Mentre nasce un nuovo governo, carico di aspettative, uno studio dice che in Italia una persona si toglie la vita ogni due giorni e mezzo. Un suicidio ogni 50 ore circa. Praticamente una strage degli innocenti. Uomini, soprattutto, che non accettano il fallimento professionale, aziendale e personale e si impiccano o si sparano un colpo in testa per farla finita subito con i debiti e con una vita senza speranza. Nel 2013 sono state 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012 di cui il 40% nel solo ultimo quadrimestre. Sono questi gli ultimi dati resi noti da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Universita' degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un'attivita' di monitoraggio avviata nel 2012.
Circa un suicida su due (45,6%) e' imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, rispetto al 2012, cresce il numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58, infatti, i suicidi tra i senza lavoro, numero che risulta piu' che raddoppiato rispetto al 2012 quando gli episodi registrati furono 28. Dopo i mesi estivi, il numero dei suicidi per ragioni economiche e' tornato a salire vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati; ottobre ha contato 16 vittime, novembre ha registrato 12 casi mentre nell'ultimo mese dell'anno in cui le vittime sono state ben 18. In 19 casi si e' arrivati al gesto estremo per stipendi non percepiti.
Il fenomeno non conosce differenze geografiche: al Sud come al Nord e centro.
15 febbraio 2014
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