giovedì 24 luglio 2014

CENSIS:12 MILIONI DI ITALIANI SCAPPANO DALLA SANITA' PUBBLICA VERSO QUELLA PRIVATA

Il sorpasso: la sanita' privata batte la sanita' pubblica per parecchi zeri. Le lunghe attese agli sportelli, le file chilometriche, le ore e le giornate perse ad aspettare i turni col numeretto in mano, le 
lungaggini delle prenotazioni, gli alti costi dei ticket, stanno spingendo sempre piu' italiani verso la sanita' privata. Dove tutto avviene piu' velocemente, malgrado i costi non certo politici. Pero' quando si tratta di salute, spesso, troppo spesso, non si puo' attendere. Non si possono aspettare mesi per una mammografia che in una struttura privata si fa il giorno dopo, in tempi record e con dati certi alla mano per regolarsi sulle cure da affrontare. I lunghi tempi della sanita' pubblica sono morte certa per molti pazienti. Che, appunto, fanno in tempo a morire prima di avere risposte sicure e rapide. Sono dodici milioni, secondo il Censis, gli italiani che stanno migrando verso la sanita' privata. Per avere risposte veloci e servizio buono.  Secondo le stime che emergono dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del servizio sanitario nazionale, condotta dalle commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera, la spesa privata ha sfondato il muro dei 30 miliardi l'anno. Per l'esattezza 30,3 mld, tra farmaceutica, assistenza e cura, diagnostica e altro, che costituiscono 'una percentuale rilevante della spesa sanitaria complessiva'.  La fotografia del sistema sanitario nazionale che emerge dall'indagine della Camera trova conferma nei dati rilevati dal Censis. Secondo una recente ricerca dell'istituto sul ruolo della sanità integrativa, sono infatti sempre di più gli italiani che pagano di tasca propria i servizi sanitari che il pubblico non garantisce più: nel 2013 la spesa sanitaria privata è infatti aumentata del 3% rispetto al 2007. E nello stesso arco di tempo quella pubblica è rimasta quasi ferma (+0,6%). Secondo il Censis, gli italiani sono costretti a scegliere le prestazioni sanitarie da fare subito a pagamento e quelle da rinviare oppure non fare. Così, crolla il ricorso al dentista a pagamento (oltre un milione di visite in meno tra il 2005 e il 2012), ma nello stesso periodo aumentano gli italiani che pagano per intero gli esami del sangue (+74%) e gli accertamenti diagnostici (+19%). Ormai il 41,3% dei cittadini paga di tasca propria per intero le visite specialistiche. Cresce anche la spesa per i ticket, sfiorando i 3 miliardi di euro nel 2013: +10% in termini reali nel periodo 2011-2013.
giovedi 24 luglio 2014
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