venerdì 20 settembre 2013

SPARISCE IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE DAL NUOVO CODICE DEI MEDICI

Il giuramento di Ippocrate scompare dal nuovo ordinamento medico. E sul nuovo codice dei medici il malato si chiamera' 'persona assistita'. Rivoluzione deontologica in arrivo (i medici stanno lavorando alla bozza) in uno dei settori professionali piu' delicati che ci siano. Sottili differenze che pero' faranno la differenza. Se nel vecchio codice (2006) ancora in vigore si dice in modo chiaro e netto che 'il medico deve prestare giuramento professionale', il nuovo testo recita: 'L'iscrizione all'Albo vincola il medico ai principi del giuramento professionale e al rispetto delle norme del presente codice di deontologia medica'. Resta solo il riferimento ai principi, ma non c'è più l'obbligo di formale giuramento, momento fortemente simbolico per i neo camici bianchi. Il problema, dunque, e' il solenne momento del giuramento. Responsabilita' a cui i medici nel futuro si sottrarranno. Sulla fecondazione assistita 'e' sparita la parte che recita: 'E' fatto divieto al medico, anche nell'interesse del bene del nascituro, di attuare: forme di maternità surrogata; forme di fecondazione assistita al di fuori di coppie eterosessuali stabili; pratiche di fecondazione assistita in donne in menopausa non precoce; forme di fecondazione assistita dopo la morte del partner'. Il nuovo testo mette invece nero su bianco che 'i trattamenti di procreazione medicalmente assistita, quali atti esclusivamente medici, sono effettuati nelle condizioni e secondo le modalità previste dall'ordinamento vigente'. L'articolo del nuovo codice che sta facendo più rumore tra i camici bianchi è pero' il 22, che parla dell'obiezione di coscienza. Se oggi 'il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera, a meno che questo comportamento non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona assistita e deve fornire al cittadino ogni utile informazione e chiarimento', con il nuovo testo 'il rifiuto di prestazione professionale anche al di fuori dei casi previsti dalle leggi vigenti è consentito al medico quando vengano richiesti interventi che contrastino con i suoi convincimenti etici e tecnico-scientifici'.
Sparisce quindi il contrasto con la propria coscienza. Così come scompare pure la formula 'grave e immediato' legata al nocumento per la salute della persona assistita.
Contestato anche l'articolo 13, che fissa i doveri del medico nel campo delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche. La nuova formulazione prevede che il camice bianco è tenuto a seguire 'le linee guida diagnostico-terapeutiche prodotte e accreditate da fonti autorevoli e indipendenti'. E se non lo fa deve motivare le sue scelte. Un passaggio, questo, che preoccupa i camici bianchi, che temono una sorta di apertura a possibili sanzioni a danno di chi propone cure innovative e una limitazione della propria autonomia. Rispetto al vecchio codice nell'articolo sparisce la parola 'etica', sostituita con 'deontologia'.
Il nuovo codice affronta pure la questione del testamento biologico. Se esiste una dichiarazione anticipata di trattamento, 'espressa in forma scritta, sottoscritta e datata da persona capace', il medico deve 'tenerne conto'. A prescindere, quindi, dalle sue valutazioni, 'dall'autonomia e dall'indipendenza che caratterizza la professione', così come recita il testo del 2006.
Tra gli articoli incriminati c'è anche il numero 4. Se nel testo del 2006 si dice che 'il medico deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona', la nuova formulazione non parla più di 'valori etici della professione' ma dice che sul piano tecnico operativo il medico è tenuto 'ad adeguarsi alle più aggiornate evidenze scientifiche'.(fonte adnkronos)
20 settembre 2013
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