infilzare i politici come arrosti allo spiedo.

'In Italia- dice Pingitore- si ha un tale rispetto per il denaro pubblico che molti lo sentono come proprio, infatti se ne appropriano'. Fa piu' piangere che ridere questa battuta? Pero' non e' male davvero. 

La realta' quotidiana e' piu' fantasiosa della finzione cinematografica? Certo che si, secondo l'autore tv:'L'attualità è già di per sé un gran cabaret, quindi è difficile fare la satira della satira, perché viviamo in un momento in cui tutto ciò che ritenevamo fino a qualche tempo fa paradossale non solo si è avverato ma è andato al di là del paradosso'. 

Osserva Pingitore: 'Noi ci stracciamo le vesti dalla mattina alla sera dicendo che c'è la crisi, che tutti rubano, poi nella realtà la classe politica che dovrebbe offrire delle soluzioni al problema invece è essa stessa parte del problema'. Parole sante.

E le cronache di questi giorni sono proprio 'la conseguenza della decadenza della classe politica. C'è una ragnatela enorme sulla vita politica italiana per cui le soluzioni non solo sono al di là da venire ma neanche si intravedono da un punto di vista ideale e progettuale. Ecco, la vera carenza italiana in questo momento  è la mancanza di un progetto affidato poi a una classe dirigente'.

'Qui è tutto un mare di chiacchiere - dice Pingitore - Prendiamo ad esempio l'Imu. Ma si è capito che fine ha fatto? Che cosa pagheremo? Non è tanto la questione se si debba pagare o non pagare, quanto la confusione che regna nella testa dei nostri 
dirigenti, dispiace dirlo, ma c'è proprio lo zabaione di sigle, numeri, e chiacchiere e la gente non capisce più niente'. Appunto.
1 dicembre 2013
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